Sviluppato un farmaco per ridurre gli effetti collaterali dannosi del 'binge drinking' e con il potenziale di trattare l'Alzheimer e altre malattie neurologiche che danneggiano il cervello.
Un team di scienziati europei ha sviluppato e testato con successo un farmaco che potrebbe ridurre i dannosi effetti collaterali del «binge drinking», soprattutto negli adolescenti. Il farmaco ha anche il potenziale di trattare l'Alzheimer e altre malattie neurologiche che danneggiano il cervello.
La chiave di volta è un composto sviluppato dal professor Page e colleghi all'Università di Huddersfield, chiamato «etano-beta-sultam». Si tratta di un farmaco pro-taurina, una forma efficace di farmaco che penetra facilmente nel flusso sanguigno prima di essere elaborato dal corpo nella sua forma attiva. Per i farmaci è difficile entrare nel cervello a causa della «barriera emato-encefalica», il meccanismo di difesa naturale che protegge il cervello, ma che costituisce anche un formidabile ostacolo al trattamento medicinale delle malattie neurologiche.
Gli scienziati delle università di Lovanio in Belgio, di Firenze in Italia e di Huddersfield e Londra in Gran Bretagna, hanno scoperto che quando viene somministrato l' etano-beta-sultam a dei ratti che sono in un regime di «binge drinking», esso riduce la perdita di cellule cerebrali e l'infiammazione che normalmente risulta dagli attacchi del bere frenetico e pesante, causando sintomi come il calo della memoria. Questi effetti possono causare danni a lungo termine, in particolare negli adolescenti, il cui cervello è ancora in fase di sviluppo.
Nuovo composto etano-beta-sultam
I risultati del team di ricerca forte di 11 componenti (che ha ricevuto finanziamenti dalla UE per il progetto) sono rivelati in un nuovo articolo pubblicato sul Journal of Alcoholism and Drug Dependence. Gli autori sono il professor Page, il Dr Hemming, suo collega dell'Università di Huddersfield, docente di Chimica Organica e leader del Corso di Scienze Chimiche, e lo studente di dottorato di ricerca Arnaud Pitard.
E' stato dimostrato che l'alcol altera le funzioni cerebrali e questo è accompagnato da infiammazione e perdita di cellule nel cervello. Tuttavia, gli effetti sono stati ridotti o restituiti alla normalità nei ratti che hanno ricevuto anche il nuovo composto etano-beta-sultam. "Una delle cose che fa l'alcol è distruggere alcune cellule cerebrali che sono importanti per la navigazione e l'orientamento", ha detto il professor Page. "Ma la combinazione tra alcol e il nostro composto potrebbero superare questo danno".
Egli spiega che il cervello si protegge con le «cellule gliali», che vengono moltiplicate quando si è esposti all'alcol in un regime di binge drinking. "Ma una combinazione del nostro etano-beta-sultam proposto allo stesso tempo dell'alcool diminuisce questi livelli di cellule gliali".
Il professor Page ha detto che la collaborazione cha ha portato a questo sviluppo è attiva da circa dieci anni; il progetto continua e potrebbe includere la ricerca di un composto ancora più efficace dell'etano-beta-sultam. A lungo termine, c'è la possibilità che tali composti possano aiutare con il trattamento di malattie come l'Alzheimer e la demenza, che sono anch'esse il risultato di una perdita di attività cerebrale.
Molte questioni circondano la prospettiva che un farmaco possa mascherare gli effetti del binge drinking. "Ma se si accetta che l'abuso di alcol è destinato a continuare, allora potrebbe essere ragionevole per la società cercare di trattarlo in qualche modo", dice il professor Page.
Fonte: University of Huddersfield (> English text) - Traduzione di Franco Pellizzari.
Riferimenti: Stefanini C Colivicchi MA. Ethane-β-Sultam Modifies the Activation of the Innate Immune System Induced by Intermittent Ethanol Administration in Female Adolescent Rats. Journal of Alcoholism & Drug Dependence, 2014; 02 (02) DOI: 10.4172/2329-6488.1000150
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