Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Identificato il circuito che forma i ricordi durante il sonno

brandon-hauer-identifies-circuit-for-memories-during-sleep.jpg

Neuroscienziati dell'Università di Alberta hanno identificato un meccanismo che può aiutare a formare i ricordi durante il sonno profondo, secondo un nuovo studio.


Questo studio si è concentrato sul ruolo del nucleo reuniens, un'area che collega altre due strutture cerebrali coinvolte nella creazione di memoria (la corteccia prefrontale e l'ippocampo) e può coordinare la loro attività durante il sonno a onde lente.


Brandon Hauer, dottorando della Facoltà di Scienze e primo autore dello studio, ha spiegato:

“Le onde lente durante il sonno favoriscono i nostri ricordi di esperienze personali, probabilmente per merito dell'attività coordinata nella corteccia prefrontale e nell'ippocampo. Abbiamo scoperto che il nucleo reuniens è responsabile di coordinare le onde lente e sincrone tra queste due strutture. Ciò significa che il reuniens può avere un ruolo essenziale nel consolidamento durante il sonno dei ricordi di eventi“.


Il sonno a onde lente è la fase più profonda del sonno, durante il quale il cervello oscilla a un ritmo molto lento, una volta al secondo. È fondamentale per il recupero muscolare e cerebrale, e ha dimostrato di avere un ruolo nel consolidamento della memoria.


Hauer, che ha condotto la ricerca sotto la supervisione di Clay Dickson, professore del Dipartimento di Psicologia e di Silvia Pagliardini, professoressa associata nel Dipartimento di Fisiologia, ha aggiunto:

“Prima di questo studio, non sapevamo cosa era responsabile di collegare la corteccia prefrontale e l'ippocampo. Questa zona sotto-studiata e relativamente sconosciuta del cervello probabilmente ha un ruolo sostanziale nella formazione dei ricordi a lungo termine durante il sonno. Quindi, se hai studiato duramente per un esame e poi ci hai dormito su, forse dovrai ringraziare il tuo nucleo reuniens per trasformare questa conoscenza in un ricordo più permanente”.


Hauer, Dickson e la Pagliardini fanno parte dell'Istituto di Neuroscienze e Salute Mentale  dell'Università di Alberta, un consorzio dedicato all'esplorazione del funzionamento del sistema nervoso, delle basi delle malattie, e della traduzione delle scoperte in un miglioramento delle opzioni di prevenzione e trattamento.

 

 

 


Fonte: Katie Willis in University of Alberta (> English text) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti: Brandon Hauer, Silvia Pagliardini, Clayton Dickson. The Reuniens Nucleus of the Thalamus Has an Essential Role in Coordinating Slow-Wave Activity between Neocortex & Hippocampus. eNeuro, 23/9/2019, DOI

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali collegamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

Preoccupazione, gelosia e malumore alzano rischio di Alzheimer per le donne

6.10.2014 | Ricerche

Le donne che sono ansiose, gelose o di cattivo umore e angustiate in me...

Microglia: ‘cellule immunitarie’ che proteggono il cervello dalle malattie, ma…

28.05.2020 | Esperienze & Opinioni

Sappiamo che il sistema immunitario del corpo è importante per tenere tutto sotto controllo e per...

Proteine grumose induriscono i capillari del cervello: nuovo fattore di rischi…

11.09.2020 | Ricerche

I depositi di una proteina chiamata 'Medin', che è presente in quasi tutti gli anziani, ...

Orienteering: un modo per addestrare il cervello e contrastare il declino cogn…

27.01.2023 | Ricerche

Lo sport dell'orienteering (orientamento), che attinge dall'atletica, dalle capacità di ...

Relazioni personali ricche migliorano il funzionamento del cervello

22.06.2020 | Ricerche

Come interagiscono gli individui, come si percepiscono uno con l'altro, e i pensieri e i...

I ricordi perduti potrebbero essere ripristinati: speranza per l'Alzheime…

21.12.2014 | Ricerche

Una nuova ricerca effettuata alla University of California di ...

Gli interventi non farmacologici per l'Alzheimer sono sia efficaci che co…

19.04.2023 | Ricerche

Un team guidato da ricercatori della Brown University ha usato una simulazione al computer per di...

Ecco perché alcune persone con marcatori cerebrali di Alzheimer non hanno deme…

17.08.2018 | Ricerche

Un nuovo studio condotto all'Università del Texas di Galveston ha scoperto perché alcune...

Goccioline liquide dense come computer cellulari: nuova teoria sulla causa del…

22.09.2022 | Ricerche

Un campo emergente è capire come gruppi di molecole si condensano insieme all'interno de...

Scienziati dicono che si possono recuperare i 'ricordi persi' per l…

4.08.2017 | Ricerche

Dei ricordi dimenticati sono stati risvegliati nei topi con Alzheimer, suggerendo che la...

Infezione cerebrale da funghi produce cambiamenti simili all'Alzheimer

26.10.2023 | Ricerche

Ricerche precedenti hanno implicato i funghi in condizioni neurodegenerative croniche co...

Dott. Perlmutter: Sì, l'Alzheimer può essere invertito!

6.12.2018 | Ricerche

Sono spesso citato affermare che non esiste un approccio farmaceutico che abbia un'effic...

Rete nascosta di enzimi responsabile della perdita di sinapsi nell'Alzhei…

8.12.2020 | Ricerche

Un nuovo studio sul morbo di Alzheimer (MA) eseguito da scienziati dello Scripps Researc...

Smontata teoria prevalente sull'Alzheimer: dipende dalla Tau, non dall�…

2.11.2014 | Ricerche

Una nuova ricerca che altera drasticamente la teoria prevalente sull'or...

LATE: demenza con sintomi simili all'Alzheimer ma con cause diverse

3.05.2019 | Ricerche

È stato definito un disturbo cerebrale che imita i sintomi del morbo di Alzheimer (MA), ...

Fruttosio prodotto nel cervello può essere un meccanismo che guida l'Alzh…

29.09.2020 | Ricerche

Una nuova ricerca rilasciata dalla University of Colorado propone che il morbo di Alzhei...

L'impatto del sonno su cognizione, memoria e demenza

2.03.2023 | Ricerche

Riduci i disturbi del sonno per aiutare a prevenire il deterioramento del pensiero.

"Ci...

Nuovo farmaco previene le placche amiloidi, un segno specifico di Alzheimer

8.03.2021 | Ricerche

Le placche di amiloide sono caratteristiche patologiche del morbo di Alzheimer (MA): son...

Scoperta inaspettata: proteine infiammatorie possono rallentare il declino cog…

5.07.2021 | Ricerche

Finora la ricerca aveva collegato l'infiammazione al morbo di Alzheimer (MA), però scien...

Qualità della vita peggiora quando l'Alzheimer è complicato dal cancro

28.04.2023 | Esperienze & Opinioni

Che considerazioni si possono fare per una persona con Alzheimer che riceve anche la diagnosi di can...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)