Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


La dieta influenza il metabolismo attraverso i ritmi circadiani

La dieta influenza il metabilismo attraverso i ritmi circadianiPaolo Sassone-Corsi è uno dei più importanti ricercatori del mondo sulla genetica dei ritmi circadiani. (Foto: Daniel A. Anderson / UC Irvine)Scienziati della University of California di Irvine hanno scoperto che una dieta ricca di grassi influisce sul meccanismo molecolare che controlla l'orologio interno del corpo che regola le funzioni metaboliche del fegato.


Lo sconvolgimento di questi ritmi circadiani può contribuire ai disturbi da disordine metabolico, come il diabete, l'obesità e l'ipertensione.


Ci sono buone notizie, però. I ricercatori hanno anche scoperto che il ritorno ad una dieta equilibrata povera di grassi normalizza i ritmi. Questo studio rivela che l'orologio circadiano è in grado di riprogrammarsi a seconda del contenuto nutrizionale della dieta, e questo potrebbe portare all'identificazione di nuovi bersagli farmacologici per le diete controllate.


Lo studio, che appare in Cell, è stato condotto da Paolo Sassone-Corsi (foto), professore Donald Bren di Chimica Biologica alla UC Irvine e uno dei più importanti ricercatori del mondo sulla genetica dei ritmi circadiani. I ritmi circadiani di 24 ore regolano le funzioni fisiologiche fondamentali in quasi tutti gli organismi. Gli orologi circadiani sono sistemi intrinseci che tracciano il tempo nel nostro corpo, anticipano i cambiamenti ambientali e si adattano al momento opportuno della giornata.


I cambiamenti in questi ritmi possono influenzare profondamente la salute umana. Fino al 15 per cento dei geni delle persone sono regolati dal modello giorno-notte dei ritmi circadiani, compresi quelli coinvolti con le vie metaboliche del fegato. Una dieta ricca di grassi riprogramma l'orologio del fegato attraverso due meccanismi principali. Uno blocca i cicli normali ostacolando i geni regolatori dell'orologio chiamati CLOCK:BMAL1. L'altro avvia un nuovo programma di oscillazioni attivando i geni che normalmente non oscillano, principalmente attraverso un fattore chiamato PPAR-gamma.


Questo fattore, in precedenza implicato nelle risposte infiammatorie e nella formazione di tessuto adiposo, oscilla con una dieta ad alta percentuale di grassi. E' importante notare, ha detto Sassone-Corsi, che questa riprogrammazione avviene indipendentemente dallo stato dell'obesità; anzi, dipende unicamente dall'apporto calorico, dimostrando la notevole capacità di adattamento dell'orologio circadiano.


Gli autori estenderanno la loro ricerca agli effetti di una dieta ad alta percentuale di grassi su altri componenti del corpo, compresi muscoli, grasso, il cervello e il plasma sanguigno.


Hanno contribuito lo studio Pierre Baldi, Kristin Eckel-Mahan, Vishal Patel, Sara de Mateo Lopez, Ricardo Orozco Solis, Nicola Ceglia, Saurabh Sahar e Sherry Dilag-Penilla dell'UC Irvine e Kenneth Dyar dell'Istituto Veneto di Medicina Molecolare di Padova in Italia. Il finanziamento è stato fornito dal National Institutes of Health, dalla National Science Foundation, dall'Istituto di ricerca Merieux e da Sirtris/GSK.

 

 

 

 

 


Fonte: University of California - Irvine.

Riferimenti: Kristin L. Eckel-Mahan, Vishal R. Patel, Sara de Mateo, Ricardo Orozco-Solis, Nicholas J. Ceglia, Saurabh Sahar, Sherry A. Dilag-Penilla, Kenneth A. Dyar, Pierre Baldi, Paolo Sassone-Corsi. Reprogramming of the Circadian Clock by Nutritional Challenge. Cell, 2013; 155 (7): 1464 DOI: 10.1016/j.cell.2013.11.034

Pubblicato in news.uci.edu (> English version) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non dipende da, nè impegna l'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X. I siti terzi raggiungibili da eventuali links contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.

Sostieni l'Associazione; una donazione, anche minima, ci aiuterà ad assistere malati e famiglie e continuare ad informarti. Clicca qui a destra:

 


 

 

Notizie da non perdere

Subiamo un 'lavaggio del cervello' durante il sonno?

4.11.2019 | Ricerche

Una nuova ricerca eseguita alla Boston University suggerisce che questa sera durante il ...

Dosi basse di radiazioni possono migliorare la qualità di vita nell'Alzhe…

6.05.2021 | Ricerche

Individui con morbo di Alzheimer (MA) grave hanno mostrato notevoli miglioramenti nel co...

Nuovo farmaco previene le placche amiloidi, un segno specifico di Alzheimer

8.03.2021 | Ricerche

Le placche di amiloide sono caratteristiche patologiche del morbo di Alzheimer (MA): son...

Svelata una teoria rivoluzionaria sull'origine dell'Alzheimer

28.12.2023 | Ricerche

Nonostante colpisca milioni di persone in tutto il mondo, il morbo di Alzheimer (MA) man...

Smetti di chiederti se sei un bravo caregiver

3.07.2020 | Esperienze & Opinioni

Amare e prendersi cura di qualcuno con demenza può essere difficile. Forse, è una delle ...

Le cellule immunitarie sono un alleato, non un nemico, nella lotta all'Al…

30.01.2015 | Ricerche

L'amiloide-beta è una proteina appiccicosa che si aggrega e forma picco...

Il gas da uova marce potrebbe proteggere dall'Alzheimer

15.01.2021 | Ricerche

La reputazione dell'[[acido solfidrico]] (o idrogeno solforato), di solito considerato v...

Malato di Alzheimer: la casa di cura la paga lo Stato?

25.05.2023 | Normativa

Chi si fa carico delle spese per un malato di Alzheimer ricoverato in una casa di riposo? Scopriamo ...

Ecco perché alcune persone con marcatori cerebrali di Alzheimer non hanno deme…

17.08.2018 | Ricerche

Un nuovo studio condotto all'Università del Texas di Galveston ha scoperto perché alcune...

Qualità della vita peggiora quando l'Alzheimer è complicato dal cancro

28.04.2023 | Esperienze & Opinioni

Che considerazioni si possono fare per una persona con Alzheimer che riceve anche la diagnosi di can...

Il 'Big Bang' dell'Alzheimer: focus sulla tau mortale che cambi…

11.07.2018 | Ricerche

Degli scienziati hanno scoperto un "Big Bang" del morbo di Alzheimer (MA) - il punto pre...

Rete nascosta di enzimi responsabile della perdita di sinapsi nell'Alzhei…

8.12.2020 | Ricerche

Un nuovo studio sul morbo di Alzheimer (MA) eseguito da scienziati dello Scripps Researc...

Il Protocollo Bredesen: si può invertire la perdita di memoria dell'Alzhe…

16.06.2016 | Annunci & info

I risultati della risonanza magnetica quantitativa e i test neuropsicologici hanno dimostrato dei...

10 cose da non fare con i malati di Alzheimer

10.12.2015 | Esperienze & Opinioni

Mio padre aveva l'Alzheimer.

Vederlo svanire è stata una delle esperienze più difficili d...

L'esercizio fisico genera nuovi neuroni cerebrali e migliora la cognizion…

10.09.2018 | Ricerche

Uno studio condotto dal team di ricerca del Massachusetts General Hospital (MGH) ha scop...

Sintomi visivi bizzarri potrebbero essere segni rivelatori dell'Alzheimer…

1.02.2024 | Ricerche

Un team di ricercatori internazionali, guidato dall'Università della California di San F...

La consapevolezza di perdere la memoria può svanire 2-3 anni prima della compa…

27.08.2015 | Ricerche

Le persone che svilupperanno una demenza possono cominciare a perdere la consapevolezza dei propr...

Acetil-L-carnitina può aiutare la memoria, anche insieme a Vinpocetina e Huper…

27.03.2020 | Esperienze & Opinioni

Demenza grave, neuropatie (nervi dolorosi), disturbi dell'umore, deficit di attenzione e...

I possibili collegamenti tra sonno e demenza evidenziati dagli studi

24.11.2017 | Ricerche

Caro Dottore: leggo che non dormire abbastanza può aumentare il rischio di Alzheimer. Ho avuto pr...

Scoperto un fattore importante che contribuisce all'Alzheimer

22.08.2022 | Ricerche

Una ricerca guidata dai dott. Yuhai Zhao e Walter Lukiw della Luisiana State University ...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)

Seguici su

 
enfrdeites

We use cookies

Utilizziamo i cookie sul nostro sito Web. Alcuni di essi sono essenziali per il funzionamento del sito, mentre altri ci aiutano a migliorare questo sito e l'esperienza dell'utente (cookie di tracciamento). Puoi decidere tu stesso se consentire o meno i cookie. Ti preghiamo di notare che se li rifiuti, potresti non essere in grado di utilizzare tutte le funzionalità del sito.