Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Ricordare solo l'essenza, non i dettagli, potrebbe suggerire falsi ricordi agli anziani

Gli anziani spesso si lamentano dell'oblio, ma gli psicologi della Penn State suggeriscono che un altro problema potrebbe essere il ricordare in modo errato.


In uno studio, i ricercatori hanno scoperto che, mentre le persone invecchiano, possono essere più propense a fidarsi di un tipo di memoria - chiamata memoria schematica - che aiuta a ricordare il senso di un evento, ma non necessariamente i dettagli.


Questa incapacità di ricordare i dettagli, tuttavia, potrebbe portare a difficoltà nel distinguere tra un ricordo di qualcosa che è realmente accaduto e qualcosa che una persona pensava fosse accaduta, ma non è successo: un falso ricordo.


"Se il tuo coniuge ti chiede di andare al supermercato a prendere latte, uova e pane, ma vai al negozio e prendi succo d'arancia, pomodori e cereali, potresti aver avuto un falso ricordo", ha detto Nancy Dennis, professoressa associata di psicologia. "Se vogliamo davvero capire i problemi della memoria con l'invecchiamento, dobbiamo capire i falsi ricordi, così come dobbiamo capire la dimenticanza".


Poiché il cervello è continuamente bombardato di informazioni, la memoria schematica o di essenza aiuta a organizzare questa ondata di dati. Tuttavia, se le persone anziane si affidano troppo agli schemi per ricordare le cose, la Dennis suggerisce che questo potrebbe portarle a credere che i falsi ricordi siano quelli veri e, in ultima analisi, a un aumento della confusione.


Proprio come le persone invecchiano fisicamente in modo diverso, anche le differenze individuali nell'invecchiamento del cervello sembrano essere importanti, specialmente nel modo in cui le persone recuperano falsi ricordi mentre invecchiano, secondo i ricercatori.


La Dennis, che ha lavorato con Christina Webb, una specializzanda in psicologia, ha detto:

"Il solo fatto di raggruppare persone per età nel nostro laboratorio non ha funzionato, per capire qual è il punto in cui gli anziani differiscono dai più giovani.

"Ma quello che abbiamo visto costantemente è che, quando osserviamo l'attività cerebrale durante il recupero dei ricordi, vediamo un aumento dell'attività nel giro temporale medio o superiore, che corrisponde all'aumento dei falsi ricordi. Questo suggerisce che gli anziani che producono più  falsi ricordi tendono a mostrare più attività in questa regione, che è stata associata da altri studi (come quelli linguistici) con l'elaborazione dell'essenza o semantica.

"Infine, abbiamo concluso che questa regione supporta l'elaborazione dei contenuti relativa al recupero della memoria".


Con questo studio, è la terza volta che il team ha trovato questo risultato. I lavori precedenti hanno trovato questo schema dell'attività cerebrale quando le persone ricordavano falsamente oggetti e volti semplici.


I ricercatori, che hanno presentato le loro scoperte su Journals of Gerontology, hanno usato la risonanza magnetica funzionale (fMRI) per monitorare l'attività cerebrale di un gruppo di anziani, dopo aver memorizzato alcune immagini e chiesto di ricordare quali oggetti erano presenti nella scena.


Mentre sia le memorie reali che quelle false vengono elaborate generalmente nell'ippocampo, diverse sub-regioni di quella parte del cervello potrebbero essere responsabili dell'elaborazione e del recupero di ricordi reali e falsi. Man mano che le persone invecchiano, l'elaborazione della memoria si sposta gradualmente verso la parte posteriore di quella regione.


"Il fatto che gran parte di questa attività si sposti in una diversa sub-regione dell'ippocampo - dall'anteriore al posteriore - suggerisce che con l'età arrivano differenze di elaborazione", ha detto la Dennis. "Poiché non sappiamo esattamente perché avviene questo cambiamento, dobbiamo indagare ulteriormente".


La Dennis ha detto che i risultati indicano che la ricerca futura potrebbe esaminare come addestrare gli anziani a concentrarsi sui dettagli per ridurre il numero di falsi ricordi: "Se l'età è l'unico fattore, forse non c'è molto che possiamo fare", ha detto la Dennis. "Ma se l'età è abbinata al confidare sull'elaborazione dell'essenza, allora potremmo riuscire a trovare alcuni interventi che permetteranno agli anziani di concentrarsi maggiormente sui dettagli e magari allontanarli dal basarsi troppo sull'elaborazione dell'essenza".


I ricercatori hanno reclutato 20 anziani con un'età media di circa 75 anni. Ai partecipanti è stato chiesto di guardare 26 diverse immagini di scene comuni, ad esempio un cortile, e di ricordare quanto più possibile delle scene. Le scene sono state mostrate per circa 10 secondi.


Successivamente, sono state mostrate le immagini di oggetti che erano nella scena, o relativi alla scena, ma non effettivamente dentro di essa. Inoltre è stato chiesto loro di guardare le immagini di oggetti che di solito non sono associati alla scena. I ricercatori hanno quindi chiesto ai soggetti quali oggetti erano presenti nell'immagine per determinare se avevano ricordato correttamente o se stavano creando falsi ricordi.

 

 

 


Fonte: Penn State (> English text) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti: Christina E Webb, Nancy A Dennis. Differentiating True and False Schematic Memories in Older Adults. The Journals of Gerontology: Series B, 2018; DOI: 10.1093/geronb/gby011

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali collegamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

Il caregiving non fa male alla salute come si pensava, dice uno studio

11.04.2019 | Ricerche

Per decenni, gli studi nelle riviste di ricerca e la stampa popolare hanno riferito che ...

Scienziati dicono che si possono recuperare i 'ricordi persi' per l…

4.08.2017 | Ricerche

Dei ricordi dimenticati sono stati risvegliati nei topi con Alzheimer, suggerendo che la...

Un singolo trattamento genera nuovi neuroni, elimina neurodegenerazione nei to…

1.07.2020 | Ricerche

Xiang-Dong Fu PhD, non è mai stato così entusiasta di qualcosa in tutta la sua carriera...

Identificata nuova forma di Alzheimer ad esordio molto precoce

16.06.2020 | Ricerche

Ricercatori della Mayo Clinic hanno definito una forma di morbo di Alzheimer (MA) che co...

Pressione bassa potrebbe essere uno dei colpevoli della demenza

2.10.2019 | Esperienze & Opinioni

Invecchiando, le persone spesso hanno un declino della funzione cerebrale e spesso si pr...

Nuova terapia che distrugge i grovigli di tau si dimostra promettente

30.09.2024 | Ricerche

Degli scienziati hanno sviluppato potenziali terapie che rimuovono selettivamente le proteine ​​t...

Il 'Big Bang' dell'Alzheimer: focus sulla tau mortale che cambi…

11.07.2018 | Ricerche

Degli scienziati hanno scoperto un "Big Bang" del morbo di Alzheimer (MA) - il punto pre...

Vecchio farmaco per l'artrite reumatoide suscita speranze come cura per l…

22.09.2015 | Ricerche

Scienziati dei Gladstone Institutes hanno scoperto che il salsalato, un farmaco usato per trattar...

Demenze: forti differenze regionali nell’assistenza, al Nord test diagnostici …

30.01.2024 | Annunci & info

In Iss il Convegno finale del Fondo per l’Alzheimer e le Demenze, presentate le prime linee guida...

Perché il diabete tipo 2 è un rischio importante per lo sviluppo dell'Alz…

24.03.2022 | Ricerche

Uno studio dell'Università di Osaka suggerisce un possibile meccanismo che collega il diabete all'Al...

Il sonno resetta i neuroni per i nuovi ricordi del giorno dopo

11.09.2024 | Ricerche

Tutti sanno che una buona notte di sonno ripristina l'energia di una persona; ora un nuo...

Flusso del fluido cerebrale può essere manipolato dalla stimolazione sensorial…

11.04.2023 | Ricerche

Ricercatori della Boston University, negli Stati Uniti, riferiscono che il flusso di liq...

Livelli di ossigeno nel sangue potrebbero spiegare perché la perdita di memori…

9.06.2021 | Ricerche

Per la prima volta al mondo, scienziati dell'Università del Sussex hanno registrato i li...

Aumentano le evidenze di origini alternative delle placche di Alzheimer

13.06.2022 | Ricerche

I risultati di uno studio potrebbero spiegare perché i farmaci progettati per rimuovere i depositi d...

'Ingorgo' di proteine nei neuroni legato alla neurodegenerazione

12.09.2022 | Ricerche

Un nuovo studio condotto da ricercatori dell'EPFL rivela che un complesso proteico malfunzionante pu...

Il Protocollo Bredesen: si può invertire la perdita di memoria dell'Alzhe…

16.06.2016 | Annunci & info

I risultati della risonanza magnetica quantitativa e i test neuropsicologici hanno dimostrato dei...

A 18 come a 80 anni, lo stile di vita è più importante dell'età per il ri…

22.07.2022 | Ricerche

Gli individui senza fattori di rischio per la demenza, come fumo, diabete o perdita dell...

Scoperta importante sull'Alzheimer: neuroni che inducono rumore 'cop…

11.06.2020 | Ricerche

I neuroni che sono responsabili di nuove esperienze interferiscono con i segnali dei neu...

Ricercatori delineano un nuovo approccio per trattare le malattie degenerative

8.05.2024 | Ricerche

Le proteine sono i cavalli da soma della vita. Gli organismi li usano come elementi costitutivi, ...

IFITM3: la proteina all'origine della formazione di placche nell'Alz…

4.09.2020 | Ricerche

Il morbo di Alzheimer (MA) è una malattia neurodegenerativa caratterizzata dall'accumulo...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)

We use cookies

We use cookies on our website. Some of them are essential for the operation of the site, while others help us to improve this site and the user experience (tracking cookies). You can decide for yourself whether you want to allow cookies or not. Please note that if you reject them, you may not be able to use all the functionalities of the site.