Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Grasso corporeo alto collegato a rischio di funzione cognitiva ridotta

Un nuovo studio ha scoperto che il grasso corporeo elevato negli adulti è un fattore di rischio per una ridotta funzione cognitiva, come la velocità di elaborazione.


Anche dopo aver considerato i fattori di rischio cardiovascolari (come il diabete o l'ipertensione) o la lesione vascolare del cervello, è rimasta l'associazione tra grasso corporeo e punteggi cognitivi inferiori. Ciò suggerisce la presenza di altri percorsi, non ancora confermati, che collegano il grasso corporeo in eccesso al calo della funzione cognitiva.


Nello studio, 9.166 partecipanti sono stati misurati con l'analisi di impedenza bioelettrica per valutare il loro grasso corporeo totale. In più, 6.733 dei partecipanti sono stati sottoposti a risonanza magnetica (MRI) per misurare il grasso addominale accumulato intorno agli organi, noto come grasso viscerale. La risonanza magnetica ha valutato anche le lesioni cerebrali vascolari, che sono aree nel cervello influenzate da un flusso sanguigno ridotto.


Sonia Anand, prof.ssa di medicina alla McMaster University (Canada), specialista di medicina vascolare alla Hamilton Health Sciences, nonché scienziata senior del Population Health Research Institute della McMaster e di HHS, prima autrice dello studio pubblicato su Jama Network Open, afferma:

"I nostri risultati suggeriscono che le strategie per prevenire o ridurre l'eccesso di grasso corporeo possono preservare la funzione cognitiva. L'effetto dell'aumento del grasso corporeo è persistito anche dopo aver aggiustato i dati per il suo effetto sull'aumento dei fattori di rischio cardiovascolare, come il diabete e l'ipertensione, così come la lesione vascolare del cervello.

"Questo fatto dovrebbe suggerire ai ricercatori di indagare su quali altri percorsi possono collegare il grasso in eccesso al calo della funzione cognitiva".


Conservare la funzione cognitiva è uno dei modi migliori per prevenire la demenza in vecchiaia, afferma il coautore Eric Smith, neurologo, scienziato e professore associato di neuroscienze cliniche all'Università di Calgary:

"Questo studio suggerisce che mantenere peso e percentuale di grasso corporeo corretti può essere uno dei modi in cui buona alimentazione e attività fisica prevengono la demenza".


Smith è responsabile del laboratorio che gestisce le due coorti di popolazione usate per questa nuova analisi: la Canadian Alliance for Healthy Hearts and Minds e PURE Mind, una derivazione dello studio più ampio e internazionale Prospective Urban Rural Epidemiological.


I partecipanti erano nella fascia di età compresa tra 30 e 75 anni, con un'età media di circa 58 anni. Poco più del 56% erano donne e vivevano tutti in Canada o in Polonia. La maggior parte era di origine europea bianca, con circa il 16% proveniente da altri contesti etnici. Sono stati esclusi gli individui con malattie cardiovascolari conosciute.

 

 

 


Fonte: McMaster University (> English) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti: Sonia Anand, Matthias Friedrich, Douglas Lee, Phillip Awadalla, J. P. Després, Dipika Desai, Russell de Souza, Trevor Dummer, Grace Parraga, Eric Larose, Scott Lear, Koon Teo, Paul Poirier, Karleen Schulze, Dorota Szczesniak, Jean-Claude Tardif, Jennifer Vena, Katarzyna Zatonska, Salim Yusuf, Eric Smith. Evaluation of Adiposity and Cognitive Function in Adults. JAMA Netw Open, 1 Feb 2022, DOI

Copyright: Tutti i diritti di testi o marchi inclusi nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer OdV di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali collegamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

Ecco perché alcune persone con marcatori cerebrali di Alzheimer non hanno deme…

17.08.2018 | Ricerche

Un nuovo studio condotto all'Università del Texas di Galveston ha scoperto perché alcune...

Scoperto un fattore importante che contribuisce all'Alzheimer

22.08.2022 | Ricerche

Una ricerca guidata dai dott. Yuhai Zhao e Walter Lukiw della Luisiana State University ...

Il Protocollo Bredesen: si può invertire la perdita di memoria dell'Alzhe…

16.06.2016 | Annunci & info

I risultati della risonanza magnetica quantitativa e i test neuropsicologici hanno dimostrato dei...

Perché la tua visione può prevedere la demenza 12 anni prima della diagnosi

24.04.2024 | Ricerche

 

Gli occhi possono rivelare molto sulla salute del nostro cervello: in effetti, i p...

Ricercatori del MIT recuperano con la luce i ricordi 'persi'

29.05.2015 | Ricerche

I ricordi che sono stati "persi" a causa di un'amnesia possono essere richiamati attivando le cel...

Come dormiamo oggi può prevedere quando inizia l'Alzheimer

8.09.2020 | Ricerche

Cosa faresti se sapessi quanto tempo hai prima che insorga il morbo di Alzheimer (MA)? N...

Svolta per l'Alzheimer? Confermato collegamento genetico con i disturbi i…

26.07.2022 | Ricerche

Uno studio eseguito in Australia alla Edith Cowan University (ECU) ha confermato il legame tra Alzhe...

Nuova terapia che distrugge i grovigli di tau si dimostra promettente

30.09.2024 | Ricerche

Degli scienziati hanno sviluppato potenziali terapie che rimuovono selettivamente le proteine ​​t...

Perché è importante la diagnosi precoce di demenza?

31.07.2020 | Esperienze & Opinioni

Vedere problemi di memoria nel tuo caro anziano può essere davvero spaventoso. Magari no...

Dare un senso alla relazione obesità-demenza

2.08.2022 | Esperienze & Opinioni

Questo articolo farà capire al lettore perché l'obesità a volte può aumentare il rischio...

36 abitudini quotidiane che riducono il rischio di Alzheimer

2.07.2018 | Esperienze & Opinioni

Sapevi che mangiare carne alla griglia potrebbe aumentare il rischio di demenza? O che s...

Dosi basse di radiazioni possono migliorare la qualità di vita nell'Alzhe…

6.05.2021 | Ricerche

Individui con morbo di Alzheimer (MA) grave hanno mostrato notevoli miglioramenti nel co...

L'Alzheimer è composto da quattro sottotipi distinti

4.05.2021 | Ricerche

Il morbo di Alzheimer (MA) è caratterizzato dall'accumulo anomale e dalla diffusione del...

Nuovo metodo di selezione farmaci spiega perché quelli di Alzheimer falliscono…

31.01.2022 | Ricerche

Analizzando i meccanismi di malattia nei neuroni umani, dei ricercatori dell'Università del...

Proteine grumose induriscono i capillari del cervello: nuovo fattore di rischi…

11.09.2020 | Ricerche

I depositi di una proteina chiamata 'Medin', che è presente in quasi tutti gli anziani, ...

Svelati nuovi percorsi per la formazione di memoria a lungo termine

31.12.2024 | Ricerche

Ricercatori del Max Planck Florida Institute for Neuroscience hanno scoperto un nuovo percorso pe...

Immagini mai viste prima delle prime fasi dell'Alzheimer

14.03.2017 | Ricerche

I ricercatori dell'Università di Lund in Svezia, hanno utilizzato il sincrotrone MAX IV ...

Livelli di ossigeno nel sangue potrebbero spiegare perché la perdita di memori…

9.06.2021 | Ricerche

Per la prima volta al mondo, scienziati dell'Università del Sussex hanno registrato i li...

Demenze: forti differenze regionali nell’assistenza, al Nord test diagnostici …

30.01.2024 | Annunci & info

In Iss il Convegno finale del Fondo per l’Alzheimer e le Demenze, presentate le prime linee guida...

Subiamo un 'lavaggio del cervello' durante il sonno?

4.11.2019 | Ricerche

Una nuova ricerca eseguita alla Boston University suggerisce che questa sera durante il ...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)

Seguici su

 
enfrdeites

We use cookies

Utilizziamo i cookie sul nostro sito Web. Alcuni di essi sono essenziali per il funzionamento del sito, mentre altri ci aiutano a migliorare questo sito e l'esperienza dell'utente (cookie di tracciamento). Puoi decidere tu stesso se consentire o meno i cookie. Ti preghiamo di notare che se li rifiuti, potresti non essere in grado di utilizzare tutte le funzionalità del sito.