Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Il tatto può produrre ricordi dettagliati e duraturi

touch memory

Esplorare gli oggetti attraverso il tatto può generare ricordi dettagliati e duraturi di quegli oggetti, anche quando non intendiamo memorizzare i dettagli dell'oggetto, secondo i risultati di uno studio pubblicato su Psychological Science.


"Una scoperta particolarmente interessante è stata che i partecipanti hanno identificato visivamente un oggetto che non avevano mai visto, ma solo toccato una settimana prima, senza l'intenzione di memorizzarlo", afferma il ricercatore Fabian Hutmacher dell'Università di Ratisbona. "Questo è ancora più notevole in quanto gli oggetti in competizione nel test di riconoscimento appartenevano alla stessa categoria di base; cioè, l'oggetto presentato in precedenza era identificabile solo sulla base di dettagli tattili, ma non su dettagli visivi molto più salienti".


"Lo studio sfida i modelli cognitivi e neurali esistenti di archiviazione e recupero della memoria, in quanto questi modelli non sembrano capaci di tenere conto della grande quantità di informazioni immagazzinate", aggiunge Hutmacher.


Rispetto alle informazioni visive, si sa relativamente poco sulla memoria a lungo termine per le informazioni rilevate attraverso altre modalità. Hutmacher e il coautore Christof Kuhbandner hanno quindi deciso di concentrarsi specificamente sulle esperienze tattili o basate sul tatto.


In un esperimento, i partecipanti hanno indossato una benda mentre esploravano 168 oggetti di uso quotidiano (come una penna) per 10 secondi ciascuno. I ricercatori hanno detto ai partecipanti che in seguito avrebbero avuto un test sugli oggetti, quindi dovevano prestare molta attenzione alla consistenza, alla forma e al peso di ciascun oggetto.


I partecipanti, ancora bendati, hanno completato un test di memoria tattile per metà degli oggetti subito dopo averli esplorati. Hanno preso in mano ogni oggetto che avevano esplorato e un oggetto simile nuovo che era distinguibile solo da dettagli sottili. Il loro compito era indicare quale oggetto avevano esplorato prima. Hanno completato lo stesso test con l'altra metà degli oggetti 1 settimana dopo.


I partecipanti hanno mostrato un ricordo quasi perfetto nel test che ha seguito il periodo di esplorazione, identificando correttamente l'oggetto che avevano esplorato il 94% delle volte. Sorprendentemente, i partecipanti hanno mostrato anche 1 settimana dopo una robusta memoria per gli oggetti originali, con una precisione dell'84%.


Ma avrebbero ricordato ancora gli oggetti così bene se non li avessero memorizzati intenzionalmente? E gli oggetti che sono stati esplorati al tatto potevano essere riconosciuti attraverso una diversa modalità sensoriale?


In un secondo esperimento, un nuovo gruppo di partecipanti ha esplorato gli stessi 168 oggetti senza sapere che sarebbero stati testati su di essi. Invece, gli sperimentatori hanno detto loro che stavano studiando i giudizi estetici e hanno chiesto ai partecipanti di valutare la piacevolezza di ciascun oggetto in base a consistenza, forma e peso.


I partecipanti sono tornati 1 settimana dopo per un test di memoria a sorpresa, completando un compito di riconoscimento basato sul tocco bendato per metà degli oggetti. Per il resto degli oggetti, hanno completato un compito di riconoscimento visivo, in cui hanno visto l'oggetto originale e un oggetto simile collocato su un tavolo, e hanno indicato quale avevano esplorato in precedenza. Dopo ogni prova, i partecipanti hanno anche riferito se avevano risposto in base ai dettagli della loro esplorazione tattile, sentendo una vaga familiarità o semplicemente cercando di indovinare.


Ancora una volta, i risultati hanno mostrato che i partecipanti hanno ricordato gli oggetti con alta precisione. Nel test con gli occhi bendati, i partecipanti hanno risposto correttamente al 79% dei tentativi. Nel test visivo inter-modale, i partecipanti hanno identificato l'oggetto corretto il 73% delle volte.


Per entrambi i test, i partecipanti erano più precisi per gli oggetti dei quali dicevano di aver ricordato i dettagli, erano moderatamente accurati per gli oggetti che sembravano vagamente familiari e meno accurati per quelli su cui avevano tirato a indovinare. In particolare, i partecipanti hanno mostrato un riconoscimento migliore della casualità anche quando hanno riferito di aver cercato di indovinare.


Il fatto che i partecipanti possano riconoscere gli oggetti attraverso le modalità sensoriali è intrigante, dato che gli oggetti familiari e quelli nuovi differivano solo per dettagli sottili che dovrebbero essere distinti sulla base delle esperienze tattili.


"Questi risultati suggeriscono che la mente umana memorizza senza sforzo e automaticamente rappresentazioni dettagliate e durature di una vasta quantità di esperienze percettive, comprese quelle tattili", dice Hutmacher. "Vogliamo esplorare l'idea che la memorizzazione di una quantità così grande di informazioni può essere realmente funzionale, in quanto può guidare il nostro comportamento e contribuire alla sua messa a punto, senza essere accompagnata da un'esperienza consapevole".

 

 

 


Fonte: Association for Psychological Science (> English text) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti: Fabian Hutmacher, Christof Kuhbandner. Long-Term Memory for Haptically Explored Objects: Fidelity, Durability, Incidental Encoding, and Cross-Modal Transfer. Psychological Science, 2018; 095679761880364 DOI: 10.1177/0956797618803644

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali collegamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

Microglia: ‘cellule immunitarie’ che proteggono il cervello dalle malattie, ma…

28.05.2020 | Esperienze & Opinioni

Sappiamo che il sistema immunitario del corpo è importante per tenere tutto sotto controllo e per...

Ricercatori delineano un nuovo approccio per trattare le malattie degenerative

8.05.2024 | Ricerche

Le proteine sono i cavalli da soma della vita. Gli organismi li usano come elementi costitutivi, ...

Diagnosi di Alzheimer: prenditi del tempo per elaborarla, poi vai avanti con m…

4.12.2023 | Esperienze & Opinioni

Come posso accettare la diagnosi di Alzheimer?

Nathaniel Branden, compianto psicoterape...

L'impatto del sonno su cognizione, memoria e demenza

2.03.2023 | Ricerche

Riduci i disturbi del sonno per aiutare a prevenire il deterioramento del pensiero.

"Ci...

Ricetta per una vita felice: ingredienti ordinari possono creare lo straordina…

9.09.2019 | Esperienze & Opinioni

Se potessi porre ad ogni essere umano sulla Terra una domanda - qual è la ricetta per un...

Dosi basse di radiazioni possono migliorare la qualità di vita nell'Alzhe…

6.05.2021 | Ricerche

Individui con morbo di Alzheimer (MA) grave hanno mostrato notevoli miglioramenti nel co...

Scoperto il punto esatto del cervello dove nasce l'Alzheimer: non è l…

17.02.2016 | Ricerche

Una regione cruciale ma vulnerabile del cervello sembra essere il primo posto colpito da...

Il ruolo sorprendente delle cellule immunitarie del cervello

21.12.2020 | Ricerche

Una parte importante del sistema immunitario del cervello, le cellule chiamate microglia...

Scoperta nuova causa di Alzheimer e di demenza vascolare

21.09.2023 | Ricerche

Uno studio evidenzia la degenerazione delle microglia nel cervello causata dalla tossicità del ferro...

Aumentano le evidenze di origini alternative delle placche di Alzheimer

13.06.2022 | Ricerche

I risultati di uno studio potrebbero spiegare perché i farmaci progettati per rimuovere i depositi d...

Marito riferisce un miglioramento 'miracoloso' della moglie con Alzh…

28.09.2018 | Annunci & info

Una donna di Waikato (Nuova Zelanda) potrebbe essere la prima persona al mondo a miglior...

Sciogliere il Nodo Gordiano: nuove speranze nella lotta alle neurodegenerazion…

28.03.2019 | Ricerche

Con un grande passo avanti verso la ricerca di un trattamento efficace per le malattie n...

Studio dimostra il ruolo dei batteri intestinali nelle neurodegenerazioni

7.10.2016 | Ricerche

L'Alzheimer (AD), il Parkinson (PD) e la sclerosi laterale amiotrofica (SLA) sono tutte ...

Preoccupazione, gelosia e malumore alzano rischio di Alzheimer per le donne

6.10.2014 | Ricerche

Le donne che sono ansiose, gelose o di cattivo umore e angustiate in me...

Tre modi per smettere di preoccuparti

29.07.2020 | Esperienze & Opinioni

Sai di essere una persona apprensiva se ti identifichi con Flounder in La Sirenetta o co...

Meccanismo neuroprotettivo alterato dai geni di rischio dell'Alzheimer

11.01.2022 | Ricerche

Il cervello ha un meccanismo naturale di protezione contro il morbo di Alzheimer (MA), e...

Paesi asiatici assistono gli anziani in modo diverso: ecco cosa possiamo impar…

28.10.2020 | Esperienze & Opinioni

A differenza dei paesi occidentali, le culture tradizionali asiatiche mettono un forte a...

Identificata nuova forma di Alzheimer ad esordio molto precoce

16.06.2020 | Ricerche

Ricercatori della Mayo Clinic hanno definito una forma di morbo di Alzheimer (MA) che co...

Smontata teoria prevalente sull'Alzheimer: dipende dalla Tau, non dall�…

2.11.2014 | Ricerche

Una nuova ricerca che altera drasticamente la teoria prevalente sull'or...

Falsi miti: perché le persone sono così pessimiste sulla vecchiaia?

4.06.2020 | Esperienze & Opinioni

Non smettiamo di giocare perché invecchiamo, ma invecchiamo perché smettiamo di giocare ...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)

Seguici su

 
enfrdeites

We use cookies

We use cookies on our website. Some of them are essential for the operation of the site, while others help us to improve this site and the user experience (tracking cookies). You can decide for yourself whether you want to allow cookies or not. Please note that if you reject them, you may not be able to use all the functionalities of the site.