Nuovi biomarcatori nel sangue per la demenza potrebbero identificare la malattia in una fase precoce, preclinica, e diventare esiti surrogati per la sperimentazione clinica di nuove terapie e anche per identificare i futuri potenziali bersagli terapeutici.
Diversamente dai biomarcatori del liquido cerebrospinale, che richiedono un prelievo spinale, i biomarcatori nel plasma possono essere estratti dal sangue, rendendo la loro raccolta molto meno invasiva e più attraente per i pazienti.
In uno studio pubblicato su Annals of Clinical and Translational Neurology, un team guidato da ricercatori del Brigham and Women Hospital descrive il ruolo dei ceramidi del plasma nella demenza e nel morbo di Alzheimer (MA) e il loro potenziale come biomarcatori del sangue.
"I nostri risultati indicano che i rapporti del ceramide circolante possono essere predittori utili dei rischi futuri di demenza e possono avere un ruolo nel predire la demenza in una fase iniziale, preclinica, quando abbiamo l'opportunità più grande di modificare la malattia", ha detto Emer McGrath MD/PhD, neurologa associata al Brigham. "Tuttavia, questi risultati richiedono la replica in altre coorti".
Si ritiene che il metabolismo lipidico alterato abbia un ruolo importante nello sviluppo della demenza e del MA. I ceramidi sono un tipo di lipidi appartenente alla famiglia degli sfingolipidi e si pensa che svolgano un ruolo importante nell'aggregazione dei lipidi, nell'infiammazione, nella disfunzione endoteliale e nella morte delle cellule neuronali.
Di recente, l'attenzione si è concentrata sulla possibilità che gli effetti negativi dei ceramidi possano essere collegati alla proporzione relativa di acile grasso circolante a catena molto lunga rispetto a quella lunga, piuttosto che semplicemente a causa dei livelli elevati totali di ceramidi.
I grassi acilici ceramidi a catena molto lunga sono importanti per le funzioni della mielina e possono avere un effetto protettivo contro la demenza, mentre le specie di ceramide a catena lunga sono collegati ad effetti deleteri pro-infiammatori e apoptotici.
Nel loro studio, la McGrath e i colleghi hanno confrontato i livelli di ceramidi a catena molto lunga e a catena lunga nei campioni di sangue di circa 1.900 partecipanti alla coorte Framingham Heart Study Offspring. Essi hanno analizzato il rischio di demenza, le misure strutturali di lesioni cerebrali vascolari con la risonanza magnetica (MRI) e l'onere di amiloide-beta (Aβ) con la PET cerebrale, il marcatore di riferimento per il MA.
Il team ha scoperto che un rapporto elevato tra ceramidi a catena-molto-lunga e quelli a catena lunga si è associato con una riduzione del 27% del rischio di demenza e MA, così come un peso inferiore di lesioni della sostanza bianca nella MRI del cervello.
In un'analisi esplorativa di 48 individui con dati disponibili di PET-amiloide, un rapporto elevato tra ceramidi 24:0 (a catena molto lunga) e ceramidi 16:0 (a catena lunga) si è associato ad un carico ridotto di Aß. I ceramidi hanno dimostrato in precedenza di stimolare la formazione di Aß e l'inibizione della sintesi di ceramidi risulta in una riduzione della produzione di Aß.
È possibile che l'inibizione farmacologica della sintesi dei ceramidi a catena lunga possa rallentare o addirittura impedire la progressione del MA attraverso la prevenzione dell'accumulo di Aß. La modifica dei ceramidi potrebbe rappresentare un'opzione terapeutica interessante per la prevenzione dei contributi vascolari alla demenza, anche se resta da testare.
Fonte: Brigham and Women's Hospital via EurekAlert! (> English text) - Traduzione di Franco Pellizzari.
Riferimenti: Emer McGrath, Jayandra Himali, Vanessa Xanthakis, Meredith Duncan, Jean Schaffer, Daniel Ory, Linda Peterson, Charles DeCarli, Matthew Pase, Claudia Satizabal, Ramachandran Vasan, Alexa Beiser, Sudha Seshadri. Circulating ceramide ratios and risk of vascular brain aging and dementia. Annals of Clinical and Translational Neurology, 16 Jan 2020, DOI
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