Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Formazione del personale e meno farmaci dannosi generano risparmi nelle case di cura

Migliorare la formazione del personale nelle case di cura e ridurre la dipendenza da farmaci dannosi fa risparmiare cifre importanti ogni anno, oltre a migliorare la qualità della vita e ridurre l'agitazione nella demenza, come dimostrato da una nuova ricerca.


Un team guidato congiuntamente dall'Università di Exeter, dal King's College London e dall'Oxford Health NHS Foundation Trust ha esaminato l'efficacia in termini di costi di uno studio condotto su 549 ospiti in 69 case di cura, con agitazione clinicamente significativa nella demenza.


La ricerca è stata finanziata dal National Institute for Health Research e pubblicata su Alzheimer's & Dementia. Ha confrontato i residenti che ricevono un trattamento abituale con coloro che ricevono un trattamento nell'ambito del programma di formazione Wellbeing and Health for people with Dementia (WHELD). Il team ha analizzato i risultati relativi a costi sanitari, assistenza sociale, agitazione e qualità della vita.


WHELD ha ottenuto risultati migliori in ogni area, rispetto al trattamento attuale, facendo risparmiare fino a 4.000 sterline (circa 4.550 €) per casa di cura durante lo studio di nove mesi - o fino a 2.000 sterline (2.300€) una volta preso in considerazione il costo di WHELD. I risparmi derivano da una riduzione delle emergenze e dei ricoveri ordinari in ospedale e da meno contatti con i medici generici, in parte a causa della minore agitazione.


Lo studio ha rilevato che il programma WHELD costava 660 sterline (758€) per ospite per acquisire miglioramenti significativi nella qualità della vita.


Quando sono stati approvati per la prima volta nel Regno Unito, i farmaci inibitori della colinesterasi più usati costavano circa £ 35.000 (40.000€) per ottenere valori simili di miglioramento. Il programma costa circa £ 1.400 (1.600€) per ospite per migliorare significativamente l'agitazione. Sappiamo che i farmaci prescritti per questo scopo aumentano i danni alle persone con demenza.


L'autore senior, Clive Ballard, professore di malattie legate all'età dell'Università di Exeter, ha dichiarato: "Le persone con demenza che vivono nelle case di cura sono tra le più vulnerabili della nostra società. Ora sappiamo di avere un programma che offre un enorme valore nel migliorare la loro qualità di vita e di ridurre l'agitazione - e ora sappiamo che questo consente di risparmiare denaro in modo cruciale: la nostra ricerca ha dimostrato in precedenza che solo quattro dei 170 manuali di formazione per caregiver disponibili sul mercato erano basati su prove che funzionassero. Dobbiamo diffondere questo programma a beneficio di chi ha bisogno".


L'autore corrispondente, Renee Romeo, docente senior di economia sanitaria al King's College di Londra, ha dichiarato: "Man mano che la demenza progredisce, la persona avrà bisogno di cure e sostegno più intensi e spesso l'assistenza residenziale è considerata l'opzione migliore da coloro che si prendono cura di loro. La nostra ricerca può aiutare le decisioni sulle opzioni di cura e trattamento in questi contesti, fornendo la prova che esistono risposte efficaci ed economiche per la cura, dopo le consultazioni sulle preferenze individuali. Mancare di riconoscere e introdurre tali interventi non è solo eticamente discutibile ma molto costoso".


Il programma WHELD prevede la formazione di due 'campioni' dell'assistenza da parte di ciascuna casa per fornire assistenza centrata sulla persona, che coinvolge le persone nelle decisioni che le riguardano. Ricerche precedenti hanno rilevato che l'ospite di una casa di cura media si impegna in soli due minuti di interazione sociale in un periodo di sei ore.


WHELD aumenta questo a dieci minuti di attività, concentrandosi sugli interessi dell'ospite. Include anche l'addestramento dei medici di base per ridurre la prescrizione di antipsicotici, noti per aumentare significativamente il rischio di ictus e morte nelle persone con demenza.


Sally Copley, direttrice delle politiche dell'Alzheimer's Society, ha commentato:

"Poiché il 70% delle persone nelle case di cura ha una demenza, è essenziale che il personale che lavora lì abbia la formazione giusta per fornire assistenza di buona qualità.

"Questo studio supporta ciò che sappiamo dalla nostra ricerca: la formazione è fondamentale per fornire questo tipo di assistenza specialistica e ha enormi benefici per le persone con demenza nelle case di cura e per il sistema più ampio, e che gli anti-psicotici sono spesso abusati e a volte dannosi - un'area su cui abbiamo lavorato per molti anni. Con molte case di cura sull'orlo del collasso e il NHS sotto pressione, iniziative economicamente efficienti come il WHELD potrebbero fare la differenza.

"Ma la formazione specialistica costa denaro, quindi senza investimenti governativi nell'assistenza sociale per consentire di mettere in pratica soluzioni innovative come il WHELD, non sarà possibile fornire questo a tutti coloro che ne hanno bisogno. Invito Matt Hancock (ndt: Ministro della Sanità in GB) a fare passi avanti audaci nel prossimo bilancio e a impegnarsi ad assegnare fondi per l'assistenza sociale sostenibile che le persone con demenza aspettano già da troppo tempo".

 

 

 


Fonte: University of Exeter via EurekAlert! (> English text) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti: Renee Romeo, Darshan Zala, Martin Knapp, Martin Orrell, Jane Fossey, and Clive Ballard. Improving the quality of life of care home residents with dementia: Cost effectiveness of an optimised intervention for residents with clinically significant agitation in dementia. Alzheimer's & Dementia: The Journal of the Alzheimer's Association, 2018, DOI: 10.1016/j.jalz.2018.08.010

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali collegamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

I dieci fattori legati a un aumento del rischio di Alzheimer

27.07.2020 | Esperienze & Opinioni

Anche se non c'è ancora alcuna cura, i ricercatori stanno continuando a migliorare la co...

Orienteering: un modo per addestrare il cervello e contrastare il declino cogn…

27.01.2023 | Ricerche

Lo sport dell'orienteering (orientamento), che attinge dall'atletica, dalle capacità di ...

Preoccupazione, gelosia e malumore alzano rischio di Alzheimer per le donne

6.10.2014 | Ricerche

Le donne che sono ansiose, gelose o di cattivo umore e angustiate in me...

Sintomi visivi bizzarri potrebbero essere segni rivelatori dell'Alzheimer…

1.02.2024 | Ricerche

Un team di ricercatori internazionali, guidato dall'Università della California di San F...

Identificata nuova forma di Alzheimer ad esordio molto precoce

16.06.2020 | Ricerche

Ricercatori della Mayo Clinic hanno definito una forma di morbo di Alzheimer (MA) che co...

Il 'Big Bang' dell'Alzheimer: focus sulla tau mortale che cambi…

11.07.2018 | Ricerche

Degli scienziati hanno scoperto un "Big Bang" del morbo di Alzheimer (MA) - il punto pre...

Chiarito il meccanismo che porta all'Alzheimer e come fermarlo

30.08.2017 | Ricerche

Nel cervello delle persone con Alzheimer ci sono depositi anomali di proteine ​​amiloide-beta e ​...

Trovato legame tra amiloide-beta e tau: è ora possibile una cura per l'Al…

27.04.2015 | Ricerche

Dei ricercatori hanno assodato come sono collegate delle proteine che hanno un ruolo chiave nell...

Immagini mai viste prima delle prime fasi dell'Alzheimer

14.03.2017 | Ricerche

I ricercatori dell'Università di Lund in Svezia, hanno utilizzato il sincrotrone MAX IV ...

Studio rivela dove vengono memorizzati i frammenti di memoria

22.07.2022 | Ricerche

Un momento indimenticabile in un ristorante può non essere esclusivamente il cibo. Gli o...

Smontata teoria prevalente sull'Alzheimer: dipende dalla Tau, non dall�…

2.11.2014 | Ricerche

Una nuova ricerca che altera drasticamente la teoria prevalente sull'or...

Il Protocollo Bredesen: si può invertire la perdita di memoria dell'Alzhe…

16.06.2016 | Annunci & info

I risultati della risonanza magnetica quantitativa e i test neuropsicologici hanno dimostrato dei...

Demenze: forti differenze regionali nell’assistenza, al Nord test diagnostici …

30.01.2024 | Annunci & info

In Iss il Convegno finale del Fondo per l’Alzheimer e le Demenze, presentate le prime linee guida...

L'Alzheimer inizia all'interno delle cellule nervose?

25.08.2021 | Ricerche

Uno studio sperimentale eseguito alla Lund University in Svezia ha rivelato che la prote...

Con l'età cala drasticamente la capacità del cervello di eliminare le pro…

31.07.2015 | Ricerche

Il fattore di rischio più grande per l'Alzheimer è l'avanzare degli anni. Dopo i 65, il rischio r...

Pensaci: tenere attivo il cervello può ritardare l'Alzheimer di 5 anni

21.07.2021 | Ricerche

Mantenere il cervello attivo in vecchiaia è sempre stata un'idea intelligente, ma un nuo...

Scoperto nuovo colpevole del declino cognitivo nell'Alzheimer

7.02.2019 | Ricerche

È noto da tempo che i pazienti con morbo di Alzheimer (MA) hanno anomalie nella vasta re...

Ecco perché alcune persone con marcatori cerebrali di Alzheimer non hanno deme…

17.08.2018 | Ricerche

Un nuovo studio condotto all'Università del Texas di Galveston ha scoperto perché alcune...

Subiamo un 'lavaggio del cervello' durante il sonno?

4.11.2019 | Ricerche

Una nuova ricerca eseguita alla Boston University suggerisce che questa sera durante il ...

Rete nascosta di enzimi responsabile della perdita di sinapsi nell'Alzhei…

8.12.2020 | Ricerche

Un nuovo studio sul morbo di Alzheimer (MA) eseguito da scienziati dello Scripps Researc...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)