Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Nuova luce sul modo in cui il cervello forma e richiama i ricordi

different parts of brain

Neuroscienziati dell'Università di Birmingham hanno dimostrato come diverse parti del cervello umano lavorano insieme per creare e recuperare la memoria episodica.


I modelli hanno suggerito che, durante la formazione di un ricordo, le informazioni sono instradate dalla corteccia all'ippocampo, mentre il recupero di una memoria dovrebbe vedere l'inversione di quel flusso di informazioni.


I ricercatori di Birmingham hanno dimostrato, per la prima volta negli esseri umani, che questo flusso di informazioni da e verso l'ippocampo può essere monitorato da oscillazioni cerebrali: le onde alfa riflettono l'attività corticale, mentre le oscillazioni gamma rispecchiano l'attività dell'ippocampo.


I pazienti che soffrono di perdita di memoria possono trarre beneficio dalla ricerca, che getta nuova luce sul modo in cui il cervello elabora e recupera i ricordi. Con la guida dell'autore senior dott. Simon Hanslmayr, i ricercatori dell'Università di Birmingham e dell'Ospedale universitario di Erlangen in Germania hanno pubblicato i loro risultati sulla rivista PNAS.


Il dott. Hanslmayr, reader [professore con meriti speciali di ricerca] in Neuroscienze Cognitive, ha commentato:

“Per aggiustare qualcosa che è rotto, uno ha bisogno di capire come funziona, per cominciare. Il nostro studio mostra come la neocorteccia e l'ippocampo interagiscono per formare e recuperare i ricordi.

“Comprendere questa interazione è cruciale per sviluppare dispositivi di neurostimolazione che possono contribuire ad alleviare i problemi di memoria nella popolazioni clinica. La nostra fresca comprensione aiuterà a rispondere a una domanda fondamentale nel campo delle neuroscienze moderne, vale a dire come interagiscono le diverse regioni del cervello per creare ricordi“.


La memoria episodica è un ricordo molto dettagliato di un evento vissuto in prima persona. La formazione e il recupero di tali ricordi dipende dall'elaborazione del cervello di informazioni rilevanti dell'evento e dal legare queste informazioni in un episodio coerente.


La teoria esistente suggerisce che l'elaborazione delle informazioni è resa possibile dalle reti oscillatorie alfa/beta neocorticali, mentre la creazione della memoria è facilitata dalle oscillazioni theta e gamma dell'ippocampo.


Questo quadro teorico propone che i due meccanismi debbano cooperare, poiché un guasto isolato di uno produrrebbe lo stesso risultato indesiderabile: una traccia di memoria incompleta.


I ricercatori di Birmingham ed Erlangen hanno scoperto quell'accoppiamento direzionale tra le due regioni cerebrali, con cali di potenza nella neocorteccia che precedono e predicono aumenti di potenza nell'ippocampo durante la formazione della memoria.
Essi hanno osservato che il processo si inverte durante il richiamo della memoria, con incrementi di potenza nell'ippocampo che precedono e prevedono aumenti di potenza neocorticali.


Il dott. Hanslmayr ha commentato:

“Questi risultati suggeriscono che un flusso bidirezionale di informazioni tra neocorteccia e ippocampo è fondamentale per la formazione e il recupero di ricordi episodici.

“Abbiamo trovato l'evidenza di questa interazione, oltre a dimostrare che frequenze gamma ippocampali distinte contribuiscono alla formazione e al recupero della memoria, con la gamma ‘veloce’ che rende possibile la codifica e la gamma ‘lenta’ che facilita il recupero”.

 

 

 


Fonte: University of Birmingham (> English text) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti: Benjamin J. Griffiths, George Parish, Frederic Roux, Sebastian Michelmann, Mircea van der Plas, Luca D. Kolibius, Ramesh Chelvarajah, David T. Rollings, Vijay Sawlani, Hajo Hamer, Stephanie Gollwitzer, Gernot Kreiselmeyer, Bernhard Staresina, Maria Wimber, Simon Hanslmayr. Directional coupling of slow and fast hippocampal gamma with neocortical alpha/beta oscillations in human episodic memory. PNAS, 9 Oct '19, DOI

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali collegamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

Infezione cerebrale da funghi produce cambiamenti simili all'Alzheimer

26.10.2023 | Ricerche

Ricerche precedenti hanno implicato i funghi in condizioni neurodegenerative croniche co...

Demenze: forti differenze regionali nell’assistenza, al Nord test diagnostici …

30.01.2024 | Annunci & info

In Iss il Convegno finale del Fondo per l’Alzheimer e le Demenze, presentate le prime linee guida...

Cibo per pensare: come la dieta influenza il cervello per tutta la vita

7.10.2024 | Esperienze & Opinioni

Una quantità di ricerche mostra che ciò che mangiamo influenza la capacità del corpo di ...

4 Benefici segreti di un minuto di esercizio al giorno

29.12.2020 | Esperienze & Opinioni

Conosci tutti gli effetti positivi dell'esercizio fisico sul tuo corpo e sulla tua mente...

Variante della proteina che causa l'Alzheimer protegge dalla malattia

15.02.2021 | Ricerche

Le scoperte di un nuovo studio sul morbo di Alzheimer (MA), guidato da ricercatori dell...

Cerca il tuo sonno ideale: troppo e troppo poco legati al declino cognitivo

28.10.2021 | Ricerche

Come tante altre cose buone della vita, il sonno fa meglio se è moderato. Uno studio plu...

36 abitudini quotidiane che riducono il rischio di Alzheimer

2.07.2018 | Esperienze & Opinioni

Sapevi che mangiare carne alla griglia potrebbe aumentare il rischio di demenza? O che s...

Scoperto nuovo colpevole del declino cognitivo nell'Alzheimer

7.02.2019 | Ricerche

È noto da tempo che i pazienti con morbo di Alzheimer (MA) hanno anomalie nella vasta re...

IFITM3: la proteina all'origine della formazione di placche nell'Alz…

4.09.2020 | Ricerche

Il morbo di Alzheimer (MA) è una malattia neurodegenerativa caratterizzata dall'accumulo...

Sciogliere il Nodo Gordiano: nuove speranze nella lotta alle neurodegenerazion…

28.03.2019 | Ricerche

Con un grande passo avanti verso la ricerca di un trattamento efficace per le malattie n...

Scoperto il punto esatto del cervello dove nasce l'Alzheimer: non è l…

17.02.2016 | Ricerche

Una regione cruciale ma vulnerabile del cervello sembra essere il primo posto colpito da...

Con l'età cala drasticamente la capacità del cervello di eliminare le pro…

31.07.2015 | Ricerche

Il fattore di rischio più grande per l'Alzheimer è l'avanzare degli anni. Dopo i 65, il rischio r...

Perché vivere in un mondo ‘incredibilmente tossico’ aumenta il rischio di Alzh…

6.05.2020 | Denuncia & advocacy

Sei preoccupato per la minaccia del morbo di Alzheimer (MA), e ti stai chiedendo che cos...

Scoperta importante sull'Alzheimer: neuroni che inducono rumore 'cop…

11.06.2020 | Ricerche

I neuroni che sono responsabili di nuove esperienze interferiscono con i segnali dei neu...

Scienziati dicono che si possono recuperare i 'ricordi persi' per l…

4.08.2017 | Ricerche

Dei ricordi dimenticati sono stati risvegliati nei topi con Alzheimer, suggerendo che la...

Scoperta inaspettata: proteine infiammatorie possono rallentare il declino cog…

5.07.2021 | Ricerche

Finora la ricerca aveva collegato l'infiammazione al morbo di Alzheimer (MA), però scien...

Interleuchina3: la molecola di segnalazione che può prevenire l'Alzheimer…

20.07.2021 | Ricerche

Una nuova ricerca su esseri umani e topi ha identificato una particolare molecola di seg...

L'invecchiamento è guidato da geni sbilanciati

21.12.2022 | Ricerche

Il meccanismo appena scoperto è presente in vari tipi di animali, compresi gli esseri umani.

Zen e mitocondri: il macchinario della morte rende più sana la vita

20.11.2023 | Ricerche

Sebbene tutti noi aspiriamo a una vita lunga, ciò che è più ambito è un lungo periodo di...

Perché le cadute sono così comuni nell'Alzheimer e nelle altre demenze?

4.09.2020 | Esperienze & Opinioni

Le cadute hanno cause mediche o ambientali

Una volta che si considerano tutte le divers...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)

Seguici su

 
enfrdeites

We use cookies

We use cookies on our website. Some of them are essential for the operation of the site, while others help us to improve this site and the user experience (tracking cookies). You can decide for yourself whether you want to allow cookies or not. Please note that if you reject them, you may not be able to use all the functionalities of the site.