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Altre prove che un test del sangue può rilevare l'Alzheimer

Un nuovo studio conferma che un semplice esame del sangue può rivelare se vi è un'accelerazione del danno alle cellule nervose nel cervello.


I ricercatori hanno analizzato la 'neurofilament light protein' (NFL) in campioni di sangue da pazienti con morbo di Alzheimer (MA).


Lo studio, pubblicato di recente su JAMA Neurology, suggerisce che la concentrazione NFL nel sangue potrebbe indicare se un farmaco influenza effettivamente la perdita di cellule nervose.


I campioni di sangue erano stati raccolti per diversi anni, e in più occasioni, da 1.182 pazienti con diversi gradi di compromissione cognitiva e da 401 soggetti sani del gruppo di controllo.


Negli ultimi anni sono stati sviluppati metodi molto sensibili per misurare la presenza di alcune sostanze nel sangue, che possono indicare danni al cervello e malattie neurologiche come il Parkinson, la sclerosi multipla (SM) e l'Alzheimer. La 'neurofilament light protein' (NFL) è una di queste sostanze.


"I metodi standard per indicare il danno delle cellule nervose comportano la misurazione del livello del paziente di certe sostanze, attraverso una puntura lombare, o con una risonanza magnetica cerebrale. Questi metodi sono complicati, richiedono tempo e sono costosi. Misurare la NFL nel sangue può essere più economico e anche più facile per il paziente", spiega Niklas Mattsson, ricercatore dell'Università di Lund e medico dell'ospedale universitario di Skåne, che ha guidato lo studio.


Quando le cellule nervose del cervello sono danneggiate o muoiono, la proteina NFL si riversa nel liquido cerebrospinale e poi nel sangue. In precedenza era noto che i livelli di NFL sono elevati tra le persone con malattie neurodegenerative, ma mancavano studi a lungo termine.


"Abbiamo scoperto che la concentrazione di NFL aumenta nel tempo nel MA e che questi livelli elevati sono anche in linea con l'accumulo di danno cerebrale, che possiamo misurare con i prelievi lombari o la risonanza magnetica", afferma Niklas Mattsson.


Il nuovo studio si concentra sulla forma comune della malattia, Il MA sporadico. È una delle malattie croniche più diffuse al mondo e la causa più comune di demenza. I ricercatori hanno analizzato un gran numero di campioni di sangue raccolti per diversi anni da un totale di 1.583 pazienti.


"Uno studio tedesco-americano su piccola scala pubblicato di recente ha presentato risultati simili sul MA familiare, una forma molto rara della malattia che è fortemente correlata all'ereditarietà. Presi insieme, questi studi indicano che la NFL nel sangue può essere usata per misurare il danno alle cellule cerebrali in varie forme di MA", afferma Niklas Mattsson.


Il MA è una malattia complessa, difficile da diagnosticare, che si sviluppa gradualmente. La malattia comporta il deterioramento delle funzioni cognitive e fisiche insieme all'atrofia e alla morte delle cellule cerebrali. Allo stato attuale, non esiste un trattamento che possa ridurre la perdita di cellule nervose nel cervello. Sono disponibili farmaci per mitigare i disturbi cognitivi, ma non per rallentare il decorso della malattia.


Le misurazioni della concentrazione di NFL nel sangue potrebbero indicare se un medicinale sta effettivamente influenzando la perdita delle cellule nervose, quando è stato raggiunto un dosaggio ottimale del farmaco o se deve essere provato un altro farmaco.


Niklas Mattsson afferma:

"Nell'ambito dello sviluppo di farmaci può essere utile rilevare gli effetti della sostanza sperimentato in una fase precoce e poter testare su persone che non hanno ancora il MA pieno.

"Nei precedenti esperimenti di farmaci c'è stata una notevole incertezza sugli effetti dei farmaci. Ci sono diverse ragioni per questo. Ad esempio, alcuni dei pazienti coinvolti probabilmente non avevano il MA. In altri casi, non è chiaro se il farmaco sia stato dato troppo tardi nel corso della malattia.

"Misurare la concentrazione di NFL nel sangue potrebbe rendere le cose più facili per lo sviluppo futuro del farmaco, sia seguendone gli effetti che includendo i soggetti del test che mostrano marcatori di deterioramento delle cellule nervose. Questo approccio consentirà di trarre conclusioni più attendibili dai risultati".


Niklas Mattsson sottolinea l'importanza di continuare ad esaminare quanto sia sensibile la misurazione della NFL nel sangue come marcatore di MA e cosa ci si può aspettare dai cambiamenti longitudinali. Anche gli effetti dei farmaci promettenti devono essere confermati in nuovi studi sui farmaci.


Tuttavia, egli ritiene che il metodo non sia lontano dal diventare una procedura clinica standard:

"È in corso del lavoro preparatorio all'ospedale universitario Sahlgrenska di Göteborg per rendere questo metodo disponibile come procedura clinica nel prossimo futuro. I medici possono quindi usare il metodo per misurare il danno alle cellule nervose nel MA e in altri disturbi cerebrali attraverso un semplice esame del sangue".

 

 

 


Fonte: Lund University (> English text) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti: Niklas Mattsson, Nicholas C. Cullen, Ulf Andreasson, Henrik Zetterberg, Kaj Blennow. Association Between Longitudinal Plasma Neurofilament Light and Neurodegeneration in Patients With Alzheimer Disease. JAMA Neurology, 22 Apr 2019, DOI: 10.1001/jamaneurol.2019.0765

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Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

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