Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Demenza frontotemporale e percezione alterata del dolore

Pubblicato sulla rivista Journal of Neurology, Neurosurgery and Psychiatry un articolo nel quale si dimostra che una significativa alterazione della percezione soggettiva del dolore è presente in soggetti affetti da demenza frontotemporale portatori della mutazione C9orf72. La percezione può essere aumentata o ridotta ed è associata ad una significativa atrofia, documentata con sequenze di risonanza magnetica, di una specifica area cerebrale, il circuito talamo-cortico-striatale.


Del gruppo di ricercatori, riuniti in un consorzio internazionale, fanno parte la dott.ssa Daniela Galimberti ed il docente del dipartimento di Scienze biomediche, chirurgiche e odontoiatriche Elio Scarpini, del Centro Dino Ferrari dell’Università Statale di Milano e dell’Ospedale Maggiore Policlinico di Milano.


Lo studio è stato condotto su pazienti affetti da Demenza Fronto-temporale, la seconda causa (dopo la malattia di Alzheimer) di decadimento cognitivo prima dei 65 anni, caratterizzata clinicamente da disturbi psico-comportamentali quali disinibizione, alterazioni della condotta sociale, aggressività e da una riduzione di volume di aree cerebrali specifiche. In circa il 20% dei casi è possibile identificare una mutazione in uno dei tre geni principali (progranulina, MAPT e C9ORF72).


Per studiare questa malattia è in corso un ampio progetto multicentrico internazionale, chiamato GENFI (GENetic Frontotemporal dementia Iniziative), che coinvolge centinaia di pazienti in diversi centri in Europa e Canada e di cui fa parte - sottolinea Scarpini - l’Unità Malattie Neurodegenerative del “Centro Dino Ferrari”, dell’Università degli Studi di Milano/Ospedale Policlinico, la quale ha contribuito significativamente alla ricerca garantendo l’accuratezza diagnostica della propria coorte di pazienti, grazie all’impiego delle procedure diagnostiche più avanzate oggi disponibili, in grado di consentire di porre una diagnosi a livello genetico-molecolare delle demenze neurodegenerative”.


Secondo la Galimberti, “l’aspetto interessante emerso dal lavoro è aver consentito di evidenziare una riduzione del volume di alcuni dei circuiti neurali coinvolti nella alterata percezione del dolore: il talamo posteriore (pulvinar), lo striato, il cervelletto e le regioni corticali frontali e temporali”.


E’ ben noto che la percezione del dolore è estremamente soggettiva ed è influenzata da diversi fattori: la sede e l’intensità dello stimolo, la situazione emozionale ed una complessa combinazione di alterate funzioni somato-sensoriali, omeostatiche, semantiche, psicologiche, di ricompensa ed auto-gratificazione, ma sicuramente le caratteristiche anatomico-strutturali dell’encefalo giocano un ruolo fondamentale.


Questo perché il lobo temporale è implicato nella funzione non-verbale sensoriale semantica (comprendente il dolore); la corteccia orbito-frontale influisce sul dolore attraverso il suo ruolo nella dinamica del meccanismo della ricompensa; lo striato ha connessioni con il talamo, noto centro del dolore, e con la corteccia e quindi, attraverso questo specifico network talamo-cortico-striatale, può integrare lo stimolo algico con le risposte motorie, cognitive, autonomo-vegetative e psico- emozionali.


Questi risultati - conclude Galimberti - ci consentono di meglio comprendere alcuni meccanismi anatomico-fisio-patologici, orientandoci verso una strategia terapeutica più specifica per interventi di controllo e di modulazione del sintomo dolore”.

 

 

 


Fonte: Università degli Studi di Milano

Riferimenti: Rhian Convery, Martina Bocchetta, Caroline Greaves, Katrina Moore, David Cash, John Van Swieten, Fermin Moreno, Raquel Sánchez-Valle, Barbara Borroni, Robert Laforce Jr, Mario Masellis, Maria Carmela Tartaglia, Caroline Graff, Daniela Galimberti, James Rowe, Elizabeth Finger, Matthis Synofzik, Rik Vandenberghe, Alexandre de Mendonca, Fabrizio Tagliavini, Isabel Santana, Simon Ducharme, Christopher Butler, Alex Gerhard, Johannes Levin, Adrian Danek, Markus Otto, Jason Warren, Jonathan Rohrer. Abnormal pain perception is associated with thalamo-cortico-striatal atrophy in C9orf72 expansion carriers in the GENFI cohort. J of Neurol, Neurosurg & Psych, 2020, DOI

Copyright: Tutti i diritti di testi o marchi inclusi nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer OdV di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali collegamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

Che speranza hai dopo la diagnosi di Alzheimer?

25.01.2021 | Esperienze & Opinioni

Il morbo di Alzheimer (MA) è una malattia che cambia davvero la vita, non solo per la pe...

Nuovo metodo di selezione farmaci spiega perché quelli di Alzheimer falliscono…

31.01.2022 | Ricerche

Analizzando i meccanismi di malattia nei neuroni umani, dei ricercatori dell'Università del...

Relazioni personali ricche migliorano il funzionamento del cervello

22.06.2020 | Ricerche

Come interagiscono gli individui, come si percepiscono uno con l'altro, e i pensieri e i...

Dosi basse di radiazioni possono migliorare la qualità di vita nell'Alzhe…

6.05.2021 | Ricerche

Individui con morbo di Alzheimer (MA) grave hanno mostrato notevoli miglioramenti nel co...

Effetti della carenza di colina sulla salute neurologica e dell'intero si…

23.01.2023 | Ricerche

Assorbire colina a sufficienza dall'alimentazione è cruciale per proteggere il corpo e il cervello d...

Perché le cadute sono così comuni nell'Alzheimer e nelle altre demenze?

4.09.2020 | Esperienze & Opinioni

Le cadute hanno cause mediche o ambientali

Una volta che si considerano tutte le divers...

Alzheimer e le sue proteine: bisogna essere in due per ballare il tango

21.04.2016 | Ricerche

Per anni, i neuroscienziati si sono chiesti come fanno le due proteine ​​anomale amiloid...

Identificazione dei primi segnali dell'Alzheimer

7.03.2022 | Ricerche

Un team multidisciplinare di ricerca, composto da ricercatori del progetto ARAMIS, dell...

Molecola 'anticongelante' può impedire all'amiloide di formare …

27.06.2018 | Ricerche

La chiave per migliorare i trattamenti per le lesioni e le malattie cerebrali può essere nelle mo...

Colpi in testa rompono i 'camion della spazzatura' del cervello acce…

5.12.2014 | Ricerche

Un nuovo studio uscito ieri sul Journal of Neuroscience dimostra che un...

Preoccupazione, gelosia e malumore alzano rischio di Alzheimer per le donne

6.10.2014 | Ricerche

Le donne che sono ansiose, gelose o di cattivo umore e angustiate in me...

I ricordi potrebbero essere conservati nelle membrane dei tuoi neuroni

18.05.2023 | Ricerche

Il cervello è responsabile del controllo della maggior parte delle attività del corpo; l...

Stimolazione dell'onda cerebrale può migliorare i sintomi di Alzheimer

15.03.2019 | Ricerche

Esponendo i topi a una combinazione unica di luce e suono, i neuroscienziati del Massach...

Chiarito il meccanismo che porta all'Alzheimer e come fermarlo

30.08.2017 | Ricerche

Nel cervello delle persone con Alzheimer ci sono depositi anomali di proteine ​​amiloide-beta e ​...

Nuovo farmaco previene le placche amiloidi, un segno specifico di Alzheimer

8.03.2021 | Ricerche

Le placche di amiloide sono caratteristiche patologiche del morbo di Alzheimer (MA): son...

Meccanismo neuroprotettivo alterato dai geni di rischio dell'Alzheimer

11.01.2022 | Ricerche

Il cervello ha un meccanismo naturale di protezione contro il morbo di Alzheimer (MA), e...

Pressione bassa potrebbe essere uno dei colpevoli della demenza

2.10.2019 | Esperienze & Opinioni

Invecchiando, le persone spesso hanno un declino della funzione cerebrale e spesso si pr...

Con l'età cala drasticamente la capacità del cervello di eliminare le pro…

31.07.2015 | Ricerche

Il fattore di rischio più grande per l'Alzheimer è l'avanzare degli anni. Dopo i 65, il rischio r...

Convalidare il sentimento aiuta meglio di criticare o sminuire

30.03.2020 | Ricerche

Sostenere i tuoi amici e la famiglia può aiutarli a superare questi tempi di incertezza...

L'Alzheimer è composto da quattro sottotipi distinti

4.05.2021 | Ricerche

Il morbo di Alzheimer (MA) è caratterizzato dall'accumulo anomale e dalla diffusione del...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)