Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


La diagnosi precoce dell'AD è possibile con un nuovo composto di scansione

Fluselenamyl-20-min-Image-in-Tg-Mice-700x467.jpgI ricercatori della Washington University di St. Louis hanno sviluppato un composto chimico che rileva meglio la proteina amiloide-beta dell'Alzheimer rispetto agli attuali agenti approvati dalla FDA. Il composto potenzialmente può essere usato nelle scansioni cerebrali per identificare le persone nelle prime fasi della malattia. Nell'immagine sopra, il composto è passato dal flusso sanguigno di un topo vivente al suo cervello, dove viene rilevato da una tomografia ad emissione di positroni (PET). Le frecce indicano ciuffi di beta amiloide. (Fonte: Ping Yan e Jin-Moo Lee)Nel momento in cui appaiono i segni inequivocabili di perdita di memoria e di declino cognitivo nelle persone con Alzheimer, il loro cervello è già notevolmente danneggiato, disseminato di ciuffi di una proteina distruttiva chiamata amiloide-beta.


Per anni, gli scienziati hanno cercato metodi e indizi per identificare, sempre prima nel processo della malattia, i cambiamenti cerebrali associati all'Alzheimer, in modo da tentare di fermare o addirittura invertire i cambiamenti prima che possano compromettere gravemente la vita delle persone.


Ora, i ricercatori della Washington University di St. Louis hanno sviluppato un composto chimico, chiamato Fluselenamyl, che rileva i ciuffi amiloidi meglio dei composti attuali approvati dalla FDA. Se un atomo radioattivo è incorporato nel composto, si può monitorare la sua posizione in un cervello vivente tramite la tomografia ad emissione di positroni (PET).


Il composto, descritto in un articolo pubblicato il 2 novembre in Scientific Reports, ha il potenziale di essere usato nelle scansioni cerebrali per identificare i segni dell'Alzheimer di stadio precoce di o per monitorare la risposta al trattamento.


"Il Fluselenamyl è più sensibile e probabilmente più specifico degli agenti attuali", ha dichiarato Vijay Sharma PhD, professore di radiologia, neurologia e ingegneria biomedica, e autore senior dello studio. "Con questo composto, penso che possiamo ridurre i falsi negativi, e potenzialmente fare un lavoro migliore per identificare le persone nelle prime fasi dell'Alzheimer e valutare gli effetti dei trattamenti".


Le placche amiloidi sono uno dei risultati più rivelatori nel cervello delle persone con Alzheimer. I neuroni vicino a tali placche spesso sono morti o danneggiati, e questa perdita di cellule cerebrali è ritenuta causa delle difficoltà con il pensiero, della perdita di memoria e della confusione vissuta dai malati di Alzheimer.


Le placche amiloidi possono essere diffuse oppure compatte. Il tipo compatto è da lungo tempo associato con la malattia, ma di solito si dice che le placche diffuse sono benigne, in quanto possono essere presenti nel cervello delle persone anziane senza alcun sintomo di Alzheimer, così come nel cervello delle persone con il morbo. Sharma ritiene che le placche diffuse possono segnare le prime fasi della malattia.


"Si tratta di una zona relativamente sotto-esplorata nello sviluppo della patologia di Alzheimer", ha detto Sharma. "Dal momento che attualmente gli agenti autorizzati non rilevano le placche diffuse, non c'è uno strumento affidabile di imaging, non invasivo, per indagare questo aspetto nei modelli animali o nei pazienti. Il nostro composto potrebbe essere usato per studiare il ruolo delle placche diffuse".


Usando proteine ​​amiloidi-beta umane, Sharma e colleghi hanno dimostrato che il Fluselenamyl si lega a tali proteine ​​da due a 10 volte meglio di ciascuno dei tre agenti di imaging approvati dalla FDA per la rilevazione dell'amiloide-beta. In altre parole, il Fluselenamyl rileva ciuffi molto più piccoli della proteina, indicando che potrebbe rilevare molto prima i cambiamenti del cervello associati all'Alzheimer.


Per determinare se il Fluselenamyl è in grado di rilevare le placche nel cervello, i ricercatori hanno utilizzato il composto per colorare sezioni di cervello di persone che erano morte del morbo di Alzheimer e, come controlli, di coetanei morti per altre cause. Solo le fettine di cervello dei pazienti di Alzheimer, ma non i controlli, sono stati identificati come contenenti placche.

[...]


Il passo successivo è verificarlo nei pazienti. Sharma ha già presentato una domanda al National Institutes of Health per uno studio di fase 0, per stabilire se il Fluselenamyl è sicuro per l'uso negli esseri umani e si comporta nel corpo umano come nei topi. Le sperimentazioni di fase 0 comportano una bassa dose data a un piccolo numero di persone per capire se la molecola viene elaborata nel corpo e come lo influenza.


"Idealmente, vorremmo esaminare i pazienti con sintomi molto lievi, che sono negativi all'Alzheimer nella PET, per vedere se possiamo identificarli con il Fluselenamyl", ha detto Sharma. "Un giorno, potremmo usare il Fluselenamyl come parte di un test di screening per identificare i segmenti della popolazione che avranno il rischio di Alzheimer. Questo è l'obiettivo a lungo termine".

 

 

 


Fonte: Tamara Bhandari in  Washington University in St. Louis (> English text) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti: G. S. M. Sundaram, Dhruva D. Dhavale, Julie L. Prior, Ping Yan, John Cirrito, Nigam P. Rath, Richard Laforest, Nigel J. Cairns, Jin-Moo Lee, Paul T. Kotzbauer, Vijay Sharma. Fluselenamyl: A Novel Benzoselenazole Derivative for PET Detection of Amyloid Plaques (Aβ) in Alzheimer’s Disease. Scientific Reports, 2016; 6: 35636 DOI: 10.1038/srep35636

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non dipende da, nè impegna l'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X. I siti terzi raggiungibili da eventuali links contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

Nuovo farmaco previene le placche amiloidi, un segno specifico di Alzheimer

8.03.2021 | Ricerche

Le placche di amiloide sono caratteristiche patologiche del morbo di Alzheimer (MA): son...

Chiarito il meccanismo che porta all'Alzheimer e come fermarlo

30.08.2017 | Ricerche

Nel cervello delle persone con Alzheimer ci sono depositi anomali di proteine ​​amiloide-beta e ​...

Il girovita può predire il rischio di demenza?

6.11.2019 | Ricerche

Il primo studio di coorte su larga scala di questo tipo ha esaminato il legame tra il girovita in...

Sciogliere il Nodo Gordiano: nuove speranze nella lotta alle neurodegenerazion…

28.03.2019 | Ricerche

Con un grande passo avanti verso la ricerca di un trattamento efficace per le malattie n...

Laser a infrarossi distrugge le placche di amiloide nell'Alzheimer

7.08.2020 | Ricerche

L'aggregazione di proteine ​​in strutture chiamate 'placche amiloidi' è una caratteristi...

Sintomi visivi bizzarri potrebbero essere segni rivelatori dell'Alzheimer…

1.02.2024 | Ricerche

Un team di ricercatori internazionali, guidato dall'Università della California di San F...

Flusso del fluido cerebrale può essere manipolato dalla stimolazione sensorial…

11.04.2023 | Ricerche

Ricercatori della Boston University, negli Stati Uniti, riferiscono che il flusso di liq...

Preoccupazione, gelosia e malumore alzano rischio di Alzheimer per le donne

6.10.2014 | Ricerche

Le donne che sono ansiose, gelose o di cattivo umore e angustiate in me...

L'Alzheimer inizia all'interno delle cellule nervose?

25.08.2021 | Ricerche

Uno studio sperimentale eseguito alla Lund University in Svezia ha rivelato che la prote...

Smontata teoria prevalente sull'Alzheimer: dipende dalla Tau, non dall�…

2.11.2014 | Ricerche

Una nuova ricerca che altera drasticamente la teoria prevalente sull'or...

Svolta per l'Alzheimer? Confermato collegamento genetico con i disturbi i…

26.07.2022 | Ricerche

Uno studio eseguito in Australia alla Edith Cowan University (ECU) ha confermato il legame tra Alzhe...

Le cellule immunitarie sono un alleato, non un nemico, nella lotta all'Al…

30.01.2015 | Ricerche

L'amiloide-beta è una proteina appiccicosa che si aggrega e forma picco...

Vecchio farmaco per l'artrite reumatoide suscita speranze come cura per l…

22.09.2015 | Ricerche

Scienziati dei Gladstone Institutes hanno scoperto che il salsalato, un farmaco usato per trattar...

Microglia: ‘cellule immunitarie’ che proteggono il cervello dalle malattie, ma…

28.05.2020 | Esperienze & Opinioni

Sappiamo che il sistema immunitario del corpo è importante per tenere tutto sotto controllo e per...

Diagnosi di Alzheimer: prenditi del tempo per elaborarla, poi vai avanti con m…

4.12.2023 | Esperienze & Opinioni

Come posso accettare la diagnosi di Alzheimer?

Nathaniel Branden, compianto psicoterape...

Molecola 'anticongelante' può impedire all'amiloide di formare …

27.06.2018 | Ricerche

La chiave per migliorare i trattamenti per le lesioni e le malattie cerebrali può essere nelle mo...

I dieci fattori legati a un aumento del rischio di Alzheimer

27.07.2020 | Esperienze & Opinioni

Anche se non c'è ancora alcuna cura, i ricercatori stanno continuando a migliorare la co...

La scoperta del punto di svolta nell'Alzheimer può migliorare i test di n…

20.05.2022 | Ricerche

 Intervista al neurologo William Seeley della Università della California di San Francisco

...

Perché la tua visione può prevedere la demenza 12 anni prima della diagnosi

24.04.2024 | Ricerche

 

Gli occhi possono rivelare molto sulla salute del nostro cervello: in effetti, i p...

Aumentano le evidenze di origini alternative delle placche di Alzheimer

13.06.2022 | Ricerche

I risultati di uno studio potrebbero spiegare perché i farmaci progettati per rimuovere i depositi d...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)

We use cookies

We use cookies on our website. Some of them are essential for the operation of the site, while others help us to improve this site and the user experience (tracking cookies). You can decide for yourself whether you want to allow cookies or not. Please note that if you reject them, you may not be able to use all the functionalities of the site.