Anche negli individui sani la memoria e le capacità cognitive diminuiscono con l'età.
Questo aspetto del normale invecchiamento può influenzare la qualità di vita di un individuo e la sua capacità di vivere in modo indipendente, ma il tasso di declino è variabile tra gli individui. Ci sono molti fattori che possono influenzare questa traiettoria, ma forse nessuno è più importante della genetica.
Gli scienziati stanno cercando di identificare gli interruttori molecolari chiave che controllano la compromissione della memoria legata all'età. Quando delle nuove molecole sono identificate come cruciali per il processo di consolidamento della memoria, esse vengono poi testate per determinare se contribuiscono ai problemi di memoria degli anziani.
Una di queste proteine è chiamata Kibra e il gene responsabile della sua produzione è il WWC1. La Kibra è conosciuta per il suo ruolo nella memoria umana, e quindi i ricercatori dell'Istituto Lieber per lo sviluppo del cervello e dell'Istituto Nazionale di Salute Mentale, guidati dall'autore senior Dott. Venkata Mattay, hanno condotto uno studio per determinare gli effetti delle varianti genetiche del WWC1 sulla memoria. I risultati sono pubblicati nel numero corrente di Biological Psychiatry.
"Identificare questi fattori genetici, oltre ad aiutarci a capire meglio la neurobiologia dell'invecchiamento cognitivo, aiuta anche ad identificare i meccanismi che conferiscono agli individui la resilienza per sopportare gli inevitabili cambiamenti legati all'età nell'architettura e nella funzione neurale", ha spiegato Mattay. Usando la genetica da imaging, un metodo che combina la genetica con la tecnologia di scansione cerebrale, il team ha esplorato l'effetto di una variante nel gene WWC1 sui cambiamenti legati all'età della funzione di memoria. La particolare variante WWC1 sotto inchiesta ha tre possibili forme: CC, TT o CT.
I ricercatori hanno reclutato 233 volontari sani, con età che variava da 18 a 89 anni. I volontari hanno completato una batteria di test cognitivi, sono stati sottoposti a genotipizzazione, e hanno eseguito un compito di memoria durante una scansione di imaging cerebrale. Hanno scoperto che gli individui portatori dell'allele T, sia come CT che TT, ottengono risultati migliori sul compito di memoria e con l'aumentare dell'età mostrano un impegno più attivo nell'ippocampo, una regione del cervello fondamentale per la memoria.
"Questi risultati dimostrano un rapporto dinamico tra questo gene e l'aumento dell'età sulla funzione dell'ippocampo e la memoria episodica; il gruppo di allele non-T mostra un calo significativo in tutto l'arco della vita adulta", ha detto Mattay. "Una relazione simile non è osservata nel gruppo portatore di allele T, il che suggerisce che questa variante del gene può conferire un effetto protettivo".
Il Dr. John Krystal, direttore di Biological Psychiatry, ha commentato: "I meccanismi di rischio della compromissione della memoria legata all'età che identifichiamo oggi possono diventare i bersagli per la prevenzione e il trattamento di questo problema in futuro".
Fonte: Elsevier (> English text) - Traduzione di Franco Pellizzari.
Riferimenti: John Muse, Matthew Emery, Fabio Sambataro, Herve Lemaitre, Hao-Yang Tan, Qiang Chen, Bhaskar S. Kolachana, Saumitra Das, Joseph H. Callicott, Daniel R. Weinberger, Venkata S. Mattay. WWC1 Genotype Modulates Age-Related Decline in Episodic Memory Function Across the Adult Life Span. Biological Psychiatry, 2014; 75 (9): 693 DOI: 10.1016/j.biopsych.2013.09.036
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