Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


E' ora di ripensare come fare le diagnosi di Alzheimer, specialmente per le donne

Con tutta l'attenzione che riceve da diversi anni il morbo di Alzheimer (MA), a seguito dell'invecchiamento della popolazione, cosa abbiamo imparato?


Un simposio della riunione annuale della North American Menopause Society (NAMS), che sarà tenuta a San Diego dal 3 al 6 ottobre, non solo esaminerà le prove contrastanti riguardo al modo migliore per diagnosticare la malattia, ma anche le ultime riflessioni sulla neurodegenerazione che spesso inizia durante la transizione della menopausa.


I criteri per la diagnosi della demenza dovuta al MA sono stati aggiornati per l'ultima volta nel 2010. Oggi, si usano spesso i biomarcatori (un indicatore misurabile della gravità o della presenza di alcune malattie) per aiutare a comprendere le fasi della demenza, insieme alle valutazioni neuropsicologiche.


La dott.ssa Pauline Maki, professore di psichiatria, psicologia e ostetricia e ginecologia, modererà il simposio al Meeting annuale 2018 della NAMS, intitolato "Un Aggiornamento Scientifico sull'Alzheimer e le Donne".


Oltre a riassumere i criteri preferiti per diagnosticare la malattia, il simposio includerà approfondimenti particolarmente preziosi per le donne in postmenopausa che, rispetto agli uomini, hanno maggiori probabilità di sviluppare il MA durante il resto della vita.


Riassumerà inoltre un impressionante corpo di ricerca animale e umana che mostra che nelle donne il metabolismo cerebrale cambia dopo la menopausa in modo tale da renderle più vulnerabili al MA.


La dott.ssa Maki afferma:

"Per decenni gli scienziati si sono concentrati sull'ipotesi 'amiloide' del MA, ma purtroppo gli studi clinici basati su tale ipotesi sono falliti: c'è una nuova comprensione del perché i biomarcatori sono importanti e di come si evolvono nel corso della malattia.

"Gli scienziati stanno ora tentando di prevenire il MA prima che compaiano i sintomi della memoria e stanno usando biomarcatori per determinare chi ha bisogno di una prevenzione precoce.

"Comprendere i biomarcatori nel MA è importante perché c'è una separazione di circa 20 anni tra la menopausa e il MA, durante i quali questi biomarcatori possono indicare quali donne dovrebbero essere considerate per la prevenzione".


La Dott.ssa JoAnn Pinkerton, direttrice esecutiva della NAMS, afferma:

"Anche se il MA sta diventando più diffuso perché viviamo più a lungo, è di particolare preoccupazione per le donne in post-menopausa che, rispetto agli uomini, hanno maggiori probabilità di essere colpite.

"Non vediamo l'ora di conoscere le ultime prove scientifiche su questo argomento critico".

 

 

 


Fonte: The North American Menopause Society via EurekAlert! (> English text) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali collegamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

I ricordi potrebbero essere conservati nelle membrane dei tuoi neuroni

18.05.2023 | Ricerche

Il cervello è responsabile del controllo della maggior parte delle attività del corpo; l...

Ricercatori del MIT recuperano con la luce i ricordi 'persi'

29.05.2015 | Ricerche

I ricordi che sono stati "persi" a causa di un'amnesia possono essere richiamati attivando le cel...

Variante della proteina che causa l'Alzheimer protegge dalla malattia

15.02.2021 | Ricerche

Le scoperte di un nuovo studio sul morbo di Alzheimer (MA), guidato da ricercatori dell...

Le donne possono vivere meglio con una dieta migliore

22.07.2022 | Ricerche

Mangiare frutta e verdura di colori più brillanti può aiutare i problemi di salute delle donne.

...

L'impatto del sonno su cognizione, memoria e demenza

2.03.2023 | Ricerche

Riduci i disturbi del sonno per aiutare a prevenire il deterioramento del pensiero.

"Ci...

Studio rivela dove vengono memorizzati i frammenti di memoria

22.07.2022 | Ricerche

Un momento indimenticabile in un ristorante può non essere esclusivamente il cibo. Gli o...

Il girovita può predire il rischio di demenza?

6.11.2019 | Ricerche

Il primo studio di coorte su larga scala di questo tipo ha esaminato il legame tra il girovita in...

Studio cinese: 'Metti spezie nel tuo cibo per tenere a bada l'Alzhei…

13.01.2022 | Ricerche

Proprio come 'una mela al giorno toglie il medico di torno', sono ben noti i benefici di...

Scoperto il punto esatto del cervello dove nasce l'Alzheimer: non è l…

17.02.2016 | Ricerche

Una regione cruciale ma vulnerabile del cervello sembra essere il primo posto colpito da...

L'invecchiamento è guidato da geni sbilanciati

21.12.2022 | Ricerche

Il meccanismo appena scoperto è presente in vari tipi di animali, compresi gli esseri umani.

I dieci fattori legati a un aumento del rischio di Alzheimer

27.07.2020 | Esperienze & Opinioni

Anche se non c'è ancora alcuna cura, i ricercatori stanno continuando a migliorare la co...

Perché dimentichiamo? Nuova teoria propone che 'dimenticare' è in re…

17.01.2022 | Ricerche

Mentre viviamo creiamo innumerevoli ricordi, ma molti di questi li dimentichiamo. Come m...

Districare la tau: ricercatori trovano 'obiettivo maneggiabile' per …

30.01.2019 | Ricerche

L'accumulo di placche di amiloide beta (Aβ) e grovigli di una proteina chiamata tau nel ...

I possibili collegamenti tra sonno e demenza evidenziati dagli studi

24.11.2017 | Ricerche

Caro Dottore: leggo che non dormire abbastanza può aumentare il rischio di Alzheimer. Ho avuto pr...

Trovato legame tra amiloide-beta e tau: è ora possibile una cura per l'Al…

27.04.2015 | Ricerche

Dei ricercatori hanno assodato come sono collegate delle proteine che hanno un ruolo chiave nell...

Nuovo farmaco previene le placche amiloidi, un segno specifico di Alzheimer

8.03.2021 | Ricerche

Le placche di amiloide sono caratteristiche patologiche del morbo di Alzheimer (MA): son...

Nuova terapia che distrugge i grovigli di tau si dimostra promettente

30.09.2024 | Ricerche

Degli scienziati hanno sviluppato potenziali terapie che rimuovono selettivamente le proteine ​​t...

Interleuchina3: la molecola di segnalazione che può prevenire l'Alzheimer…

20.07.2021 | Ricerche

Una nuova ricerca su esseri umani e topi ha identificato una particolare molecola di seg...

Sintomi visivi bizzarri potrebbero essere segni rivelatori dell'Alzheimer…

1.02.2024 | Ricerche

Un team di ricercatori internazionali, guidato dall'Università della California di San F...

Il caregiving non fa male alla salute come si pensava, dice uno studio

11.04.2019 | Ricerche

Per decenni, gli studi nelle riviste di ricerca e la stampa popolare hanno riferito che ...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)

We use cookies

We use cookies on our website. Some of them are essential for the operation of the site, while others help us to improve this site and the user experience (tracking cookies). You can decide for yourself whether you want to allow cookies or not. Please note that if you reject them, you may not be able to use all the functionalities of the site.