Uno studio condotto su anziani con un elevato rischio di Alzheimer dimostra che l'attività fisica moderata può proteggere la salute del cervello e allontanare il restringimento dell'ippocampo, l'area del cervello responsabile della memoria e dell'orientamento spaziale che viene attaccata per prima dall'Alzheimer.
Il Dr. J. Carson Smith, ricercatore di kinesiologia alla School of Public Health dell'Università del Maryland, che ha condotto lo studio, dice che anche se tutti noi perdiamo un po' di volume del cervello con l'età, quelli con un maggiore rischio genetico di Alzheimer in genere mostrano una maggiore atrofia ippocampale nel tempo. I risultati sono pubblicati nella rivista ad accesso libero Frontiers in Aging Neuroscience.
"La buona notizia è che l'attività fisica può proteggere dalla neurodegenerazione associata al rischio genetico di Alzheimer", suggerisce il Dott. Smith. "Abbiamo scoperto che l'attività fisica ha il potenziale di preservare il volume dell'ippocampo nei soggetti con rischio più alto di Alzheimer, il che implica che possiamo forse ritardare il declino cognitivo e la comparsa dei sintomi della demenza in questi individui. Gli interventi di attività fisica possono essere particolarmente potenti e importanti per questo gruppo".
Il dottor Smith e colleghi, compreso il Dr. Stephen Rao della Cleveland Clinic, hanno seguito quattro gruppi di anziani sani da 65 a 89 anni di età, con capacità cognitive normali, per un periodo di 18 mesi e ne hanno misurato il volume dell'ippocampo (usando la risonanza magnetica strutturale, o MRI) all'inizio e alla fine di tale periodo di tempo. I gruppi sono stati classificati sia in base al rischio di Alzheimer (basso o alto, sulla base della presenza o assenza dell'allele 4 dell'apolipoproteina E epsilon) e per il livello di attività fisica, basso o elevato.
Di tutti e quattro i gruppi studiati, solo quelli con rischio genetico elevato di Alzheimer che non facevano esercizio hanno sperimentato una diminuzione del volume ippocampale (del 3 per cento) nel periodo di 18 mesi. Tutti gli altri gruppi, compresi quelli ad alto rischio di Alzheimer, ma che erano fisicamente attivi, hanno mantenuto il volume del loro ippocampo. "Questo è il primo studio ad esaminare quanto l'attività fisica può influenzare la perdita di volume dell'ippocampo nei soggetti a rischio genetico di Alzheimer", dice il Dott. Kirk Erickson, professore associato di psicologia all'Università di Pittsburgh. "Non ci sono altri trattamenti indicati per preservare il volume dell'ippocampo in coloro che possono sviluppare l'Alzheimer. Questo studio ha enormi implicazioni per come possiamo intervenire negli anziani che hanno un alto rischio genetico di Alzheimer, prima dello sviluppo di eventuali sintomi di demenza".
Gli individui sono stati dichiarati ad alto rischio di Alzheimer quando un test del DNA ha identificato la presenza di un marcatore genetico - uno o entrambi gli alleli 4 nell'apolipoproteina E-epsilon (APOE4) sul cromosoma 19 - che aumenta il rischio di sviluppare la malattia. I livelli di attività fisica sono stati misurati attraverso un sondaggio standardizzato, che classifica l'attività come:
- bassa, se fatta fino a due giorni alla settimana, con bassa intensità
- alta, da tre giorni in poi per settimana, a intensità moderata o vigorosa.
"Sappiamo che la maggioranza delle persone portatrici dell'allele E4 mostra un declino cognitivo sostanziale con l'età e può sviluppare l'Alzheimer, ma per molti non succede. Quindi, non c'è ragione di credere che ci siano altri fattori genetici e di stile di vita al lavoro", dice il Dr. Smith. "Il nostro studio fornisce ulteriori prove che l'esercizio fisico ha un ruolo protettivo dal declino cognitivo e suggerisce la necessità di future ricerche per studiare come l'attività fisica può interagire con la genetica e ridurre il rischio di Alzheimer".
Il dottor Smith ha già dimostrato che l'intervento con esercizio di cammino per i pazienti con declino cognitivo lieve migliora la funzione cognitiva, migliorando l'efficienza dell'attività cerebrale associata alla memoria. Egli sta progettando di effettuare un intervento di esercizio prescritto in una popolazione di anziani sani con fattori di rischio genetico ed altri per l'Alzheimer e di misurare l'impatto sul volume dell'ippocampo e la funzione del cervello.
Fonte: University of Maryland (> English text) - Traduzione di Franco Pellizzari.
Riferimenti: J. Carson Smith, Kristy A. Nielson, John L. Woodard, Michael Seidenberg, Sally Durgerian, Kathleen E. Hazlett, Christina M. Figueroa, Cassandra C. Kandah, Christina D. Kay, Monica A. Matthews, Stephen M. Rao. Physical activity reduces hippocampal atrophy in elders at genetic risk for Alzheimer's disease. Frontiers in Aging Neuroscience, 2014; 6 DOI: 10.3389/fnagi.2014.00061
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