Gli schemi di sonno possono predire l'accumulo di proteine patologiche del morbo di Alzheimer (MA) più avanti nella vita, secondo un nuovo studio su anziani pubblicato in JNeurosci.
Questi risultati potrebbero portare a nuove diagnosi precoci basate sul sonno e a misure di prevenzione nel trattamento del MA.
Il MA è associato ad un sonno interrotto e all'accumulo di proteine tau e amiloide-β nel cervello, che possono emergere molto tempo prima che compaiano i disturbi caratteristici della memoria.
Due tipi di onde del sonno dell'ippocampo, le oscillazioni lente e i fusi del sonno, sono sincronizzati negli individui sani, ma non nei pazienti di MA.
Matthew Walker, Joseph Winer e i colleghi dell'Università della California di Berkeley hanno riscontrato che un calo di sincronizzazione tra oscillazioni lente e fusi del sonno era associato a maggiori quantità di tau, mentre un'ampiezza ridotta dell'attività delle onde lente era associata a livelli più alti di amiloide-β.
I ricercatori hanno anche scoperto che una diminuzione della quantità di sonno durante l'invecchiamento, dai 50 agli 80 anni di età, era associata a livelli più alti di amiloide-β e tau più tardi nella vita.
Ciò significa che i cambiamenti nell'attività cerebrale durante il sonno e la quantità di sonno durante questi periodi di tempo potrebbero servire come segnale di avvertimento per il MA, consentendo cure precoci preventive.
Fonte: Society for Neuroscience (> English text) - Traduzione di Franco Pellizzari.
Riferimenti: Joseph Winer, Bryce Mander, Randolph Helfrich, Anne Maass, Theresa Harrison, Suzanne Baker, Robert Knight, William Jagust and Matthew Walker. Sleep as a potential biomarker of tau and β-amyloid burden in the human brain. Journal of Neuroscience, 17 June 2019, DOI: 10.1523/jneurosci.0503-19.2019
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