L'Alzheimer, considerata da molto tempo una malattia singola, in realtà è costituita da tre sottotipi distinti, secondo uno studio della University of California di Los Angeles.
La scoperta potrebbe portare a una ricerca più mirata e, infine, a nuovi trattamenti per questo disturbo neurologico debilitante, che priva le persone dei loro ricordi.
Lo studio ha rilevato anche che una delle tre varianti, il sottotipo corticale, sembra essere una condizione fondamentalmente diversa rispetto alle altre due, ha detto il dottor Dale Bredesen, autore dello studio, professore di neurologia dell'UCLA e membro dell'Easton Laboratory for Neurodegenerative Disease Research.
"Poiché la malattia si presenta in modo diverso da persona a persona, da anni c'era il sospetto che l'Alzheimer rappresentasse più di una malattia", ha detto Bredesen, che è anche presidente fondatore del Buck Institute for Research on Aging. "Quando i test di laboratorio vanno oltre quelli soliti, troviamo questi tre sottotipi distinti. Le implicazioni importanti di questa scoperta sono che il trattamento ottimale può essere diverso per ogni gruppo, ci possono essere diverse cause, e, per gli studi clinici futuri, può essere utile studiare separatamente gruppi specifici".
I sottotipi sono:
- Infiammatorio, in cui i marcatori come la proteina C-reattiva, e il rapporto tra albumina e globuline del siero, sono aumentati.
- Non-infiammatorio, in cui questi marcatori non sono aumentati, ma sono presenti altre anomalie metaboliche.
- Corticale, che colpisce individui relativamente giovani e appare più diffuso in tutto il cervello rispetto agli altri sottotipi di Alzheimer. In genere non sembra causare perdita di memoria in un primo momento, ma le persone con questo sottotipo della malattia tendono a perdere le competenze linguistiche. E' spesso mal diagnosticato, colpisce di solito le persone che non dispongono di un gene legato all'Alzheimer ed è associato a una carenza significativa di zinco.
I risultati dello studio biennale, che ha coinvolto test metabolici su 50 persone, sono apparsi nel numero corrente della rivista peer-reviewed [=a controllo dei pari] Aging. Non esiste alcuna terapia efficace per l'Alzheimer, e gli scienziati non hanno ancora identificato completamente la causa, anche se diversi studi hanno evidenziato anomalie metaboliche come resistenza all'insulina, carenze ormonali e iperomocisteinemia, una condizione caratterizzata da un livello anormalmente elevato di un amminoacido nel sangue.
In una ricerca del 2014, Bredesen aveva dimostrato che le modifiche allo stile di vita, all'esercizio e alla dieta, volte a migliorare il metabolismo del corpo, hanno invertito il declino cognitivo di 9 pazienti su 10 con Alzheimer precoce o i suoi precursori.
La scoperta attuale nasce da una valutazione approfondita dei dati dello studio dello scorso anno, e potrebbe alla fine aiutare gli scienziati ad individuare obiettivi più precisi per i trattamenti, lo stesso approccio che ha portato a importanti progressi nel trattamento di altre malattie.
Ad esempio, ha spiegato Bredesen, i ricercatori sono riusciti di recente a sviluppare trattamenti precisi per il cancro, sequenziando genomi tumorali e confrontandoli con i genomi dei pazienti, per capire meglio ciò che spinge la formazione e la crescita dei tumori.
"Tuttavia, nell'Alzheimer, non c'è nessun tumore alla biopsia", ha detto Bredesen. "Quindi, come possiamo avere un'idea di ciò che sta guidando il processo? L'approccio che abbiamo preso è usare i meccanismi metabolici alla base del processo di malattia per determinare un ampio insieme di test di laboratorio, come l'insulina a digiuno, il rapporto rame-zinco e decine di altri".
Per andare avanti, Bredesen e il suo team cercheranno di determinare se i sottotipi hanno diverse cause sottostanti, e se essi rispondono in modo diverso a dei potenziali trattamenti.
E' urgente trovare un nuovo approccio per trattare l'Alzheimer. E' la causa di demenza legata all'età più comune, e si prevede che il numero di persone con la malattia negli Stati Uniti aumenterà fino a 15 milioni nel 2050, dai quasi 6 milioni di oggi. Si prevede che il costo per il trattamento di persone con Alzheimer e le altre demenze negli Stati Uniti sarà di 226 miliardi di dollari solo nel 2015, e potrebbe raggiungere i 1.100 miliardi nel 2050.
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Lo studio è stato finanziato dai National Institutes of Health, dal Mary S. EastonCenter for Alzheimer’s Disease Research dell'UCLA, dalla Douglas and Ellen Rosenberg Foundation, dalla S.D. Bechtel Jr. Foundation, dalla Joseph Drown Foundation, dall'Alzheimer’s Association, dall'Accelerate Fund, dal Buck Institute and Marin Community Foundation, dal Michael and Catherine Podell Fund, da Craig Johnson, da Allan Bortell e da Michaela Hoag.
Fonte: Kim Irwin in University of California Los Angeles (> English text) - Traduzione di Franco Pellizzari.
Riferimenti: Dale E. Bredesen. Metabolic profiling distinguishes three subtypes of Alzheimer's disease. Aging, Vol 7, No 8, pp 595-600.
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