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LA STRANIERA

Romanzo breve di Vittorina Zanon


 

Sono le tre di un'altra notte insonne, il campanile ha appena terminato i suoi rintocchi che nel silenzio della notte sembrano rimbombare tra una casa ed un'altra, tra un respiro profondo e un sonno tranquillo, nella mia testa e nel mio cuore.

Sembrano martellate, colpi di piccone, come a voler demolire la parete sottile del mio cuore, come a voler spaccare quel poco che rimane di quel muscolo già lacerato di suo, ridotto a brandelli da te.

Ma come è potuto accadere?

Ancora mi domando, come hai potuto lasciarti irretire, ammaliare da lei.. dalla “ straniera” che subdolamente ti è entrata nella mente come un ladro di notte, senza fare alcun rumore, senza darci un preavviso, senza alcuna possibilità di difenderci, d'innalzare barricate, di chiamare aiuto.

Quando è iniziato tutto ciò? Come ho potuto non accorgermi di niente, dov'ero? Dov'era il sesto senso tanto decantato? E dov'eri tu, amore mio? Perché non ti sei difeso?

Sento il tuo respiro irregolare, di là... e mi chiedo come posso amarti ancora, eppure ti amo! Con rabbia e disperazione, aggrappandomi ancora di più a te, ai nostri ricordi che ormai contano solo per me, perché tu, ormai hai in mente solo lei...

All'inizio non era così ... nei tuoi occhi e nella tua mente c'ero solo io.

Ricordo ancora la prima volta che ti ho visto, tanti anni fa, eri strafottente, con il sorriso in faccia di chi sa il fatto suo, con i riccioli corti pettinati alla bene meglio perché allora si usava così, ma che ribelli tornavano a incorniciarti la fronte come un grido di libertà e spensieratezza. Eri bello, ma irrimediabilmente antipatico, scherzavi con parole troppo esplicite ed entravi subito in confidenza con tutti. Ho pensato che non ti avrei mai parlato, ad uno così non bisogna dare corda, chissà che ragazze eri abituato a frequentare!

Ma poi tu mi hai sorriso, ed io ho visto i tuoi occhi ed ho capito.

Eri TU, l'uomo della mia vita.

Mi sono persa nel verde dei tuoi occhi e ho capito quanta sensibilità, quanta dolcezza si nascondevano nel tuo profondo, quanto le parole ridanciane che dicevi nascondevano solo un cuore tenero e una profonda insicurezza che mascheravi dietro a scherzi e battute.

Ho lottato contro di te e contro quel sentimento che lentamente nasceva piano piano come un filo d'erba e metteva radici profonde nel mio cuore.

Ho lottato contro l'attrazione che mi spingeva ad ascoltarti, a guardarti negli occhi anche se era sconveniente, a quel tempo, che una ragazza di buona educazione sostenesse diretta lo sguardo di un ragazzo.

Ho lottato con te contro i pregiudizi dei miei che non ti ritenevano un partito adatto alla loro figlia e contro tutte le convenzioni sociali che ritenevano il nostro fidanzamento, strappato ai miei, troppo breve.

Ci siamo sposati, giovani, troppo giovani dicevano tutti!! Con spensieratezza e allegria, con spavalderia e innocenza, con incoscienza dico io ora.

Eppure tu sapevi farmi sentire la più bella del mondo, la più ricca, la più desiderata. La più amata su tutto il pianeta.

Era bello lasciarsi coccolare e amare con tanta passione e tanta dolcezza, solo io potevo vedere veramente il mio gigante con i piedi d'argilla e il cuore di burro come veramente era.. dolce , insicuro, a volte indifeso. Le difficoltà della vita ti avevano messo subito a dura prova, ancora ragazzo.

La tua spavalderia ti faceva da scudo contro le difficoltà della vita, il sorriso diventava una sfida, la tua allegria un modo per esorcizzare il dolore.

Eravamo imbattibili io e te... una forza contro il mondo, la miseria, le difficoltà

Sapevi sempre darmi coraggio se andavo in crisi, se stavo male o non si arrivava a fine mese. Una barzelletta, un bacio, una coccola speciale e tutto il peggio del mondo diventava solo un ricordo.

Ridevamo a crepapelle, ti ricordi?? Hai sempre saputo farmi ridere e ora non ci riesci più, ora che c'è LEI.

Quanto la odio!

La vorrei uccidere, disintegrare nel vento tutta la sua essenza, bruciarla, fare in modo che di lei non resti nulla in modo che non faccia più soffrire nessuno come soffro io, come soffriamo noi.

Ti ha preso, rivoltato come un calzino, prosciugato di tutte le energie e ridotto a quello straccio che sei, ti ha fatto smarrire i ricordi e persino la strada di casa, non sai nemmeno più chi sei, chi sono io..

Odio lei e odio te, perché non ti sei opposto, non hai fatto nulla per difendere il nostro amore, la nostra vita, i nostri ricordi.

Cosa sono un uomo, una donna , senza i loro ricordi?

Pagine bianche, cornici vuote dove nessuno mai potrà riconoscere un volto, un'emozione; vetri opachi che non permettono di guardare, né alla luce di filtrare.

Giorni passati senza senso, senza un dolore, senza gioia, senza alba né tramonto, vuoti.

Eppure quanti ricordi! Dove sono sepolti, dove li hai messi?

Non ti ricordi il buco nero dove sprofondavo ogni volta che il mio corpo rifiutava quel bimbo già in grembo e tanto desiderato e tu che mi seguivi giù giù fino in fondo alla disperazione per poi afferrarmi e piano piano farmi risalire?

Non ti ricordi la nascita di nostro figlio, le lacrime per quel miracolo tanto atteso e finalmente diventato reale, la dolcezza con la quale mi sfioravi il viso e sfioravi quel piccolo essere che urlava tutta la sua forza al mondo?

Possibile che non ti ricordi le nostre passeggiate in bicicletta lungo il fiume cantando le canzoni di moda alla radio, con il nostro piccolo  seduto nel seggiolino attaccato al mio manubrio? Le difficoltà per farlo crescere e dargli una buona educazione e una buona posizione sociale, una chance in più rispetto a noi poveri figli del nostro tempo?

Ti ricordi , ora , che hai un figlio?

Ti sento muovere di là, cerchi qualcosa che naturalmente non trovi e borbotti ...

non c'è pace in questa casa, ma perché non te ne vai?

Perché non segui fino in fondo la tua “ straniera” e non ti perdi definitivamente con lei? Perché rimani qui con il corpo mentre la tua mente è altrove?

Non voglio più vederti. Tu mi hai tradito.

Hai tradito tutti i nostri sogni, le promesse fatte, il giuramento di eterno amore!

Mi avevi promesso di rimanere sempre con me, di essere la mia metà, di aiutarmi nel bisogno.. io sto male da morire, e tu? Dove sei?

Non riconosco più l'uomo che amavo, non sei più tu ma solo una brutta copia che gli assomiglia, una caricatura di mio marito, un libro vuoto al quale LEI ha stappato tutte le pagine e di cui ora rimane solo la copertina per farmi solo ricordare l'uomo meraviglioso che eri!

Quando hai cominciato a cambiare io, che stupida, non ci ho fatto caso.

Sarà l'età, dicevo... ingenua! Nulla sarebbe mai stato come prima!

LEI già ti stava ammaliando, dolcemente, lentamente, quasi sottovoce e in punta di piedi, non facendosi notare e senza fare alcun rumore.

Tutto mi sarei aspettata dalla vita .. ma non di dover combattere con LEI.

Ero pronta a combattere con possibili rivali, a sfoderare tutte le mie armi, a tirare fuori le unghie a sfidare qualsiasi altra donna, ma con lei ho subito capito che nulla potevo, che le mie armi erano inutili e tutto il mio amore non sarebbe bastato a tenerti con me, a salvarti.

LEI, con quel nome straniero, duro ... malattia di Alzheimer! Ecco il suo vero nome!

Nemmeno riesco a pronunciarlo, tanto la odio, tanto mi fa orrore.

Altri rintocchi del campanile, che ore sono? Tanto ormai non fa differenza.. in questa casa non si dorme, nulla è come dovrebbe essere.

Mi vieni vicino, con gli occhi stralunati mi chiedi se ho per caso visto tua madre, se ho sue notizie, perché sta’ male e non riesci più a trovarla. Sei molto preoccupato!

Come faccio, amore mio, a dirti che tua madre è morta quando tu avevi 13 anni?Quale paura stai rivivendo, quale angoscia ti perseguita?

Ti faccio sedere accanto a me, ti rassicuro, cercheremo la mamma tra un po', forse è solo andata a prendere il pane e tra poco tornerà, ti dico.

Sembri credermi.. il tuo sguardo si rasserena, mi carezzi una mano e mi ringrazi.

Poi cominci a rovistare nelle ante della cucina, sposti e rimetti gli oggetti secondo una logica tutta tua, un gran daffare il tuo! Chissà quale prezioso lavoro stai facendo.. poi sembri accorgerti che non riesci a concludere nulla e mi guardi chiedendo aiuto. I tuoi occhi verdi sono tristi e velati, ma quanto li amo!

Volevi forse fare il caffè? ti chiedo e tu abbozzi un sorriso.

Preparo la moka, lentamente preparo anche le tazzine e il tintinnio dei cucchiaini mi sembra allegro, in questa notte infinita.

E penso...

Non smetterò mai di amarti, nonostante tutto.

La straniera ha rubato la tua mente ma il tuo cuore è ancora mio e tale resterà per sempre.

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