Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Featured

Scoperta importante sull'Alzheimer: neuroni che inducono rumore 'coprono' i ricordi

active nerve cells (cyan) and blood vessels (red) in mouse hippocampus Cellule nervose attive (ciano) e vasi sanguigni (rossi) nell'ippocampo di un topo. Fonte: DZNE / Stefanie Poll

I neuroni che sono responsabili di nuove esperienze interferiscono con i segnali dei neuroni che contengono ricordi e quindi ne disturbano il richiamo, per lo meno nei topi. Il gruppo di ricerca di Martin Fuhrmann del DZNE riferisce che i risultati di questo studio, pubblicato su Nature Neuroscience, fanno potenzialmente nuova luce sui disturbi della memoria nel morbo di Alzheimer (MA).


L'ippocampo è una regione del cervello responsabile della memoria ed è colpito presto nel MA. I neuroni dell'ippocampo rispondono alle nostre esperienze e formano reti per memorizzare questi ricordi. In tal modo, le esperienze e i contenuti appresi possono essere richiamati: possiamo ad esempio ricordare la strada verso casa o il lavoro.


Gli individui che soffrono di demenza hanno problemi a recuperare questo tipo di memoria, perché una regione specifica nell'ippocampo (CA1), responsabile della memoria spaziale, è fortemente influenzata dalla patologia di MA. Finora si pensava che i neuroni che 'contengono' un ricordo siano compromessi dalla malattia in modo tale da non riuscire ad riattivarsi e alla fine a perdere il ricordo.


A quanto pare, il processo di dimenticare durante il MA (almeno in un modello di topo) funziona in modo diverso: un gruppo di ricerca del DZNE ha studiato topi con depositi di proteine ​​nel loro cervello (placche di amiloide-beta) simili a quelle delle persone con MA. In questi topi i depositi provocano sintomi simili a quelli osservati nel MA umano. I ricercatori hanno scoperto che i neuroni responsabili della memoria erano ancora attivi nel topo malato. Tuttavia, non riuscivano più a richiamarla.

 

Segnali di altri neuroni interferiscono con la memoria

“La ragione è che i neuroni che codificano nuove esperienze disturbano i segnali dei neuroni che contengono la memoria e sovrappongono il loro segnale”, afferma il dott. Martin Fuhrmann, leader del gruppo del DZNE. “È come un segnale TV rumoroso: il quadro diventa indefinito e distorto; si potrebbero anche vedere pixel o strisce. Qualcosa di simile succede dentro il cervello del topo: i segnali interferenti sopprimono i suoi ricordi. Questo disturbo è ovviamente un risultato delle alterazioni patologiche nel cervello".


Quando i topi sani ricordano una situazione, come imparare un nuovo percorso o esplorare un nuovo ambiente, viene riattivata la rete neuronale che era attiva durante la codifica iniziale dell'esperienza. Per scoprire che cosa accade realmente a questa rete neuronale, i ricercatori hanno effettuato un esperimento: hanno lasciato topi in buona salute, e altri con patologia di tipo MA, ad esplorare un nuovo ambiente.


Con l'aiuto di uno speciale metodo di microscopia (a due fotoni in vivo) i ricercatori hanno seguito l'attività di singoli neuroni nell'ippocampo. Quando i topi sono stati esposti allo stesso ambiente pochi giorni dopo, i due gruppi si sono comportati in modo diverso: i topi sani ricordavano l'ambiente; quelli con patologia di tipo MA no, esploravano l'ambiente come se fosse stata la loro prima esperienza.


Questo è stato accompagnato da differenze di attività cerebrale. La dott.ssa Stefanie Poll, postdottorato nel laboratorio di Martin Fuhrmann e prima autrice dello studio, ha spiegato: “Nei topi malati non abbiamo trovato solo neuroni attivi che codificavano la memoria, ma anche un gruppo di neuroni attivi che conteneva nuove informazioni ambientali. Il segnale di questi ultimi che conteneva le novità ha causato una sovrapposizione che disturbava il segnale dei neuroni che avevano codificato l'esperienza“.


Per verificarlo, i ricercatori hanno impiegato una tecnica basata sulla combinazione tra molecole chimiche e genetica: la 'chemogenetica'. Con questo metodo, i neuroni che codificano la novità sono stati resi reattivi ad una specifica molecola chimica. “Applicando questa molecola, siamo riusciti a modulare l'attività di questi neuroni. Funziona come un interruttore, la molecola preme l'interruttore”, spiega Stefanie Poll.

 

Accensione e spegnimento dei neuroni contenenti novità

“In quel modo eravamo in grado di puntare specificamente i neuroni che codificano le nuove informazioni e spegnerli o accenderli, controllando la loro attività”, spiega Martin Fuhrmann. “Nei topi malati abbiamo spento questi neuroni, nel gruppo sano abbiamo fatto il contrario. In tal modo, è stato possibile da un lato di ridurre e dall'altro indurre artificialmente i rumori molesti“.


Questo è stato evidente nel comportamento del topo: “I topi con patologia di tipo MA ora riconoscevano l'ambiente di nuovo, la loro memoria è stata ripristinata. Il ricordo dei topi sani, invece, è stato compromesso dal rumore artificiale”, spiega Stefanie Poll.


Martin Fuhrmann conclude:

“I risultati di questo studio indicano un meccanismo finora sconosciuto che può contribuire al deterioramento della memoria nel MA.

“Immaginando terapie future, potremmo essere in grado di recuperare i ricordi delle persone con MA o altre malattie che incidono sul richiamo della memoria. Potremmo raggiungere questo obiettivo abbassando con metodi futuri l'attività di questi neuroni che inducono rumore.

"Inoltre, potrebbe essere forse utile per gli individui che soffrono di disturbi da stress post-traumatico. Qui, i neuroni  che inducono rumore potrebbero essere attivati artificialmente ​​per interferire con il ricordo traumatico, sovrascrivendolo.

"La questione che rimane da chiarire, se i nostri risultati possono essere tradotti negli esseri umani, deve essere risolta da altri studi“.

 

 

 


Fonte: DZNE - German Center for Neurodegenerative Diseases (> English text) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti: Stefanie Poll, Manuel Mittag, Fabrizio Musacchio, Lena Justus, Eleonora Ambrad Giovannetti, Julia Steffen, Jens Wagner, Lioba Zohren, Susanne Schoch, Boris Schmidt, Walker Jackson, Dan Ehninger & Martin Fuhrmann. Memory trace interference impairs recall in a mouse model of Alzheimer’s disease. Nature Neuroscience, 8 June 2020, DOI

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali collegamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

Subiamo un 'lavaggio del cervello' durante il sonno?

4.11.2019 | Ricerche

Una nuova ricerca eseguita alla Boston University suggerisce che questa sera durante il ...

Dott. Perlmutter: Sì, l'Alzheimer può essere invertito!

6.12.2018 | Ricerche

Sono spesso citato affermare che non esiste un approccio farmaceutico che abbia un'effic...

Il gas da uova marce potrebbe proteggere dall'Alzheimer

15.01.2021 | Ricerche

La reputazione dell'[[acido solfidrico]] (o idrogeno solforato), di solito considerato v...

Laser a infrarossi distrugge le placche di amiloide nell'Alzheimer

7.08.2020 | Ricerche

L'aggregazione di proteine ​​in strutture chiamate 'placche amiloidi' è una caratteristi...

Orienteering: un modo per addestrare il cervello e contrastare il declino cogn…

27.01.2023 | Ricerche

Lo sport dell'orienteering (orientamento), che attinge dall'atletica, dalle capacità di ...

Colpi in testa rompono i 'camion della spazzatura' del cervello acce…

5.12.2014 | Ricerche

Un nuovo studio uscito ieri sul Journal of Neuroscience dimostra che un...

Meccanismo neuroprotettivo alterato dai geni di rischio dell'Alzheimer

11.01.2022 | Ricerche

Il cervello ha un meccanismo naturale di protezione contro il morbo di Alzheimer (MA), e...

Capire l'origine dell'Alzheimer, cercare una cura

30.05.2018 | Ricerche

Dopo un decennio di lavoro, un team guidato dal dott. Gilbert Bernier, ricercatore di Hô...

Il girovita può predire il rischio di demenza?

6.11.2019 | Ricerche

Il primo studio di coorte su larga scala di questo tipo ha esaminato il legame tra il girovita in...

Relazioni personali ricche migliorano il funzionamento del cervello

22.06.2020 | Ricerche

Come interagiscono gli individui, come si percepiscono uno con l'altro, e i pensieri e i...

Cibo per pensare: come la dieta influenza il cervello per tutta la vita

7.10.2024 | Esperienze & Opinioni

Una quantità di ricerche mostra che ciò che mangiamo influenza la capacità del corpo di ...

Invertita per la prima volta la perdita di memoria associata all'Alzheime…

1.10.2014 | Ricerche

La paziente uno aveva avuto due anni di perdita progressiva di memoria...

Che speranza hai dopo la diagnosi di Alzheimer?

25.01.2021 | Esperienze & Opinioni

Il morbo di Alzheimer (MA) è una malattia che cambia davvero la vita, non solo per la pe...

Sciogliere il Nodo Gordiano: nuove speranze nella lotta alle neurodegenerazion…

28.03.2019 | Ricerche

Con un grande passo avanti verso la ricerca di un trattamento efficace per le malattie n...

L'Alzheimer è composto da quattro sottotipi distinti

4.05.2021 | Ricerche

Il morbo di Alzheimer (MA) è caratterizzato dall'accumulo anomale e dalla diffusione del...

'Evitare l'Alzheimer potrebbe essere più facile di quanto pensi'…

16.11.2018 | Esperienze & Opinioni

Hai l'insulino-resistenza? Se non lo sai, non sei sola/o. Questa è forse la domanda più ...

Ricercatori del MIT recuperano con la luce i ricordi 'persi'

29.05.2015 | Ricerche

I ricordi che sono stati "persi" a causa di un'amnesia possono essere richiamati attivando le cel...

Studio rivela dove vengono memorizzati i frammenti di memoria

22.07.2022 | Ricerche

Un momento indimenticabile in un ristorante può non essere esclusivamente il cibo. Gli o...

10 cose da non fare con i malati di Alzheimer

10.12.2015 | Esperienze & Opinioni

Mio padre aveva l'Alzheimer.

Vederlo svanire è stata una delle esperienze più difficili d...

Molecola 'anticongelante' può impedire all'amiloide di formare …

27.06.2018 | Ricerche

La chiave per migliorare i trattamenti per le lesioni e le malattie cerebrali può essere nelle mo...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)

Seguici su

 
enfrdeites

We use cookies

Utilizziamo i cookie sul nostro sito Web. Alcuni di essi sono essenziali per il funzionamento del sito, mentre altri ci aiutano a migliorare questo sito e l'esperienza dell'utente (cookie di tracciamento). Puoi decidere tu stesso se consentire o meno i cookie. Ti preghiamo di notare che se li rifiuti, potresti non essere in grado di utilizzare tutte le funzionalità del sito.