Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Difficoltà di apprendimento e demenza: cosa dovrebbero sapere i caregiver

Le persone con difficoltà di apprendimento hanno un rischio maggiore di demenza?

Secondo l'Alzheimer’s Society del Regno Unito, un individuo con una disabilità dell'apprendimento ha maggiori probabilità di sviluppare la demenza e potrebbe peggiorare più velocemente di qualcuno senza tale disabilità. Per quelli con difficoltà di apprendimento più complesse, i sintomi iniziali della demenza hanno maggiori probabilità di essere meno evidenti.


Le persone con difficoltà di apprendimento hanno di fronte sfide diverse e aggiuntive rispetto a quelle che sono senza. Migliore assistenza sanitaria e sostegno dalla comunità permettono alle persone con difficoltà di apprendimento di vivere più a lungo, e quindi di arrivare al punto di sviluppare la demenza.


I caregiver di persone che vivono con individui con difficoltà di apprendimento sono ben posizionati per riconoscere i sintomi della demenza, anche i primi cambiamenti sottili. Questi sintomi potrebbero includere cambiamenti nell'umore e nei comportamenti, il tempo impiegato dall'individuo a svolgere o completare compiti, differenze nel modo in cui approccia quei compiti e cambiamenti nella memoria, nel ragionamento e nel linguaggio. Quando iniziano questi cambiamenti, il caregiver avrà nuove esigenze da soddisfare.


Le persone con difficoltà di apprendimento hanno maggiori probabilità di sviluppare la demenza in giovane età. Circa 1 persona su 5 con difficoltà di apprendimento over -65 svilupperà la demenza, e quelle con sindrome di Down hanno un rischio ancora più elevato, cioè 2 persone su 3 over-60 sviluppa la demenza, in genere Alzheimer.


Ci sono spesso ritardi nell'ottenere una diagnosi perché quando l'individuo con una disabilità dell'apprendimento visita un medico, i sintomi sono peggiorati, probabilmente complicati da altre condizioni di salute che non sono ben gestite. Sono necessarie valutazioni precoci per identificare la demenza nelle persone con difficoltà di apprendimento. I sintomi sperimentati possono anche essere causati da altre condizioni, quindi è importante che eventuali cambiamenti nella persona siano indagati da un medico, o da un team, specialista in disabilità dell'apprendimento.


Un individuo con disabilità dell'apprendimento potrebbe non comprendere appieno una diagnosi di demenza e cosa significa, ma è comunque suo diritto essere informato, se lo desidera. ll caregiver dovrebbe pianificare con cura in anticipo una discussione della diagnosi, e quindi condividerla con l'individuo con un linguaggio adeguato che possa capire. Inoltre, le informazioni sulla diagnosi dovrebbero essere suddivise in piccole conversazioni e adattate alla capacità e al livello intellettuale dell'individuo.


Una volta confermata una diagnosi, un team multidisciplinare può aiutare con un piano di assistenza individuale per ottenere supporto e risorse corrette. Vivere bene con la demenza richiede una serie di cure, supporto e attività e l'individuo potrebbe trarre benefici da specialisti all'interno dei servizi di disabilità dell'apprendimento nella comunità.


Un individuo con disabilità di apprendimento e demenza dovrebbe essere incoraggiato a mantenere la propria indipendenza il più a lungo possibile e potrebbe essere in grado di andare avanti per un po' di tempo in molte attività, se gli viene fornito il giusto supporto.


Inoltre, l'individuo interessato può essere frustrato e sconvolto durante la progressione della demenza, quindi è importante trovare un equilibrio tra indipendenza e mantenimento dell'autostima e della dignità dell'individuo.

 

 

 


Fonte: Dana Territo in The Advocate (> English) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Copyright: Tutti i diritti di testi o marchi inclusi nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer OdV di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali collegamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

L'Alzheimer è composto da quattro sottotipi distinti

4.05.2021 | Ricerche

Il morbo di Alzheimer (MA) è caratterizzato dall'accumulo anomale e dalla diffusione del...

La scoperta del punto di svolta nell'Alzheimer può migliorare i test di n…

20.05.2022 | Ricerche

 Intervista al neurologo William Seeley della Università della California di San Francisco

...

Microglia: ‘cellule immunitarie’ che proteggono il cervello dalle malattie, ma…

28.05.2020 | Esperienze & Opinioni

Sappiamo che il sistema immunitario del corpo è importante per tenere tutto sotto controllo e per...

L'impatto del sonno su cognizione, memoria e demenza

2.03.2023 | Ricerche

Riduci i disturbi del sonno per aiutare a prevenire il deterioramento del pensiero.

"Ci...

Relazioni personali ricche migliorano il funzionamento del cervello

22.06.2020 | Ricerche

Come interagiscono gli individui, come si percepiscono uno con l'altro, e i pensieri e i...

Marito riferisce un miglioramento 'miracoloso' della moglie con Alzh…

28.09.2018 | Annunci & info

Una donna di Waikato (Nuova Zelanda) potrebbe essere la prima persona al mondo a miglior...

Menopausa precoce e terapia ormonale ritardata alzano il rischio di Alzheimer

17.04.2023 | Ricerche

Le donne hanno più probabilità degli uomini di sviluppare il morbo di Alzheimer (MA), e ...

Svelata una teoria rivoluzionaria sull'origine dell'Alzheimer

28.12.2023 | Ricerche

Nonostante colpisca milioni di persone in tutto il mondo, il morbo di Alzheimer (MA) man...

Con l'età cala drasticamente la capacità del cervello di eliminare le pro…

31.07.2015 | Ricerche

Il fattore di rischio più grande per l'Alzheimer è l'avanzare degli anni. Dopo i 65, il rischio r...

Scoperto il punto esatto del cervello dove nasce l'Alzheimer: non è l…

17.02.2016 | Ricerche

Una regione cruciale ma vulnerabile del cervello sembra essere il primo posto colpito da...

Proteine grumose induriscono i capillari del cervello: nuovo fattore di rischi…

11.09.2020 | Ricerche

I depositi di una proteina chiamata 'Medin', che è presente in quasi tutti gli anziani, ...

Dosi basse di radiazioni possono migliorare la qualità di vita nell'Alzhe…

6.05.2021 | Ricerche

Individui con morbo di Alzheimer (MA) grave hanno mostrato notevoli miglioramenti nel co...

Goccioline liquide dense come computer cellulari: nuova teoria sulla causa del…

22.09.2022 | Ricerche

Un campo emergente è capire come gruppi di molecole si condensano insieme all'interno de...

Scoperta ulteriore 'barriera' anatomica che difende e monitora il ce…

11.01.2023 | Ricerche

Dalla complessità delle reti neurali, alle funzioni e strutture biologiche di base, il c...

Alzheimer, Parkinson e Huntington condividono una caratteristica cruciale

26.05.2017 | Ricerche

Uno studio eseguito alla Loyola University di Chicago ha scoperto che delle proteine ​​a...

Nuovo metodo di selezione farmaci spiega perché quelli di Alzheimer falliscono…

31.01.2022 | Ricerche

Analizzando i meccanismi di malattia nei neuroni umani, dei ricercatori dell'Università del...

Diagnosi di Alzheimer: prenditi del tempo per elaborarla, poi vai avanti con m…

4.12.2023 | Esperienze & Opinioni

Come posso accettare la diagnosi di Alzheimer?

Nathaniel Branden, compianto psicoterape...

I dieci fattori legati a un aumento del rischio di Alzheimer

27.07.2020 | Esperienze & Opinioni

Anche se non c'è ancora alcuna cura, i ricercatori stanno continuando a migliorare la co...

Scoperta inaspettata: proteine infiammatorie possono rallentare il declino cog…

5.07.2021 | Ricerche

Finora la ricerca aveva collegato l'infiammazione al morbo di Alzheimer (MA), però scien...

Studio dimostra il ruolo dei batteri intestinali nelle neurodegenerazioni

7.10.2016 | Ricerche

L'Alzheimer (AD), il Parkinson (PD) e la sclerosi laterale amiotrofica (SLA) sono tutte ...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)