Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Area cervello attaccata da AD lega cognizione e ricompense

Una delle prime aree del cervello ad essere attaccate dall'Alzheimer è più attiva quando il cervello non è molto impegnato, e si chieta durante i picchi di prestazione.


La questione che voleva risolvere Sarah Heilbronner, studente laureata della Duke University, era se questa regione del cervello, chiamata corteccia cingolata posteriore (PCC), smorzi di proposito le prestazioni cognitive, per esempio permettendo alla mente di vagare, o stia invece monitorando le prestazioni e cercando di migliorarle quando serve.


Se la PCC stesse monitorando e migliorando le prestazioni, la maggiore attività sarebbe il risultato delle scarse prestazioni, non la loro causa.


La PCC è collegata sia al sistema di apprendimento che a quello di ricompensa, dice la Heilbronner, e fa parte della "rete in modalità predefinita". Si trova lungo una linea mediana tra le orecchie, dove sono presenti molte strutture legate alle ricompense. "E' una specie di nesso tra più sistemi", ha detto la Heilbronner, che è attualmente ricercatrice post-dottorato in neuroanatomia all'Università di Rochester.


"Quando questa area comincia a deteriorarsi, le persone iniziano a mostrare i primi segni di declino cognitivo (problemi di apprendimento e a ricordare le cose, perdersi, problemi a programmare), che alla fine si manifestano nella demenza conclamata", ha detto Michael Platt, direttore dell'Institute for Brain Sciences della Duke, che ha supervisionato la dissertazione della Heilbronner nel 2012. La ricerca è pubblicata dal 18 dicembre sulla rivista Neuron, ed è stata finanziata dal National Institutes of Health.


L'esperimento della Heilbronner, per capire meglio il ruolo della PCC nell'apprendimento e nella memoria, si è basato su due macachi rhesus muniti di elettrodi per leggere l'attività dei singoli neuroni nel cervello. Il loro compito era simile al giocare ai videogiochi con gli occhi. Le scimmie vedevano una serie di fotografie ogni giorno, contrassegnate con punti in alto a sinistra e in basso a destra. Per ottenere uno spruzzo di succo gratificante, dovevano spostare il loro sguardo verso il punto corretto sulla foto, e hanno imparato per tentativi ed errori, quale punto in ogni foto produceva la ricompensa.


Ogni giorno hanno visto fino a 12 foto da un assortimento di scatti di Heilbronner fatti al Parco Nazionale di Yellowstone e nel Grand Canyon. Ogni giorno alcune delle immagini avevano una familiarità con un obiettivo di ricompensa conosciuto, e le altre erano nuove. Quando le scimmie rispondevano con lo sguardo, i ricercatori osservavano l'attività di decine di neuroni nel cervello di ogni scimmia subito dopo le risposte corrette o non corrette. Hanno anche modificato la quantità erogata di succo in alcuni casi, creando un senso di risposte ad alta e bassa ricompensa.


Se la PCC abbassasse di proposito le prestazioni, i ricercatori avrebbero dovuto vederla attiva prima che fosse fatta una scelta o prima di ricevere la reazione. Invece, hanno visto che si attivava dopo la reazione, perdurando a volte fino a quando appariva l'immagine successiva. I neuroni della PCC hanno risposto con forza quando le scimmie dovevano capire qualcosa di nuovo, soprattutto quando facevano errori o non guadagnavano abbastanza ricompensa da restare motivate.


I ricercatori hanno anche ripetuto l'attività dopo la somministrazione di un farmaco, il muscimolo, che compromette la funzione della PCC temporaneamente durante la prova. Con il centro disattivato dal farmaco, le scimmie potevano ricordare l'apprendimento precedente, indipendentemente dalle dimensioni del premio. Capire un nuovo oggetto era ancora possibile, quando il premio era grande, ma le scimmie non riuscivano a capire nulla di nuovo quando il premio era piccolo. "Forse sembrava loro che non ne valesse la pena", ha detto la Heilbronner.


L'esperimento di smorzatura ha anche rafforzato quello che i ricercatori avevano visto nei tempi di risposta della PCC: se il ruolo di questo centro fosse lasciare che la mente vaghi, le prestazioni dovrebbero migliorare con la somministrazione del muscimolo, ma era vero il contrario.


La Heilbronner conclude che la PCC richiama maggiori risorse per un compito cognitivo impegnativo. Quindi, piuttosto che essere la causa dello scarso rendimento su un compito, la PCC in realtà interviene durante una sfida per migliorare la situazione. "Questo studio ci dice che una PCC sana è necessaria per il monitoraggio delle prestazioni e per mantenerci motivati ​​durante l'apprendimento, in particolare quando i problemi sono difficili", ha detto Platt.


La Heilbronner è ora interessata a scoprire se la PCC è più importante per l'apprendimento rispettto al ricordare, e come la motivazione interagisce con le anomalie della PCC presenti nell'Alzheimer.

 

 

 

 

 


FonteDuke University, via EurekAlert!.

Riferimenti: Sarah R. Heilbronner, Michael L. Platt. Causal Evidence of Performance Monitoring by Neurons in Posterior Cingulate Cortex during Learning. Neuron, 2013; 80 (6): 1384 DOI: 10.1016/j.neuron.2013.09.028

Pubblicato in eurekalter.org (> English version) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non dipende da, nè impegna l'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X. I siti terzi raggiungibili da eventuali links contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.

Sostieni l'Associazione; una donazione, anche minima, ci aiuterà ad assistere malati e famiglie e continuare ad informarti. Clicca qui a destra:

 


 

 

Notizie da non perdere

Zen e mitocondri: il macchinario della morte rende più sana la vita

20.11.2023 | Ricerche

Sebbene tutti noi aspiriamo a una vita lunga, ciò che è più ambito è un lungo periodo di...

Un nuovo modello per l'Alzheimer: fenotipi di minaccia, stati di difesa e…

23.04.2021 | Esperienze & Opinioni

Che dire se avessimo concettualizzato erroneamente, o almeno in modo incompleto, il morb...

Svolta per l'Alzheimer? Confermato collegamento genetico con i disturbi i…

26.07.2022 | Ricerche

Uno studio eseguito in Australia alla Edith Cowan University (ECU) ha confermato il legame tra Alzhe...

LATE: demenza con sintomi simili all'Alzheimer ma con cause diverse

3.05.2019 | Ricerche

È stato definito un disturbo cerebrale che imita i sintomi del morbo di Alzheimer (MA), ...

Gli interventi non farmacologici per l'Alzheimer sono sia efficaci che co…

19.04.2023 | Ricerche

Un team guidato da ricercatori della Brown University ha usato una simulazione al computer per di...

Come una collana di perle: la vera forma e funzionamento dell'assone dei …

30.12.2024 | Ricerche

Con un nuovo studio provocatorio, degli scienziati sfidano un principio fondamentale nel...

Demenze: forti differenze regionali nell’assistenza, al Nord test diagnostici …

30.01.2024 | Annunci & info

In Iss il Convegno finale del Fondo per l’Alzheimer e le Demenze, presentate le prime linee guida...

Acetil-L-carnitina può aiutare la memoria, anche insieme a Vinpocetina e Huper…

27.03.2020 | Esperienze & Opinioni

Demenza grave, neuropatie (nervi dolorosi), disturbi dell'umore, deficit di attenzione e...

Un singolo trattamento genera nuovi neuroni, elimina neurodegenerazione nei to…

1.07.2020 | Ricerche

Xiang-Dong Fu PhD, non è mai stato così entusiasta di qualcosa in tutta la sua carriera...

Accumulo di proteine sulle gocce di grasso implicato nell'Alzheimer ad es…

21.02.2024 | Ricerche

In uno studio durato 5 anni, Sarah Cohen PhD, biologa cellulare della UNC e Ian Windham della Rockef...

Variante della proteina che causa l'Alzheimer protegge dalla malattia

15.02.2021 | Ricerche

Le scoperte di un nuovo studio sul morbo di Alzheimer (MA), guidato da ricercatori dell...

Districare la tau: ricercatori trovano 'obiettivo maneggiabile' per …

30.01.2019 | Ricerche

L'accumulo di placche di amiloide beta (Aβ) e grovigli di una proteina chiamata tau nel ...

Puoi distinguere il delirium dalla demenza? È solo questione di tempi

17.06.2021 | Esperienze & Opinioni

Quante volte hai sentito qualcuno esclamare "Tu deliri!" o "Sei un demente!", nell'incre...

Ricetta per una vita felice: ingredienti ordinari possono creare lo straordina…

9.09.2019 | Esperienze & Opinioni

Se potessi porre ad ogni essere umano sulla Terra una domanda - qual è la ricetta per un...

3 modi per trasformare l'auto-critica in auto-compassione

14.08.2018 | Esperienze & Opinioni

Hai mai sentito una vocina parlare nella tua testa, riempiendoti di insicurezza? Forse l...

Chiarito il meccanismo che porta all'Alzheimer e come fermarlo

30.08.2017 | Ricerche

Nel cervello delle persone con Alzheimer ci sono depositi anomali di proteine ​​amiloide-beta e ​...

Ricercatori delineano un nuovo approccio per trattare le malattie degenerative

8.05.2024 | Ricerche

Le proteine sono i cavalli da soma della vita. Gli organismi li usano come elementi costitutivi, ...

L'Alzheimer è composto da quattro sottotipi distinti

4.05.2021 | Ricerche

Il morbo di Alzheimer (MA) è caratterizzato dall'accumulo anomale e dalla diffusione del...

Lavati i denti, posticipa l'Alzheimer: legame diretto tra gengivite e mal…

4.06.2019 | Ricerche

Dei ricercatori hanno stabilito che la malattia gengivale (gengivite) ha un ruolo decisi...

Colpi in testa rompono i 'camion della spazzatura' del cervello acce…

5.12.2014 | Ricerche

Un nuovo studio uscito ieri sul Journal of Neuroscience dimostra che un...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)

Seguici su

 
enfrdeites

We use cookies

Utilizziamo i cookie sul nostro sito Web. Alcuni di essi sono essenziali per il funzionamento del sito, mentre altri ci aiutano a migliorare questo sito e l'esperienza dell'utente (cookie di tracciamento). Puoi decidere tu stesso se consentire o meno i cookie. Ti preghiamo di notare che se li rifiuti, potresti non essere in grado di utilizzare tutte le funzionalità del sito.