Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Anziani che vivono in aree disagiate hanno un rischio più alto di demenza

Le persone che vivono in aree svantaggiate hanno un rischio più alto di sviluppare un deterioramento cognitivo (un fattore di rischio precoce per la demenza) secondo una ricerca che ha coinvolto gruppi del Trinity College di Dublino, dell'Ulster University, della Maynooth University e di medici [dell'Irlanda] del Nord e del sud.


I risultati del loro studio, appena pubblicati sul Journal of American Geriatric Association, si basano su una nuova analisi dei dati raccolti per lo studio TUDA Ageing di oltre 5.000 anziani di tutta l'Isola d'Irlanda, che usa riferimenti geografici e tecniche basate su indirizzi per mappare e collegare i partecipanti agli indicatori socioeconomici ufficiali di deprivazione per l'Irlanda del Nord e per la Repubblica d'Irlanda.


Rispetto alle persone nelle aree meno disagiate, quelle che vivevano nelle aree più svantaggiate avevano:

  • trascorso tre anni in meno nell'istruzione formale;
  • tassi più alti di fumo e maggiore consumo di alcol;
  • tassi più alti di obesità;
  • pressione più alta del sangue;
  • un rischio più alto di diabete.

Le persone anziane che vivono in aree svantaggiate in tutta l'Isola d'Irlanda hanno anche maggiori probabilità di soffrire di depressione e ansia.


Anche dopo che tutti questi fattori sono stati presi in considerazione nell'analisi dei risultati dello studio, le persone anziane che vivono nelle aree più svantaggiate hanno evidenziato un rischio maggiore del 40% di avere un deficit cognitivo rispetto alle persone della stessa età che vivono nelle aree meno disagiate. Ciò suggerisce che possono essere implicati i fattori relativi all'ambiente di vita, come la disuguaglianza di reddito e l'accesso alle risorse.


Il professor Conal Cunningham, consulente geriatrico del St James Hospital di Dublino, e coautore del documento, ha dichiarato:

"I risultati mostrano che vivere in un'area svantaggiata predice in modo significativo una salute cognitiva peggiore in età avanzata. Questi sono risultati importanti e dobbiamo affrontare in modo prioritario le disuguaglianze che questa relazione evidenzia nella salute mentale in età avanzata".


I ricercatori sperano che i risultati possano influenzare la politica internazionale perché migliori gli esiti sanitari degli anziani, in particolare nel campo della prevenzione della demenza. I risultati identificano il potenziale per una prevenzione efficace della demenza attraverso interventi che puntano a modificare i fattori di rischio nelle comunità con la maggiore privazione socioeconomica a livello di area.


Il professore Adrian Moore, capo della scuola di geografia e scienze ambientali dell'Università dell'Ulster, e autore senior della ricerca, ha detto:

"Questo è il primo studio del suo genere ad usare questa particolare metodologia di georeferenziazione di tipo inter-giurisdizionale, per integrare i dati di questi set indipendenti di dati nazionali, consentendo così allo studio di esaminare la coorte del TUDA nel suo complesso, in termini di profilo socioeconomico sottostante delle popolazioni analizzate. Ciò ha offerto l'opportunità unica di collegare la deprivazione a livello di area con le prestazioni cognitive degli anziani di due sistemi sanitari separati".

 

 

 


Fonte: Trinity College Dublin (> English text) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti: Adrian McCann, Helene McNulty, Jan Rigby, Catherine F. Hughes, Leane Hoey, Anne M. Molloy, Conal J. Cunningham, Miriam C. Casey, Fergal Tracey, Maurice J. O'Kane, Kevin McCarroll, Mary Ward, Katie Moore, J.J. Strain, Adrian Moore. Effect of Area‐Level Socioeconomic Deprivation on Risk of Cognitive Dysfunction in Older Adults. Journal of the American Geriatric Association, First published: 12 Feb 2018. DOI: 10.1111/jgs.15258

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali collegamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

Chiarito il meccanismo che porta all'Alzheimer e come fermarlo

30.08.2017 | Ricerche

Nel cervello delle persone con Alzheimer ci sono depositi anomali di proteine ​​amiloide-beta e ​...

Rivelato nuovo percorso che contribuisce all'Alzheimer ... oppure al canc…

21.09.2014 | Ricerche

Ricercatori del campus di Jacksonville della Mayo Clinic hanno scoperto...

Perché il diabete tipo 2 è un rischio importante per lo sviluppo dell'Alz…

24.03.2022 | Ricerche

Uno studio dell'Università di Osaka suggerisce un possibile meccanismo che collega il diabete all'Al...

Nuova terapia che distrugge i grovigli di tau si dimostra promettente

30.09.2024 | Ricerche

Degli scienziati hanno sviluppato potenziali terapie che rimuovono selettivamente le proteine ​​t...

Fruttosio prodotto nel cervello può essere un meccanismo che guida l'Alzh…

29.09.2020 | Ricerche

Una nuova ricerca rilasciata dalla University of Colorado propone che il morbo di Alzhei...

Immagini mai viste prima delle prime fasi dell'Alzheimer

14.03.2017 | Ricerche

I ricercatori dell'Università di Lund in Svezia, hanno utilizzato il sincrotrone MAX IV ...

L'Alzheimer è composto da quattro sottotipi distinti

4.05.2021 | Ricerche

Il morbo di Alzheimer (MA) è caratterizzato dall'accumulo anomale e dalla diffusione del...

Scoperta ulteriore 'barriera' anatomica che difende e monitora il ce…

11.01.2023 | Ricerche

Dalla complessità delle reti neurali, alle funzioni e strutture biologiche di base, il c...

Menopausa precoce e terapia ormonale ritardata alzano il rischio di Alzheimer

17.04.2023 | Ricerche

Le donne hanno più probabilità degli uomini di sviluppare il morbo di Alzheimer (MA), e ...

Pensaci: tenere attivo il cervello può ritardare l'Alzheimer di 5 anni

21.07.2021 | Ricerche

Mantenere il cervello attivo in vecchiaia è sempre stata un'idea intelligente, ma un nuo...

Il ruolo sorprendente delle cellule immunitarie del cervello

21.12.2020 | Ricerche

Una parte importante del sistema immunitario del cervello, le cellule chiamate microglia...

Ricercatori del MIT recuperano con la luce i ricordi 'persi'

29.05.2015 | Ricerche

I ricordi che sono stati "persi" a causa di un'amnesia possono essere richiamati attivando le cel...

Ricercatori delineano un nuovo approccio per trattare le malattie degenerative

8.05.2024 | Ricerche

Le proteine sono i cavalli da soma della vita. Gli organismi li usano come elementi costitutivi, ...

Nuova teoria sulla formazione dei ricordi nel cervello

9.03.2021 | Ricerche

Una ricerca eseguita all'Università del Kent ha portato allo sviluppo della teoria MeshC...

'Tau, disfunzione sinaptica e lesioni neuroassonali si associano di più c…

26.05.2020 | Ricerche

Il morbo di Alzheimer (MA) comporta il deperimento caratteristico di alcune regioni del ...

Scoperto nuovo colpevole del declino cognitivo nell'Alzheimer

7.02.2019 | Ricerche

È noto da tempo che i pazienti con morbo di Alzheimer (MA) hanno anomalie nella vasta re...

Aumentano le evidenze di origini alternative delle placche di Alzheimer

13.06.2022 | Ricerche

I risultati di uno studio potrebbero spiegare perché i farmaci progettati per rimuovere i depositi d...

La lunga strada verso la demenza inizia con piccoli 'semi' di aggreg…

20.11.2020 | Ricerche

Il morbo di Alzheimer (MA) si sviluppa nel corso di decenni. Inizia con una reazione a c...

Nuovo metodo di selezione farmaci spiega perché quelli di Alzheimer falliscono…

31.01.2022 | Ricerche

Analizzando i meccanismi di malattia nei neuroni umani, dei ricercatori dell'Università del...

Gli interventi non farmacologici per l'Alzheimer sono sia efficaci che co…

19.04.2023 | Ricerche

Un team guidato da ricercatori della Brown University ha usato una simulazione al computer per di...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)