Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Il glutammato nel cervello mostra doti inaspettate

Counting molecules of glutamateIn una sinapsi (il punto di contatto tra due neuroni), le vescicole contengono e rilasciano/inviano (al neurone successivo) neurotrasmettitori, come il glutammato. I ricercatori sono riusciti a contare il numero di tali molecole attraverso un biosensore con uno strato ultra-sottile di enzima.

Ricercatori della Chalmers University of Technology e dell'Università di Göteborg in Svezia hanno raggiunto qualcosa che da sempre si riteneva impossibile: contare le molecole del neurotrasmettitore glutammato, rilasciato quando un segnale viene trasferito tra due cellule cerebrali. Con un nuovo metodo di analisi, hanno dimostrato che il cervello regola i segnali che usano il glutammato in più modi di quanto si pensava finora.


La possibilità di misurare l'attività e la quantità di glutammato nelle cellule del cervello è cercata da molto tempo tra i ricercatori. Il glutammato è il principale neurotrasmettitore eccitatorio nel cervello. Nonostante la sua abbondanza, e la sua influenza su molte funzioni importanti, sappiamo molto meno su di esso di altri neurotrasmettitori come la serotonina e la dopamina, perché finora il glutammato era difficile da misurare con sufficiente rapidità.


I nuovi risultati sul glutammato sono quindi molto importanti e potrebbero contribuire a migliorare la comprensione delle patologie sottostanti le malattie e le condizioni neurologiche e psichiatriche. Il rapporto tra glutammato e questi disturbi, così come la nostra memoria, il nostro appetito e altro, sono solo alcune delle domande alle quali la tecnologia appena scoperta potrebbe aiutare a rispondere.


“Quando abbiamo iniziato, tutti dicevano «questo non funzionerà mai». Ma non ci siamo arresi. Ora abbiamo un bellissimo esempio di come la scienza multi-disciplinare di base può produrre grandi passi avanti, e fornire un reale beneficio“, dice Ann-Sofie Cans, professoressa associata di chimica alla Chalmers e leader del gruppo di ricerca.


La chiave è stata fare il contrario di ciò che era stato tentato in precedenza. Invece di usare un biosensore fatto di strati spessi, hanno usato uno strato ultrasottile di enzima necessario per l'identificazione biologica. I ricercatori hanno fatto in modo che l'enzima, che è stato posto su una superficie del sensore nanostrutturato, avesse lo spessore di una sola molecola. Ciò ha reso la tecnologia dei sensori mille volte più veloce rispetto ai precedenti tentativi.


La tecnica era quindi abbastanza veloce per misurare il rilascio di glutammato da una singola vescicola sinaptica, un piccolo recipiente liquido che rilascia neurotrasmettitori alla sinapsi tra due cellule nervose. Questo è un processo che avviene in meno di un millesimo di secondo.

“Quando abbiamo visto i benefici del miglioramento della tecnologia dei sensori in termini di tempo, al posto della concentrazione, l'abbiamo fatta funzionare”, dice Ann-Sofie Cans.


La ricerca è stata effettuata in due fasi. Nella prima, il passo avanti è stato poter misurare il glutammato. Questo studio è stato pubblicato all'inizio nella primavera 2019 sulla rivista scientifica ASC Chemical Neuroscience. Nella seconda parte, che affronta la pubblicazione corrente, Ann-Sofie Cans e il suo gruppo di ricerca hanno fatto ulteriori aggiustamenti importanti e scoperte rivoluzionarie.

“Una volta costruito il sensore, siamo riusciti ad affinarlo ulteriormente. Ora, con l'aiuto di questa tecnologia, abbiamo anche sviluppato un nuovo metodo per quantificare queste piccole quantità di glutammato", spiega.


Lungo il percorso il gruppo ha avuto molte sorprese interessanti. Ad esempio, la quantità di glutammato in una vescicola sinaptica si è rivelata molto maggiore di quanto si pensava. È paragonabile per quantità alla serotonina e alla dopamina, una scoperta che è arrivata come sorpresa emozionante.


“Il nostro studio cambia la comprensione corrente del glutammato. Ad esempio, sembra che il trasporto e lo stoccaggio di glutammato nelle vescicole sinaptiche non sia così diverso come pensavamo, se confrontato con altri neurotrasmettitori come la serotonina e la dopamina”, dice Ann-Sofie Cans.


I ricercatori hanno inoltre dimostrato che le cellule nervose controllano la forza dei loro segnali chimici regolando la quantità di glutammato rilasciato dalle singole vescicole sinaptiche. Il fatto che ora si possa misurare e quantificare questo neurotrasmettitore può produrre nuovi strumenti per studi farmacologici in molte aree vitali nel campo delle neuroscienze.


Karolina Patrycja Skibicka, professoressa associata di neuroscienze e fisiologia dell'Università di Göteborg, dice:

“Il livello di misurazione offerta da questo sensore ultra-veloce del glutammato apre infinite possibilità per capire veramente la funzione del glutammato nella salute e nella malattia. La nostra conoscenza della funzione del cervello, e della sua disfunzione, è limitata dagli strumenti sperimentali che abbiamo, e questo nuovo strumento ultra-veloce ci permetterà di esaminare la comunicazione neuronale ad un livello a cui non avevamo accesso prima.

“La nuova scoperta, che la comunicazione basata sul glutammato è regolata dalla quantità di glutammato rilasciata dalle vescicole sinaptiche, pone la questione di ciò che accade a questa regolazione nelle malattie cerebrali ritenute collegate al glutammato, ad esempio l'epilessia”.

 

Glutammato e acido glutammico

Il glutammato, o acido glutammico, si trova nelle proteine ​​dei cibi. È presente naturalmente nella carne, in quasi tutte le verdure, e nel frumento e nella soia. È anche usato come additivo alimentare per migliorare i sapori, per esempio sotto forma di MSG (glutammato monosodico).


Il glutammato è un amminoacido, e una parte importante del nostro corpo. È anche un neurotrasmettitore che le cellule nervose usano per comunicare, e costituisce la base per alcune delle funzioni di base del cervello come cognizione, memoria e apprendimento. È anche importante per il sistema immunitario, per la funzione del tratto gastrointestinale, e per evitare che i microrganismi entrino nel corpo.

 

 

 


Fonte: Chalmers University of Technology (> English text) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti: Yuanmo Wang, Hoda Fathali, Devesh Mishra, Thomas Olsson, Jacqueline D. Keighron, Karolina P. Skibicka, Ann-Sofie Cans. Counting the Number of Glutamate Molecules in Single Synaptic Vesicles. J. Am. Chem. Soc. 23 Oct 2019, DOI

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali collegamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

4 Benefici segreti di un minuto di esercizio al giorno

29.12.2020 | Esperienze & Opinioni

Conosci tutti gli effetti positivi dell'esercizio fisico sul tuo corpo e sulla tua mente...

Perché è importante la diagnosi precoce di demenza?

31.07.2020 | Esperienze & Opinioni

Vedere problemi di memoria nel tuo caro anziano può essere davvero spaventoso. Magari no...

Allenamento con i pesi protegge il cervello delle persone anziane dalla demenz…

15.04.2025 | Ricerche

Uno studio, condotto presso l'Università di Stato di Campinas (Brasile), ha scoperto che dopo sei...

Ecco perché alcune persone con marcatori cerebrali di Alzheimer non hanno deme…

17.08.2018 | Ricerche

Un nuovo studio condotto all'Università del Texas di Galveston ha scoperto perché alcune...

A 18 come a 80 anni, lo stile di vita è più importante dell'età per il ri…

22.07.2022 | Ricerche

Gli individui senza fattori di rischio per la demenza, come fumo, diabete o perdita dell...

Ritmi cerebrali non sincronizzati nel sonno fanno dimenticare gli anziani

18.12.2017 | Ricerche

Come l'oscillazione della racchetta da tennis durante il lancio della palla per servire un ace, l...

'Evitare l'Alzheimer potrebbe essere più facile di quanto pensi'…

16.11.2018 | Esperienze & Opinioni

Hai l'insulino-resistenza? Se non lo sai, non sei sola/o. Questa è forse la domanda più ...

Stimolazione dell'onda cerebrale può migliorare i sintomi di Alzheimer

15.03.2019 | Ricerche

Esponendo i topi a una combinazione unica di luce e suono, i neuroscienziati del Massach...

3 modi per trasformare l'auto-critica in auto-compassione

14.08.2018 | Esperienze & Opinioni

Hai mai sentito una vocina parlare nella tua testa, riempiendoti di insicurezza? Forse l...

Il cammino può invertire l'invecchiamento del cervello?

2.09.2021 | Esperienze & Opinioni

Il cervello è costituito principalmente da due tipi di sostanze: materia grigia e bianca...

Scoperta importante sull'Alzheimer: neuroni che inducono rumore 'cop…

11.06.2020 | Ricerche

I neuroni che sono responsabili di nuove esperienze interferiscono con i segnali dei neu...

'Tau, disfunzione sinaptica e lesioni neuroassonali si associano di più c…

26.05.2020 | Ricerche

Il morbo di Alzheimer (MA) comporta il deperimento caratteristico di alcune regioni del ...

Scoperto un fattore importante che contribuisce all'Alzheimer

22.08.2022 | Ricerche

Una ricerca guidata dai dott. Yuhai Zhao e Walter Lukiw della Luisiana State University ...

Nuova teoria sulla formazione dei ricordi nel cervello

9.03.2021 | Ricerche

Una ricerca eseguita all'Università del Kent ha portato allo sviluppo della teoria MeshC...

IFITM3: la proteina all'origine della formazione di placche nell'Alz…

4.09.2020 | Ricerche

Il morbo di Alzheimer (MA) è una malattia neurodegenerativa caratterizzata dall'accumulo...

La scoperta del punto di svolta nell'Alzheimer può migliorare i test di n…

20.05.2022 | Ricerche

 Intervista al neurologo William Seeley della Università della California di San Francisco

...

Subiamo un 'lavaggio del cervello' durante il sonno?

4.11.2019 | Ricerche

Una nuova ricerca eseguita alla Boston University suggerisce che questa sera durante il ...

Perché dimentichiamo? Nuova teoria propone che 'dimenticare' è in re…

17.01.2022 | Ricerche

Mentre viviamo creiamo innumerevoli ricordi, ma molti di questi li dimentichiamo. Come m...

Zen e mitocondri: il macchinario della morte rende più sana la vita

20.11.2023 | Ricerche

Sebbene tutti noi aspiriamo a una vita lunga, ciò che è più ambito è un lungo periodo di...

Ricercatori del MIT recuperano con la luce i ricordi 'persi'

29.05.2015 | Ricerche

I ricordi che sono stati "persi" a causa di un'amnesia possono essere richiamati attivando le cel...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)

Seguici su

 
enfrdeites

We use cookies

We use cookies on our website. Some of them are essential for the operation of the site, while others help us to improve this site and the user experience (tracking cookies). You can decide for yourself whether you want to allow cookies or not. Please note that if you reject them, you may not be able to use all the functionalities of the site.