Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Esercizio fisico migliora la funzione cerebrale, e può ridurre il rischio di demenza

Uno studio guidato dalla Rutgers University conferma gli effetti positivi dell'esercizio fisico sulle proteine ​​di segnalazione dell'insulina dal cervello

woman wearing glucose patch sensor while doing yoga Image by Freepik

Uno studio condotto da scienziati della Rutgers University di New Brunswick (New Jersey/USA) ha dimostrato che cellule specializzate coinvolte nel modo in cui il corpo risponde all'insulina vengono attivate nel cervello dopo l'esercizio, suggerendo che l'attività fisica può migliorare direttamente la funzione cerebrale. Il loro studio, pubblicato su Aging Cell, indica che si possono sviluppare terapie che puntano questa azione dell'insulina per compensare o addirittura prevenire la progressione della demenza.


"Riteniamo che questo lavoro sia importante perché suggerisce che l'esercizio fisico può potenziare cognizione e memoria, migliorando le capacità dell'insulina di agire sul cervello", ha affermato Steven Malin, professore associato nel Dipartimento di Chinesiologia e Sanità della Rutgers e primo autore dello studio condotto in collaborazione con il National Institute on Aging, e concentrato sul ruolo delle vescicole extracellulari dei neuroni, cellule specializzate rilasciate dal cervello.


Le vescicole extracellulari, una volta considerate dai ricercatori come 'polvere cellulare', negli ultimi 15 anni sono cresciute esponenzialmente in riconoscimento come importanti attori nel mondo microscopico del corpo umano, poiché facilitano il trasporto ​​tra le cellule di molecole cruciali, come le proteine. Per questo studio, gli scienziati hanno puntato le vescicole prodotte nel cervello che trasportano diverse proteine ​​coinvolte nella sensibilità all'insulina, una delle quali si chiama Akt.


La sensibilità all'insulina è una misura del modo in cui il corpo risponde all'insulina, un ormone che controlla i livelli di zucchero nel sangue. Le persone con elevata sensibilità all'insulina possono usare il glucosio nel sangue in modo più efficace nel corpo, come nei muscoli, riducendo lo zucchero nel sangue. Le persone con diabete, con il suo sintomo chiave di bassa sensibilità all'insulina o insulino-resistenza, hanno cellule cerebrali che sono meno sensibili all'insulina. Ciò può avere impatti negativi sulla cognizione.


I ricercatori sono riusciti a studiare le vescicole isolandole nel sangue dei partecipanti a uno studio sperimentale. L'esperimento, condotto su due settimane, includeva un gruppo di 21 volontari con un'età media di 60 anni e con prediabete. Nel corso dello studio, essi hanno eseguito 12 sessioni di allenamento individuali supervisionate di 60 minuti ciascuna, di intensità da moderata a alta.


I partecipanti hanno ingerito una bevanda al glucosio prima e dopo l'allenamento. I ricercatori hanno quindi raccolto campioni di sangue dai partecipanti prima e mentre la bevevano, all'inizio e alla fine dell'allenamento. I campioni di sangue hanno mostrato che il numero di vescicole neuronali che trasportavano proteine ​​coinvolte nella sensibilità all'insulina aumentavano dopo ogni allenamento, e l'Akt era la più evidente.


"Abbiamo dimostrato per la prima volta che l'esercizio fisico influisce sulla segnalazione dell'insulina dalle vescicole extracellulari neuronali in relazione ai miglioramenti clinici della glicemia", ha affermato Malin. "E usiamo queste vescicole extracellulari neuronali come indicatore della sensibilità all'insulina cerebrale. L'esercizio fisico, quindi, è potenzialmente in grado di migliorare la capacità del cervello di rispondere all'insulina per la funzione neuronale".


L'insulina è un ormone sempre più riconosciuto come regolatore della cognizione, il processo mentale di acquisizione della conoscenza attraverso il pensiero, l'esperienza e i sensi. Il prediabete è una grave condizione di salute che si verifica quando i livelli di zucchero nel sangue sono più alti del normale ma non abbastanza elevati da essere diagnosticati come diabete di tipo 2.


Quelli con prediabete corrono il rischio di avere livelli insufficienti di insulina nel corpo, in particolare nel cervello, aumentando così la loro probabilità di sviluppare malattie di demenza come l'Alzheimer, ha affermato Malin. L'insulina ha anche un ruolo cruciale nella formazione e nel richiamo della memoria, nella velocità di elaborazione e nel funzionamento delle sinapsi, le strutture che consentono alle cellule cerebrali di comunicare tra loro.


"Se l'insulina è insufficiente nel cervello, non solo le cellule cerebrali diventeranno potenzialmente disfunzionali, ma potrebbero non riuscire a interagire correttamente tra loro", ha detto Malin. “È come giocare al telefono con un amico. Ad un certo punto il messaggio si perde quando il cervello diventa resistente all'insulina".


Da lungo tempo si crede che l'esercizio fisico migliora la cognizione, ma i meccanismi coinvolti non erano chiari. Studi precedenti hanno trovato prove che l'alto zucchero nel sangue contribuisce a una minore capacità del cervello di ricordare informazioni e apprendere nuove informazioni. Malin ha affermato che l'insulina, che è prodotta dal pancreas e viaggia nel cervello per svolgere le sue funzioni, ha un ruolo centrale nel promuovere il flusso sanguigno cerebrale e il funzionamento neuronale per la cognizione.


"Il nostro lavoro suggerisce che le terapie che puntano l'azione dell'insulina cerebrale potrebbero essere in grado di scongiurare la demenza", ha detto Malin.


In un nuovo studio, Malin e i suoi colleghi stanno esaminando se una singola sessione di esercizio può migliorare la capacità dell'insulina intranasale di sostenere la salute cognitiva negli adulti obesi che invecchiano, misurando il flusso sanguigno cerebrale e le vescicole extracellulari neuronali. I piani futuri sono di condurre uno studio di allenamento a lungo termine che valuti i miglioramenti della sensibilità all'insulina cerebrale in relazione alla cognizione negli anziani.

 

 

 


Fonte: Kitta MacPherson in Rutgers University-New Brunswick (> English) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti: S Malin, [+4], D Kapogiannis. Two weeks of exercise alters neuronal extracellular vesicle insulin signaling proteins and pro-BDNF in older adults with prediabetes. Aging Cell, 2025, DOI

Copyright: Tutti i diritti di testi o marchi inclusi nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer OdV di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali collegamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

Puoi distinguere il delirium dalla demenza? È solo questione di tempi

17.06.2021 | Esperienze & Opinioni

Quante volte hai sentito qualcuno esclamare "Tu deliri!" o "Sei un demente!", nell'incre...

Il cammino può invertire l'invecchiamento del cervello?

2.09.2021 | Esperienze & Opinioni

Il cervello è costituito principalmente da due tipi di sostanze: materia grigia e bianca...

Il nuovo collegamento tra Alzheimer e inquinamento dell'aria

13.05.2020 | Esperienze & Opinioni

Il mio primo giorno a Città del Messico è stato duro. Lo smog era così fitto che, mentre...

'Ingorgo' di proteine nei neuroni legato alla neurodegenerazione

12.09.2022 | Ricerche

Un nuovo studio condotto da ricercatori dell'EPFL rivela che un complesso proteico malfunzionante pu...

È lo scopo o il piacere la chiave della felicità mentre invecchiamo?

19.11.2021 | Esperienze & Opinioni

I benefici di avere un senso di scopo nella vita sono davvero incredibili. Le persone co...

LipiDiDiet trova effetti ampi e duraturi da intervento nutrizionale all'i…

9.11.2020 | Ricerche

Attualmente non esiste una cura nota per la demenza, e le terapie farmacologiche esisten...

Flusso del fluido cerebrale può essere manipolato dalla stimolazione sensorial…

11.04.2023 | Ricerche

Ricercatori della Boston University, negli Stati Uniti, riferiscono che il flusso di liq...

Pressione bassa potrebbe essere uno dei colpevoli della demenza

2.10.2019 | Esperienze & Opinioni

Invecchiando, le persone spesso hanno un declino della funzione cerebrale e spesso si pr...

Stimolazione dell'onda cerebrale può migliorare i sintomi di Alzheimer

15.03.2019 | Ricerche

Esponendo i topi a una combinazione unica di luce e suono, i neuroscienziati del Massach...

Immergersi nella natura: gioia, meraviglia ... e salute mentale

10.05.2023 | Esperienze & Opinioni

La primavera è il momento perfetto per indugiare sulle opportunità.

La primavera è un m...

Preoccupazione, gelosia e malumore alzano rischio di Alzheimer per le donne

6.10.2014 | Ricerche

Le donne che sono ansiose, gelose o di cattivo umore e angustiate in me...

L'impatto del sonno su cognizione, memoria e demenza

2.03.2023 | Ricerche

Riduci i disturbi del sonno per aiutare a prevenire il deterioramento del pensiero.

"Ci...

Un singolo trattamento genera nuovi neuroni, elimina neurodegenerazione nei to…

1.07.2020 | Ricerche

Xiang-Dong Fu PhD, non è mai stato così entusiasta di qualcosa in tutta la sua carriera...

Rivelato nuovo percorso che contribuisce all'Alzheimer ... oppure al canc…

21.09.2014 | Ricerche

Ricercatori del campus di Jacksonville della Mayo Clinic hanno scoperto...

Meccanismo neuroprotettivo alterato dai geni di rischio dell'Alzheimer

11.01.2022 | Ricerche

Il cervello ha un meccanismo naturale di protezione contro il morbo di Alzheimer (MA), e...

10 cose da non fare con i malati di Alzheimer

10.12.2015 | Esperienze & Opinioni

Mio padre aveva l'Alzheimer.

Vederlo svanire è stata una delle esperienze più difficili d...

L'Alzheimer inizia all'interno delle cellule nervose?

25.08.2021 | Ricerche

Uno studio sperimentale eseguito alla Lund University in Svezia ha rivelato che la prote...

Il ciclo dell'urea astrocitica nel cervello controlla la lesione della me…

30.06.2022 | Ricerche

Nuove scoperte rivelano che il ciclo dell'urea negli astrociti lega l'accumulo di amiloide-beta e la...

Lavati i denti, posticipa l'Alzheimer: legame diretto tra gengivite e mal…

4.06.2019 | Ricerche

Dei ricercatori hanno stabilito che la malattia gengivale (gengivite) ha un ruolo decisi...

A 18 come a 80 anni, lo stile di vita è più importante dell'età per il ri…

22.07.2022 | Ricerche

Gli individui senza fattori di rischio per la demenza, come fumo, diabete o perdita dell...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)

Seguici su

 
enfrdeites

We use cookies

Utilizziamo i cookie sul nostro sito Web. Alcuni di essi sono essenziali per il funzionamento del sito, mentre altri ci aiutano a migliorare questo sito e l'esperienza dell'utente (cookie di tracciamento). Puoi decidere tu stesso se consentire o meno i cookie. Ti preghiamo di notare che se li rifiuti, potresti non essere in grado di utilizzare tutte le funzionalità del sito.