Jo James spiega la necessità di una formazione specifica per capire il dolore delle persone con demenza. (Foto: Richard Saker per l'Observer)Mia madre aveva una demenza avanzata quando ha subito delle lesioni facciali, dopo una caduta.
Mi sono precipitata al pronto soccorso per trovarla ma ho tirato dritto oltre la cabina dov'era: non avevo riconosciuto la persona sdraiata sul carrello.
Le infermiere erano gentili. Una mi ha preso sottobraccio e mi ha gentilmente spiegato l'entità del danno: 60 punti sul viso, uno zigomo, il naso e diversi denti davanti rotti.
Nel frattempo, mia madre si agitava sul carrello accanto a noi, e ho interrotto la conversazione per chiedere ciò che le era stato dato per il dolore. L'infermiera ha sorriso e detto: "Non ti preoccupare. Lei non ha alcun dolore". Ho capito che non le era stato dato nulla.
I medici che si occupano di mia madre non erano scortesi; semplicemente non avevano pensato al dolore e lei non poteva dirglielo. La ricerca dimostra che le persone affette da demenza ricevono molto meno sollievo dal dolore di altri quando sono in ospedale.
Una ragione di ciò è che una persona con demenza esprime il dolore come cambiamento di umore o di comportamento che possono essere diversi ogni volta, rendendo difficile riconoscerlo.
All'Imperial, usiamo uno strumento progettato per identificare il dolore nella demenza, che esamina una serie di fattori diversi, dall'espressione del viso della persona ai rumori che la persona sta producendo. Se questo fosse stato in uso quando mia madre si è ferita, non sarebbe stata lasciata a soffrire per ore.
Il pensiero che qualcuno abbia un terribile dolore e nessuna speranza di tregua è difficile da immaginare e, combinato con tutte le altre difficoltà che sperimenta una persona con demenza, sembra anche tremendamente ingiusto.
Tuttavia, la soluzione è semplice e non richiede alcuna conoscenza o formazione specialistica. Basta essere consapevoli delle possibilità di dolore e segnalarlo, così che alla persona possa essere dato il maggiore sollievo possibile; qualcosa che tutti noi possiamo fare.
Fonte: Jo James, responsabile settore demenza all'Imperial College Healthcare Trust.
Pubblicato in The Guardian (> English text) - Traduzione di Franco Pellizzari.
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