Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Trovato legame potenziale tra Alzheimer e una malattia che lo imita, il LATE

LATE

Il morbo di Alzheimer (MA) è una delle cause più comuni di demenza, e mentre la maggior parte delle persone potrebbe conoscere qualcuno che ne è affetto, i fattori genetici alla base della malattia sono meno noti.


Un nuovo studio condotto da ricercatori del Brigham and Women Hospital ha scoperto un gruppo di geni strettamente correlati che possono cogliere dei legami molecolari tra il MA e l'Encefalopatia TDP-43 legata all'età a predominanza limbica (LATELimbic-predominant Age-related TDP-43 Encephalopathy), un disturbo cerebrale comune riconosciuto di recente che può mimare i sintomi del MA. La LATE è spesso combinata con il MA, causando un declino cognitivo più rapido. I risultati dello studio sono pubblicati in Neuron.


“Si ritiene che le varianti genetiche che regolano le espressioni di altri geni abbiano un ruolo importante nella malattia umana, ma la scoperta di queste varianti nell'intero genoma è stata finora difficile, dato il gran numero di geni e varianti genetiche che devono essere testate”, ha detto l'autore senior dello studio Philip De Jager MD/PhD, in precedenza al Brigham e ora capo della Divisione di Neuroimmunologia alla Columbia University. “Abbiamo deciso di sfruttare un approccio guidato dai dati, sviluppato in precedenza, per raggruppare insieme i geni strettamente correlati in moduli di geni, così da poterci concentrare sull'espressione di 47 moduli di geni, piuttosto che puntare più di 13.000 singoli geni espressi dal cervello”.


L'espressione genica è il processo in cui le informazioni codificate in un gene sono usate per assemblare una proteina. I ricercatori hanno condotto una selezione sull'intero genoma di varianti genetiche che regolano l'espressione genica, usando 494 campioni di tessuto cerebrale da autopsia del Religious Orders Study (ROS) e del Rush Memory and Aging Project (MAP), due studi clinici-patologici di comunità sull'invecchiamento e sul MA.


Essi hanno osservato che due geni, chiamati TMEM106B e RBFOX1, regolano l'espressione genica nel cervello che invecchia. Il team di ricerca ha replicato la scoperta in un set di dati indipendente dello studio Mayo RNA-Seq, e ha analizzato i dati clinici, autoptici e genetici per collegare i loro risultati con le malattie del cervello che causano demenza.


Gli autori fanno notare che lo studio ha analizzato principalmente persone la cui età media era attorno ai 90 anni al momento della morte e della donazione del cervello. Pertanto, i risultati dello studio dovrebbero essere interpretati con cautela al di fuori di tale contesto, e sono necessari ulteriori studi per valutare se i risultati possono essere estesi ad altre condizioni relative alla TDP-43 che colpiscono i pazienti più giovani, come la demenza frontotemporale e la Sclerosi Laterale Amiotrofica.


Il team di ricerca ha anche scoperto che sia l'accumulo di amiloide-β (un segno distintivo del MA), che la variante di rischio TMEM106B, aumentano l'espressione della stessa serie di geni che sono importanti per il funzionamento dei lisosomi, un compartimento cellulare specializzato nella rimozione dei rifiuti cellulari. A sua volta, l'aumento dell'espressione di geni lisosomiali è correlato con il cambiamento neuropatologico della LATE nel cervello umano.


“Sta diventando sempre più evidente che la coesistenza frequente di MA e LATE non è un caso”, ha detto Hyun-Sik Yang MD, della Divisione di Neurologia Cognitiva e Comportamentale del Brigham, e primo autore dello studio. “Dobbiamo studiare ulteriormente i legami molecolari condivisi tra MA e LATE, così che un giorno possiamo trattare e anche prevenire due delle cause più comuni di demenza nella nostra popolazione in rapido invecchiamento”.

 

 

 


Fonte: Brigham and Women's Hospital (> English) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti: Hyun-Sik Yang, Charles White, Hans-Ulrich Klein, Julie Schneider, David Bennett, Philip De Jager. Genetics of Gene Expression in the Aging Human Brain Reveal TDP-43 Proteinopathy Pathophysiology. Neuron, 10 June 2020, DOI

Copyright: Tutti i diritti di testi o marchi inclusi nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali collegamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

Dosi basse di radiazioni possono migliorare la qualità di vita nell'Alzhe…

6.05.2021 | Ricerche

Individui con morbo di Alzheimer (MA) grave hanno mostrato notevoli miglioramenti nel co...

Scoperta ulteriore 'barriera' anatomica che difende e monitora il ce…

11.01.2023 | Ricerche

Dalla complessità delle reti neurali, alle funzioni e strutture biologiche di base, il c...

Accumulo di proteine sulle gocce di grasso implicato nell'Alzheimer ad es…

21.02.2024 | Ricerche

In uno studio durato 5 anni, Sarah Cohen PhD, biologa cellulare della UNC e Ian Windham della Rockef...

Subiamo un 'lavaggio del cervello' durante il sonno?

4.11.2019 | Ricerche

Una nuova ricerca eseguita alla Boston University suggerisce che questa sera durante il ...

Scoperto il punto esatto del cervello dove nasce l'Alzheimer: non è l…

17.02.2016 | Ricerche

Una regione cruciale ma vulnerabile del cervello sembra essere il primo posto colpito da...

Rivelato nuovo percorso che contribuisce all'Alzheimer ... oppure al canc…

21.09.2014 | Ricerche

Ricercatori del campus di Jacksonville della Mayo Clinic hanno scoperto...

Ritmi cerebrali non sincronizzati nel sonno fanno dimenticare gli anziani

18.12.2017 | Ricerche

Come l'oscillazione della racchetta da tennis durante il lancio della palla per servire un ace, l...

Rete nascosta di enzimi responsabile della perdita di sinapsi nell'Alzhei…

8.12.2020 | Ricerche

Un nuovo studio sul morbo di Alzheimer (MA) eseguito da scienziati dello Scripps Researc...

Fruttosio prodotto nel cervello può essere un meccanismo che guida l'Alzh…

29.09.2020 | Ricerche

Una nuova ricerca rilasciata dalla University of Colorado propone che il morbo di Alzhei...

Il girovita può predire il rischio di demenza?

6.11.2019 | Ricerche

Il primo studio di coorte su larga scala di questo tipo ha esaminato il legame tra il girovita in...

L'esercizio fisico genera nuovi neuroni cerebrali e migliora la cognizion…

10.09.2018 | Ricerche

Uno studio condotto dal team di ricerca del Massachusetts General Hospital (MGH) ha scop...

Paesi asiatici assistono gli anziani in modo diverso: ecco cosa possiamo impar…

28.10.2020 | Esperienze & Opinioni

A differenza dei paesi occidentali, le culture tradizionali asiatiche mettono un forte a...

Perché le cadute sono così comuni nell'Alzheimer e nelle altre demenze?

4.09.2020 | Esperienze & Opinioni

Le cadute hanno cause mediche o ambientali

Una volta che si considerano tutte le divers...

Studio dimostra il ruolo dei batteri intestinali nelle neurodegenerazioni

7.10.2016 | Ricerche

L'Alzheimer (AD), il Parkinson (PD) e la sclerosi laterale amiotrofica (SLA) sono tutte ...

Scoperta inaspettata: proteine infiammatorie possono rallentare il declino cog…

5.07.2021 | Ricerche

Finora la ricerca aveva collegato l'infiammazione al morbo di Alzheimer (MA), però scien...

Che speranza hai dopo la diagnosi di Alzheimer?

25.01.2021 | Esperienze & Opinioni

Il morbo di Alzheimer (MA) è una malattia che cambia davvero la vita, non solo per la pe...

Studio rivela dove vengono memorizzati i frammenti di memoria

22.07.2022 | Ricerche

Un momento indimenticabile in un ristorante può non essere esclusivamente il cibo. Gli o...

Nessuna cura per l'Alzheimer nel corso della mia vita

26.04.2019 | Esperienze & Opinioni

La Biogen ha annunciato di recente che sta abbandonando l'aducanumab, il suo farmaco in ...

Perché il diabete tipo 2 è un rischio importante per lo sviluppo dell'Alz…

24.03.2022 | Ricerche

Uno studio dell'Università di Osaka suggerisce un possibile meccanismo che collega il diabete all'Al...

Perché la tua visione può prevedere la demenza 12 anni prima della diagnosi

24.04.2024 | Ricerche

 

Gli occhi possono rivelare molto sulla salute del nostro cervello: in effetti, i p...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)