Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Comunicazione personale-famiglia è cruciale per il successo della vita assistita

Karl Pillemer Cornell UniversityKarl Pillemer, professore nel Dipartimento di Sviluppo Umano della Cornell University.

Una nuova ricerca di Karl Pillemer, professore della Cornell University, ha dimostrato l'efficacia di un approccio per ridurre il conflitto famiglia-personale nelle strutture di vita assistita, un aspetto importante per garantire il benessere degli ospiti in cura.


"Il personale e i parenti degli ospiti possono a volte sperimentare problemi di comunicazione e conflitti interpersonali tra loro, che portano ad angoscia nella famiglia e a un aumento del burnout (esaurimento psico-fisico) e alla probabilità di lasciare il lavoro da parte del personale", ha detto Pillemer. "In alcuni casi, i problemi tra famiglie e personale possono influire negativamente sul benessere degli ospiti".


Sebbene sia auspicabile la creazione di partenariati tra famiglie e personale nella vita assistita, ha affermato Pillemer, esistono pochi programmi che promuovono relazioni così positive. In risposta a questa esigenza, Pillemer e i colleghi del Cornell Institute for Translational Research on Aging hanno sviluppato il programma Partners in Caregiving in Assisted Living (PICAL).


"Abbiamo progettato il PICAL per risolvere questi problemi, migliorando le capacità comunicative, incoraggiando l'empatia tra famiglie e personale e coinvolgendo le persone in discussioni su come la loro comunità di vita assistita potrebbe aiutare a superare le barriere tra i due gruppi", ha detto Pillemer. "Si basa su numerose evidenze che l'addestramento alla comunicazione in ambito sanitario ha un impatto positivo sui pazienti".


Il programma è stato testato in centri di vita assistita di otto stati, dove alcune strutture hanno ricevuto il programma e altre sono rimaste di controllo. Il PICAL comprende due serie di corsi, uno per il personale di vita assistita e uno per i familiari degli ospiti. L'allenamento, della durata media di tre ore, era strutturato in gran parte attorno alle capacità avanzate di ascolto, al comunicare in modo chiaro e rispettoso, e a gestire il biasimo, la critica e il conflitto.


Dopo aver completato la formazione, lo staff e i familiari si sono incontrati per discutere delle loro preoccupazioni e per identificare almeno un problema da risolvere all'interno della struttura e fare un piano per le fasi successive.


I dati di indagine sulla loro relazione sono stati forniti da 576 dipendenti e 295 familiari in totale, appartenenti ai gruppi di controllo e di trattamento. I dati sono stati raccolti dal gruppo di trattamento pre e post-allenamento per dimostrarne l'impatto.


I risultati hanno confermato che nella vita assistita, come nelle case di cura, le relazioni familiari-personale a volte sono difficili e che un intervento può migliorare queste relazioni. Familiari e dipendenti hanno riferito di ritenere che il programma fosse altamente efficace e che abbia portato a migliorare la comunicazione e le relazioni.


Lo studio ha riscontrato gli effetti più forti sul personale, che ha riferito una riduzione significativa dei conflitti con i familiari e tassi più bassi di burnout nel periodo di studio. Modelli simili sono stati trovati per le famiglie, anche se i risultati non hanno raggiunto la significatività statistica.


Per Pillemer e il PICAL, la comunicazione tra entrambe le parti coinvolte è vitale per il successo: "Le comunità di vita assistita possono migliorare le esperienze sia dei familiari che del personale, fornendo formazione nella capacità di comunicare e risolvere i conflitti, il che probabilmente porterà a un miglioramento dell'assistenza agli ospiti", ha affermato. "Tali sforzi dovrebbero aumentare la probabilità che familiari e personale si considerino partner - e non avversari - nella cura dei loro cari".


Lo studio è stato pubblicato il 17 ottobre nella rivista Seniors Housing & Care Journal, dove ha vinto il premio come Miglior Testo di Ricerca dell'anno.

 

 

 


Fonte: Stephen D'Angelo in Cornell University (> English text) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali collegamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

Nuovo metodo di selezione farmaci spiega perché quelli di Alzheimer falliscono…

31.01.2022 | Ricerche

Analizzando i meccanismi di malattia nei neuroni umani, dei ricercatori dell'Università del...

IFITM3: la proteina all'origine della formazione di placche nell'Alz…

4.09.2020 | Ricerche

Il morbo di Alzheimer (MA) è una malattia neurodegenerativa caratterizzata dall'accumulo...

L'impatto del sonno su cognizione, memoria e demenza

2.03.2023 | Ricerche

Riduci i disturbi del sonno per aiutare a prevenire il deterioramento del pensiero.

"Ci...

Meccanismo neuroprotettivo alterato dai geni di rischio dell'Alzheimer

11.01.2022 | Ricerche

Il cervello ha un meccanismo naturale di protezione contro il morbo di Alzheimer (MA), e...

Scoperta importante sull'Alzheimer: neuroni che inducono rumore 'cop…

11.06.2020 | Ricerche

I neuroni che sono responsabili di nuove esperienze interferiscono con i segnali dei neu...

Fruttosio prodotto nel cervello può essere un meccanismo che guida l'Alzh…

29.09.2020 | Ricerche

Una nuova ricerca rilasciata dalla University of Colorado propone che il morbo di Alzhei...

Preoccupazione, gelosia e malumore alzano rischio di Alzheimer per le donne

6.10.2014 | Ricerche

Le donne che sono ansiose, gelose o di cattivo umore e angustiate in me...

LipiDiDiet trova effetti ampi e duraturi da intervento nutrizionale all'i…

9.11.2020 | Ricerche

Attualmente non esiste una cura nota per la demenza, e le terapie farmacologiche esisten...

La consapevolezza di perdere la memoria può svanire 2-3 anni prima della compa…

27.08.2015 | Ricerche

Le persone che svilupperanno una demenza possono cominciare a perdere la consapevolezza dei propr...

Perché la tua visione può prevedere la demenza 12 anni prima della diagnosi

24.04.2024 | Ricerche

 

Gli occhi possono rivelare molto sulla salute del nostro cervello: in effetti, i p...

Rivelato nuovo percorso che contribuisce all'Alzheimer ... oppure al canc…

21.09.2014 | Ricerche

Ricercatori del campus di Jacksonville della Mayo Clinic hanno scoperto...

Scoperto perché l'APOE4 favorisce l'Alzheimer e come neutralizzarlo

10.04.2018 | Ricerche

Usando cellule di cervello umano, scienziati dei Gladstone Institutes hanno scoperto la ...

Convalidare il sentimento aiuta meglio di criticare o sminuire

30.03.2020 | Ricerche

Sostenere i tuoi amici e la famiglia può aiutarli a superare questi tempi di incertezza...

Dosi basse di radiazioni possono migliorare la qualità di vita nell'Alzhe…

6.05.2021 | Ricerche

Individui con morbo di Alzheimer (MA) grave hanno mostrato notevoli miglioramenti nel co...

La scoperta del punto di svolta nell'Alzheimer può migliorare i test di n…

20.05.2022 | Ricerche

 Intervista al neurologo William Seeley della Università della California di San Francisco

...

Perché dimentichiamo? Nuova teoria propone che 'dimenticare' è in re…

17.01.2022 | Ricerche

Mentre viviamo creiamo innumerevoli ricordi, ma molti di questi li dimentichiamo. Come m...

La lunga strada verso la demenza inizia con piccoli 'semi' di aggreg…

20.11.2020 | Ricerche

Il morbo di Alzheimer (MA) si sviluppa nel corso di decenni. Inizia con una reazione a c...

'Tau, disfunzione sinaptica e lesioni neuroassonali si associano di più c…

26.05.2020 | Ricerche

Il morbo di Alzheimer (MA) comporta il deperimento caratteristico di alcune regioni del ...

Riprogrammare «cellule di supporto» in neuroni per riparare il cervello adulto…

21.11.2014 | Ricerche

La porzione del cervello adulto responsabile del pensiero complesso, la corteccia cerebrale, non ...

L'Alzheimer è composto da quattro sottotipi distinti

4.05.2021 | Ricerche

Il morbo di Alzheimer (MA) è caratterizzato dall'accumulo anomale e dalla diffusione del...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)

We use cookies

We use cookies on our website. Some of them are essential for the operation of the site, while others help us to improve this site and the user experience (tracking cookies). You can decide for yourself whether you want to allow cookies or not. Please note that if you reject them, you may not be able to use all the functionalities of the site.