Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


I mini-ictus lasciano danni 'nascosti' nel cervello

Ogni anno, circa 150.000 canadesi hanno un attacco ischemico transitorio (TIA), noto anche come mini-ictus. Una nuova ricerca pubblicata il 28 gennaio su Stroke, the journal of the American Heart Association dimostra che questi attacchi possono non essere effimeri per niente. Essi infatti creano danni permanenti al cervello.

Il gruppo di ricerca sugli ictus, guidato dal Dott. Lara Boyd, fisioterapista e neuroscienziato del Brain Research Centre al Coastal Health di Vancouver e della University of British Columbia, ha studiato 13 pazienti dalla Stroke Prevention Clinic al Vancouver General Hospital e li ha confrontati con 13 partecipanti allo studio sani.

I soggetti TIA avevano tutti sperimentato un episodio acuto al sistema motorio, ma i sintomi si sono risolti entro le 24 ore. I pazienti sono stati studiati entro 14-30 giorni dall'episodio, e non hanno mostrato alcun disturbo nella valutazione clinica o nell'imaging standard (TC o RM). I partecipanti poi hanno subito una unica procedura di mappatura del cervello mediante stimolazione magnetica transcranica (TMS) con risultati profondi.

"Quello che abbiamo scoperto non è mai stato visto prima", dice il Dott. Boyd, che è anche titolare della Canada Research Chair in Neurobiologia di apprendimento motorio all'UBC. "Le funzioni della mappatura del cervello dei pazienti TMS ci hanno mostrato che la TIA causa effettivamente danni al cervello che durano molto più a lungo di quanto si pensasse in precedenza. In realtà, non siamo sicuri se il cervello potrà mai recuperare."

Nel gruppo di TIA, le cellule della parte interessata del cervello hanno mostrato cambiamenti nel loro eccitabilità - rendendo più difficile rispondere sia ai neuroni eccitatori che inibitori rispetto al lato indenne e del un gruppo di persone con un cervello sano. Questi cambiamenti preoccupano molto i ricercatori in quanto dimostrano che il TIA probabilmente non è un evento transitorio.

Un attacco ischemico transitorio è caratterizzato come un breve episodio di perdita di sangue nel cervello, creando sintomi come intorpidimento o formicolio, perdita temporanea della vista, difficoltà di parola o debolezza su un lato del corpo. I sintomi di solito si risolvono in fretta e molte persone non prendono sul serio un tale episodio. Tuttavia, i TIA sono spesso segni premonitori di un ictus futuro. Il rischio di un ictus aumenta drammaticamente nei giorni dopo un attacco e il TIA può offrire l'opportunità di trovare una causa o minimizzare il rischio, per impedire il danno neurologico permanente che risulta da un ictus.

"Questi risultati sono molto importanti", dice il dottor Philip Teal, responsabile della Stroke Prevention Clinic al VGH e co-autore dello studio. "Sappiamo che il TIA è un segnale di avvertimento di un ictus futuro. Trattiamo ogni TIA come se diventasee un ictus, ma non ogni persona in seguito avrà un ictus. Affinando questa tecnica di mappatura del cervello, la nostra speranza è quella di identificare chi è più a rischio, e stabilire il trattamento più appropriato".

 


Fonte: Materiali forniti dalla University of British Columbia.

Pubblicato da ScienceDaily il 29 gennaio 2011 - Traduzione di Franco Pellizzari.

Notizie da non perdere

Le cellule immunitarie sono un alleato, non un nemico, nella lotta all'Al…

30.01.2015 | Ricerche

L'amiloide-beta è una proteina appiccicosa che si aggrega e forma picco...

Il Protocollo Bredesen: si può invertire la perdita di memoria dell'Alzhe…

16.06.2016 | Annunci & info

I risultati della risonanza magnetica quantitativa e i test neuropsicologici hanno dimostrato dei...

Nuovo sensore nel cervello offre risposte all'Alzheimer

12.03.2021 | Ricerche

Scienziati della Università della Virginia (UVA) hanno sviluppato uno strumento per moni...

Nuovo metodo di selezione farmaci spiega perché quelli di Alzheimer falliscono…

31.01.2022 | Ricerche

Analizzando i meccanismi di malattia nei neuroni umani, dei ricercatori dell'Università del...

Sciogliere il Nodo Gordiano: nuove speranze nella lotta alle neurodegenerazion…

28.03.2019 | Ricerche

Con un grande passo avanti verso la ricerca di un trattamento efficace per le malattie n...

Infezione cerebrale da funghi produce cambiamenti simili all'Alzheimer

26.10.2023 | Ricerche

Ricerche precedenti hanno implicato i funghi in condizioni neurodegenerative croniche co...

Scoperto il punto esatto del cervello dove nasce l'Alzheimer: non è l…

17.02.2016 | Ricerche

Una regione cruciale ma vulnerabile del cervello sembra essere il primo posto colpito da...

Alzheimer, Parkinson e Huntington condividono una caratteristica cruciale

26.05.2017 | Ricerche

Uno studio eseguito alla Loyola University di Chicago ha scoperto che delle proteine ​​a...

Meccanismo neuroprotettivo alterato dai geni di rischio dell'Alzheimer

11.01.2022 | Ricerche

Il cervello ha un meccanismo naturale di protezione contro il morbo di Alzheimer (MA), e...

Svolta per l'Alzheimer? Confermato collegamento genetico con i disturbi i…

26.07.2022 | Ricerche

Uno studio eseguito in Australia alla Edith Cowan University (ECU) ha confermato il legame tra Alzhe...

'Tau, disfunzione sinaptica e lesioni neuroassonali si associano di più c…

26.05.2020 | Ricerche

Il morbo di Alzheimer (MA) comporta il deperimento caratteristico di alcune regioni del ...

Orienteering: un modo per addestrare il cervello e contrastare il declino cogn…

27.01.2023 | Ricerche

Lo sport dell'orienteering (orientamento), che attinge dall'atletica, dalle capacità di ...

Dott. Perlmutter: Sì, l'Alzheimer può essere invertito!

6.12.2018 | Ricerche

Sono spesso citato affermare che non esiste un approccio farmaceutico che abbia un'effic...

IFITM3: la proteina all'origine della formazione di placche nell'Alz…

4.09.2020 | Ricerche

Il morbo di Alzheimer (MA) è una malattia neurodegenerativa caratterizzata dall'accumulo...

Rivelato nuovo percorso che contribuisce all'Alzheimer ... oppure al canc…

21.09.2014 | Ricerche

Ricercatori del campus di Jacksonville della Mayo Clinic hanno scoperto...

L'Alzheimer è composto da quattro sottotipi distinti

4.05.2021 | Ricerche

Il morbo di Alzheimer (MA) è caratterizzato dall'accumulo anomale e dalla diffusione del...

Interleuchina3: la molecola di segnalazione che può prevenire l'Alzheimer…

20.07.2021 | Ricerche

Una nuova ricerca su esseri umani e topi ha identificato una particolare molecola di seg...

Studio rivela dove vengono memorizzati i frammenti di memoria

22.07.2022 | Ricerche

Un momento indimenticabile in un ristorante può non essere esclusivamente il cibo. Gli o...

Menopausa precoce e terapia ormonale ritardata alzano il rischio di Alzheimer

17.04.2023 | Ricerche

Le donne hanno più probabilità degli uomini di sviluppare il morbo di Alzheimer (MA), e ...

Malato di Alzheimer: la casa di cura la paga lo Stato?

25.05.2023 | Normativa

Chi si fa carico delle spese per un malato di Alzheimer ricoverato in una casa di riposo? Scopriamo ...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)