Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Come sfruttare il sistema immunitario del cervello per migliorare la memoria?

regenerated microgliaUn'immagine ingrandita delle microglia rigenerate. Hanno una forma simile a quella 'attivata' tipica di quando affrontano l'infiammazione. (Foto: Alita Soch)

Quando si parla di memoria, le cellule immunitarie sono conosciute come i 'poliziotti cattivi' del cervello. Ma una nuova ricerca dimostra che possono anche essere trasformate in 'poliziotti buoni' per potenziare la memoria e l'apprendimento.


L'infiammazione può indurre le cellule immunitarie del cervello in una ipervelocità dannosa, e questo è stato collegato alle malattie neurodegenerative che colpiscono la memoria, come la demenza.


Nel nuovo studio, i ricercatori della RMIT University in Australia hanno scoperto che queste stesse cellule immunitarie, le microglia, possono anche essere attivate ​​per avere l'effetto opposto. Quando le microglia sono state alterate nei ratti, le loro prestazioni nei compiti semplici di memoria sono migliorate fino al 50%, anziché deteriorarsi.


Anche se l'effetto era temporaneo, la scoperta suggerisce che si potrebbero puntare queste cellule per sviluppare nuove terapie progettate per migliorare la formazione della memoria, con la speranza di prevenire il declino cognitivo dell'età.


La demenza colpisce circa 50 milioni di persone in tutto il mondo, e aumenta di quasi 10 milioni di casi ogni anno. In Australia, la demenza e il declino cognitivo legato all'invecchiamento interessano il 9% degli over-65.


Sarah Spencer, professoressa associata, responsabile della ricerca e autrice senior di questo studio, ha detto che i risultati inattesi dello studio ampliano la nostra comprensione della formazione della memoria e il ruolo della neuroinfiammazione nella perdita di memoria:

“Il declino cognitivo è un grande problema per la nostra popolazione che invecchia, e al momento abbiamo pochissime cure per trattarlo o prevenirlo. Anche negli adulti sani, ottimizzare l'apprendimento e il ricordo ci può dare un vantaggio sostanziale di prestazioni, socialmente e al lavoro.

“Il nostro studio ha dimostrato per la prima volta un legame tra cambiamenti nelle cellule immunitarie del cervello sano e una migliore funzione cognitiva.

“Anche se è agli inizi ed è necessaria molta più ricerca, speriamo che i nostri risultati possano portare a nuove terapie in grado di stimolare le cellule immunitarie a potenziare la memoria e a mantenere forte il nostro cervello con l'avanzare dell'età”.

 

Attivare la memoria con le microglia attivate

Nello studio, pubblicato nel Journal of Neuroinflammation, i ricercatori hanno lavorato con un unico tipo di ratto per testare l'effetto delle microglia sulla funzione cognitiva.


Lo studio ha esaminato i topi che eseguivano compiti di memoria quando erano presenti le cellule immunitarie e hanno confrontato questo con le loro prestazioni quando erano state eliminate quasi tutte le microglia. E hanno scoperto che la rimozione di quasi tutte la microglia non faceva alcuna differenza nei compiti di memoria.


Ma quando le microglia si sono rigenerate, ci sono stati risultati sorprendenti: i ricercatori hanno eseguito lo stesso test di memoria sui topi e questi sono andati il 25-50% meglio dei ratti normali.


È importante sottolineare che le microglia rigenerate avevano una forma diversa, simile alla forma 'attivata' che queste cellule hanno quando affrontano l'infiammazione. Ancora la Spencer:

“Stiamo ancora esplorando ciò che rende diverse queste cellule quando ripopolano il cervello, ma la loro forma ci dice che possono essere più attive del solito, rendendo potenzialmente più efficaci i neuroni a favorire una memoria migliore.

“L'effetto non dura. Quando le microglia tornano alla loro forma solita, anche le prestazioni della memoria tornano alla normalità.

“La prossima fase della ricerca è indagare da vicino queste microglia rigenerate per capire meglio i meccanismi in atto, con l'obiettivo di trovare dei modi per trasformare il potenziamento temporaneo della memoria in un effetto di lunga durata”.


Delle terapie di soppressione delle microglia sono attualmente in fase di sperimentazione in studi clinici negli Stati Uniti, come potenziali trattamenti per la sclerosi multipla.


“Con la nostra nuova comprensione del ruolo delle microglia nella memoria, potrebbe essere possibile in futuro testare le terapie originariamente progettate per la SM e valutare il loro potenziale anche per migliorare la funzione cognitiva”
, ha detto la Spencer.

 

 

 


Fonte: RMIT University (> English text) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti: Simone N. De Luca, Alita Soch, Luba Sominsky, Thai-Xinh Nguyen, Abdulhameed Bosakhar, Sarah J. Spencer. Glial remodeling enhances short-term memory performance in Wistar rats. Journal of Neuroinflammation, 2020, DOI

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali collegamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

Stimolazione dell'onda cerebrale può migliorare i sintomi di Alzheimer

15.03.2019 | Ricerche

Esponendo i topi a una combinazione unica di luce e suono, i neuroscienziati del Massach...

Perché il diabete tipo 2 è un rischio importante per lo sviluppo dell'Alz…

24.03.2022 | Ricerche

Uno studio dell'Università di Osaka suggerisce un possibile meccanismo che collega il diabete all'Al...

Sciogliere il Nodo Gordiano: nuove speranze nella lotta alle neurodegenerazion…

28.03.2019 | Ricerche

Con un grande passo avanti verso la ricerca di un trattamento efficace per le malattie n...

Zen e mitocondri: il macchinario della morte rende più sana la vita

20.11.2023 | Ricerche

Sebbene tutti noi aspiriamo a una vita lunga, ciò che è più ambito è un lungo periodo di...

Qualità della vita peggiora quando l'Alzheimer è complicato dal cancro

28.04.2023 | Esperienze & Opinioni

Che considerazioni si possono fare per una persona con Alzheimer che riceve anche la diagnosi di can...

La scoperta del punto di svolta nell'Alzheimer può migliorare i test di n…

20.05.2022 | Ricerche

 Intervista al neurologo William Seeley della Università della California di San Francisco

...

Il caregiving non fa male alla salute come si pensava, dice uno studio

11.04.2019 | Ricerche

Per decenni, gli studi nelle riviste di ricerca e la stampa popolare hanno riferito che ...

Chiarito il meccanismo che porta all'Alzheimer e come fermarlo

30.08.2017 | Ricerche

Nel cervello delle persone con Alzheimer ci sono depositi anomali di proteine ​​amiloide-beta e ​...

Scoperta importante sull'Alzheimer: neuroni che inducono rumore 'cop…

11.06.2020 | Ricerche

I neuroni che sono responsabili di nuove esperienze interferiscono con i segnali dei neu...

I ricordi potrebbero essere conservati nelle membrane dei tuoi neuroni

18.05.2023 | Ricerche

Il cervello è responsabile del controllo della maggior parte delle attività del corpo; l...

Accumulo di proteine sulle gocce di grasso implicato nell'Alzheimer ad es…

21.02.2024 | Ricerche

In uno studio durato 5 anni, Sarah Cohen PhD, biologa cellulare della UNC e Ian Windham della Rockef...

Nuovo farmaco previene le placche amiloidi, un segno specifico di Alzheimer

8.03.2021 | Ricerche

Le placche di amiloide sono caratteristiche patologiche del morbo di Alzheimer (MA): son...

Alzheimer e le sue proteine: bisogna essere in due per ballare il tango

21.04.2016 | Ricerche

Per anni, i neuroscienziati si sono chiesti come fanno le due proteine ​​anomale amiloid...

Diagnosi di Alzheimer: prenditi del tempo per elaborarla, poi vai avanti con m…

4.12.2023 | Esperienze & Opinioni

Come posso accettare la diagnosi di Alzheimer?

Nathaniel Branden, compianto psicoterape...

'Ingorgo' di proteine nei neuroni legato alla neurodegenerazione

12.09.2022 | Ricerche

Un nuovo studio condotto da ricercatori dell'EPFL rivela che un complesso proteico malfunzionante pu...

I dieci fattori legati a un aumento del rischio di Alzheimer

27.07.2020 | Esperienze & Opinioni

Anche se non c'è ancora alcuna cura, i ricercatori stanno continuando a migliorare la co...

Nessuna cura per l'Alzheimer nel corso della mia vita

26.04.2019 | Esperienze & Opinioni

La Biogen ha annunciato di recente che sta abbandonando l'aducanumab, il suo farmaco in ...

Aumentano le evidenze di origini alternative delle placche di Alzheimer

13.06.2022 | Ricerche

I risultati di uno studio potrebbero spiegare perché i farmaci progettati per rimuovere i depositi d...

Marito riferisce un miglioramento 'miracoloso' della moglie con Alzh…

28.09.2018 | Annunci & info

Una donna di Waikato (Nuova Zelanda) potrebbe essere la prima persona al mondo a miglior...

Il gas da uova marce potrebbe proteggere dall'Alzheimer

15.01.2021 | Ricerche

La reputazione dell'[[acido solfidrico]] (o idrogeno solforato), di solito considerato v...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)