Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Dan Gibbs: introduzione ad amiloide, tau e scansioni PET

In retrospettiva, il mio primo sintomo del morbo di Alzheimer (MA) è apparso nel 2006 quando ho notato per la prima volta un calo del senso dell'olfatto. Circa un anno dopo ho iniziato a percepire odori illusori che erano sempre gli stessi, ma che non erano il risultato di un vero stimolo olfattivo. Negli anni successivi il mio odorato è scomparso del tutto.

Chi è Daniel Gibbs:

"Sono un neurologo in pensione con la malattia di Alzheimer in fase iniziale. Mi sono preso cura di molti pazienti con Alzheimer e altre demenze nei 25 anni di pratica di neurologia generale a Portland, in Oregon. Ho scritto delle mie esperienze con Alzheimer dalle mie due prospettive, paziente e medico, nel libro  A Tattoo On My Brain: A Neurologist’s Personal Battle against Alzheimer’s Disease (un tatuaggio sul mio cervello: la battaglia personale di un neurologo contro l'Alzheimer), edito da Cambridge University Press".


Nel 2012 ho scoperto accidentalmente che ho due copie dell'allele ApoE-4, una combinazione genetica che ha notevolmente aumentato le mie possibilità di sviluppare il MA. A quel tempo, non avevo sintomi di compromissione cognitiva, ma sapevo che ero a rischio. Nel 2015 ho notato per la prima volta alcuni sottili problemi di memoria, ma ho passato i test cognitivi a pieni voti. Poco dopo, sono stato invitato a unirmi a uno studio di ricerca longitudinale per tracciare le persone a rischio di MA, con test cognitivi approfonditi, scansioni MRI ad alta risoluzione e scansioni PET amiloide e tau.


L'amiloide (chiamato anche amiloide-beta, beta-amiloide e Aβ) è una proteina che forma piccoli grumi nel cervello chiamati placche amiloidi. Queste placche sono posizionate negli spazi tra le cellule nervose e iniziano a formarsi fino a 20 anni prima che appaiano segni cognitivi del MA. Fino al 30% delle persone con amiloide nel cervello dopo la morte non aveva mai sviluppato il MA, ma tutti quelli con MA hanno placche amiloidi.


La proteina tau anormale forma grumi a spirale all'interno delle cellule nervose, chiamati grovigli neurofibrillari. Questi grovigli neurofibrillari iniziano a formarsi vicino all'insorgenza del danno cognitivo o anche qualche anno prima. La combinazione tra placche amiloidi e grovigli neurofibrillari è richiesta per una diagnosi neuropatologica del MA.


Quando ho iniziato a praticare la neurologia nel 1989, la diagnosi ufficiale che avrei dato a un paziente che, in base ai sintomi clinici, sembrava avere il MA, sarebbe stata di 'demenza senile del tipo MA' (SDAT, senile dementia of the Alzheimer’s type). A quel tempo non c'era modo di fare una diagnosi di MA in modo conclusivo, prima dell'esame del cervello alla morte e se erano presenti obbligatoriamente placche amiloidi e grovigli neurofibrillari.


Altre forme di demenza, come quella da corpi di Lewy o da Parkinson, la demenza frontotemporale e quella vascolare, sembravano spesso diverse, ma c'era molta sovrapposizione e molti pazienti hanno finito per avere più di un tipo di patologia di demenza all'autopsia. Chiedevo una scansione CT o MRI al cervello e alcuni test di laboratorio per escludere le imitazioni curabili della demenza, come certi ictus o tumori cerebrali, l'idrocefalo a pressione normale, l'ipotiroidismo e la carenza di vitamina B12, ma questo era tutto ciò con cui dovevo lavorare nel 1989.


Nel giro di un decennio, i test del liquido spinale per amiloide e tau hanno potuto fornire ulteriori informazioni, prima negli studi di ricerca e successivamente in clinica. Ma richiedevano tecniche scrupolose di raccolta, erano scomodi per il paziente e talvolta inaffidabili.


Le scansioni PET (tomografia a emissione di positroni) sono state un salto diagnostico in avanti. In una scansione cerebrale PET, le sostanze chimiche che si legano all'amiloide o alla tau nel cervello sono marcate con una quantità molto piccola di prodotto radioattivo che viene iniettato in vena. La testa del soggetto viene quindi scansionata in una macchina simile a uno scanner CT che rileva la radiazione emessa dalla sostanza chimica iniettata, dopo che si è legata al suo bersaglio nel cervello.


Lo scanner e un computer costruiscono quindi un'immagine che mostra la posizione di amiloide o tau nel cervello. Le aree con elevate quantità di amiloide (o tau in una scansione PET-tau) appaiono come giallo, arancione o rosso, dove il rosso rappresenta la massima concentrazione. Ad esempio, la scansione seguente amiloide PET di due fette orizzontali del mio cervello eseguita nel 2015, un momento in cui i miei test cognitivi erano ancora normali, mostra una moderata quantità di amiloide nella corteccia prefrontale, una parte del cervello coinvolta nelle funzioni esecutive, come pianificare, nonché nella corteccia piriforme e nella corteccia orbitofrontale mediale, entrambi centri di elaborazione di informazioni olfattive.

PET amyloid scan by dr Gil Rabinovici UCSFScansione amiloide PET per gentile concessione del dott. Gil Rabinovici / UCSF Memory and Aging Center

Questa sembrava essere una correlazione piuttosto interessante, al momento, tra cambiamenti specifici nel mio cervello e i miei quasi 10 anni di compromissione olfattiva progressiva .


Le scansioni PET amiloide e tau sono ora (questo post è del 2021) approvate dalla FDA per uso clinico, ma sono molto costose e non sempre coperte dall'assicurazione. Non ci sono controversie sul loro uso negli studi di ricerca per confermare che i soggetti in un esperimento di farmaci abbiano effettivamente il MA. Ma ci sono molte polemiche sull'uso clinico di queste scansioni, specialmente nelle persone che non hanno ancora sintomi di demenza. Questa è una discussione in evoluzione su cui tornerò nei prossimi post.

 

 

 

 


Fonte: Daniel Gibbs il 26/2/2021 in A Tattoo On My Brain (> English) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Copyright: Tutti i diritti di testi o marchi inclusi nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer OdV di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali collegamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

Ricercatori del MIT recuperano con la luce i ricordi 'persi'

29.05.2015 | Ricerche

I ricordi che sono stati "persi" a causa di un'amnesia possono essere richiamati attivando le cel...

Meccanismo neuroprotettivo alterato dai geni di rischio dell'Alzheimer

11.01.2022 | Ricerche

Il cervello ha un meccanismo naturale di protezione contro il morbo di Alzheimer (MA), e...

Proteine grumose induriscono i capillari del cervello: nuovo fattore di rischi…

11.09.2020 | Ricerche

I depositi di una proteina chiamata 'Medin', che è presente in quasi tutti gli anziani, ...

Che speranza hai dopo la diagnosi di Alzheimer?

25.01.2021 | Esperienze & Opinioni

Il morbo di Alzheimer (MA) è una malattia che cambia davvero la vita, non solo per la pe...

Marito riferisce un miglioramento 'miracoloso' della moglie con Alzh…

28.09.2018 | Annunci & info

Una donna di Waikato (Nuova Zelanda) potrebbe essere la prima persona al mondo a miglior...

Dosi basse di radiazioni possono migliorare la qualità di vita nell'Alzhe…

6.05.2021 | Ricerche

Individui con morbo di Alzheimer (MA) grave hanno mostrato notevoli miglioramenti nel co...

La scoperta del punto di svolta nell'Alzheimer può migliorare i test di n…

20.05.2022 | Ricerche

 Intervista al neurologo William Seeley della Università della California di San Francisco

...

Scoperto il punto esatto del cervello dove nasce l'Alzheimer: non è l…

17.02.2016 | Ricerche

Una regione cruciale ma vulnerabile del cervello sembra essere il primo posto colpito da...

Sciogliere il Nodo Gordiano: nuove speranze nella lotta alle neurodegenerazion…

28.03.2019 | Ricerche

Con un grande passo avanti verso la ricerca di un trattamento efficace per le malattie n...

Scienziati dicono che si possono recuperare i 'ricordi persi' per l…

4.08.2017 | Ricerche

Dei ricordi dimenticati sono stati risvegliati nei topi con Alzheimer, suggerendo che la...

Nuovo metodo di selezione farmaci spiega perché quelli di Alzheimer falliscono…

31.01.2022 | Ricerche

Analizzando i meccanismi di malattia nei neuroni umani, dei ricercatori dell'Università del...

Relazioni personali ricche migliorano il funzionamento del cervello

22.06.2020 | Ricerche

Come interagiscono gli individui, come si percepiscono uno con l'altro, e i pensieri e i...

Accumulo di proteine sulle gocce di grasso implicato nell'Alzheimer ad es…

21.02.2024 | Ricerche

In uno studio durato 5 anni, Sarah Cohen PhD, biologa cellulare della UNC e Ian Windham della Rockef...

LATE: demenza con sintomi simili all'Alzheimer ma con cause diverse

3.05.2019 | Ricerche

È stato definito un disturbo cerebrale che imita i sintomi del morbo di Alzheimer (MA), ...

Effetti della carenza di colina sulla salute neurologica e dell'intero si…

23.01.2023 | Ricerche

Assorbire colina a sufficienza dall'alimentazione è cruciale per proteggere il corpo e il cervello d...

Microglia: ‘cellule immunitarie’ che proteggono il cervello dalle malattie, ma…

28.05.2020 | Esperienze & Opinioni

Sappiamo che il sistema immunitario del corpo è importante per tenere tutto sotto controllo e per...

Convalidare il sentimento aiuta meglio di criticare o sminuire

30.03.2020 | Ricerche

Sostenere i tuoi amici e la famiglia può aiutarli a superare questi tempi di incertezza...

Il ruolo sorprendente delle cellule immunitarie del cervello

21.12.2020 | Ricerche

Una parte importante del sistema immunitario del cervello, le cellule chiamate microglia...

Perché la tua visione può prevedere la demenza 12 anni prima della diagnosi

24.04.2024 | Ricerche

 

Gli occhi possono rivelare molto sulla salute del nostro cervello: in effetti, i p...

Scoperto un fattore importante che contribuisce all'Alzheimer

22.08.2022 | Ricerche

Una ricerca guidata dai dott. Yuhai Zhao e Walter Lukiw della Luisiana State University ...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)

We use cookies

We use cookies on our website. Some of them are essential for the operation of the site, while others help us to improve this site and the user experience (tracking cookies). You can decide for yourself whether you want to allow cookies or not. Please note that if you reject them, you may not be able to use all the functionalities of the site.