Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Come ricorda il tuo cervello quello che hai mangiato ieri sera?

Confermando i precedenti modelli computazionali, i ricercatori della University of California San Diego, con i colleghi di Arizona e Louisiana, riferiscono che i ricordi episodici sono codificati nell'ippocampo del cervello umano da serie distinte e sparse di neuroni.


I risultati sono pubblicati dal 15 gennaio su PNAS Online Early Edition.


I ricordi episodici sono ricordi di eventi passati, avvenuti in un particolare momento e luogo, una sorta di viaggio mentale nel tempo per ricordare, ad esempio, una festa di compleanno o una conversazione con un amico. La codifica della memoria episodica avviene nell'ippocampo, una coppia di piccole aree a forma di cavalluccio marino situate in profondità nella porzione centrale del cervello. Ma non si conosceva il meccanismo preciso e il numero di neuroni coinvolti.


"Gli scienziati sono interessati a questi problemi non solo a causa delle loro implicazioni per i modelli di memoria, ma anche per ragioni legate alla salute"
, ha detto il primo autore John Wixted PhD, Distinguished Professor del Dipartimento di Psicologia dell'UC San Diego. "Ad esempio, la degenerazione in questa regione del cervello è responsabile della perdita di memoria nelle prime fasi dell'Alzheimer".


Wixted, con Larry Squire PhD, Distinguished Professor di Psichiatria, Neuroscienze e Psicologia della Facoltà di Medicina dell'UC San Diego, e colleghi, hanno studiato la funzione cerebrale in 20 pazienti epilettici sottoposti a monitoraggio intracranico per scopi clinici.


Nello specifico, hanno registrato l'attività di singoli neuroni mentre i partecipanti allo studio leggevano un flusso continuo di parole, alcune delle quali ripetute. Ai partecipanti è stato chiesto di indicare se le parole erano "nuove" o "vecchie", se ricordavano di aver visto prima la parola. Una forte attività neurale nell'ippocampo associata a parole ripetute, ma non a quelle nuove, è considerata una prova dell'attività correlata alla memoria episodica.


Gli scienziati hanno scoperto che singoli ricordi episodici sono codificati e rappresentati dalla forte attività di piccoli (meno del 2,5%) insiemi di neuroni dell'ippocampo, di solito non sovrapposti, una scoperta che forse aiuta a spiegare perché le ricerche precedenti avevano faticato a rilevare il processo.


Allo stesso tempo, hanno notato che i tassi di 'sparo' [impulsi di segnalazione] dei neuroni restanti dell'ippocampo (circa 97,5%) erano soppressi, un fenomeno chiamato 'neural sharpening' [= affilatura, spuntatura neurale]. Questi risultati sono significativi perché confermano quello che gli scienziati credevano da lungo tempo che succedesse, ma di cui mancavano prove dirette.


I ricercatori hanno anche cercato attività correlate nell'amigdala, un'area vicina del cervello associata all'emozione e alla memoria emotiva. I modelli non prevedono che i ricordi episodici siano codificati nell'amigdala da gruppi sparsi di neuroni come lo sono nell'ippocampo e, in effetti, gli scienziati non hanno trovato alcuna attività del genere lì.


"Se vogliamo sviluppare trattamenti e prevenzione per i problemi della memoria e per le malattie che colpiscono la memoria", ha detto Squire, "sarà importante sapere come il cervello realizza l'apprendimento e la memoria: quali strutture cerebrali sono importanti per la memoria e che lavori fanno? Nel nostro studio, abbiamo trovato ciò che sarebbe stato facilmente perso, se non fosse per i modelli teorici della memoria che erano stati sviluppati in precedenza".

 

 

 


Fonte: University of California San Diego (> English text) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti: John T. Wixted, Stephen D. Goldinger, Larry R. Squire, Joel R. Kuhn, Megan H. Papesh, Kris A. Smith, David M. Treiman and Peter N. Steinmetz. Coding of episodic memory in the human hippocampus. PNAS, published ahead of print 16Jan 2018, doi: 10.1073/pnas.1716443115

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali colelgamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

3 modi per trasformare l'auto-critica in auto-compassione

14.08.2018 | Esperienze & Opinioni

Hai mai sentito una vocina parlare nella tua testa, riempiendoti di insicurezza? Forse l...

Infezione cerebrale da funghi produce cambiamenti simili all'Alzheimer

26.10.2023 | Ricerche

Ricerche precedenti hanno implicato i funghi in condizioni neurodegenerative croniche co...

Smetti di chiederti se sei un bravo caregiver

3.07.2020 | Esperienze & Opinioni

Amare e prendersi cura di qualcuno con demenza può essere difficile. Forse, è una delle ...

Scienziati dicono che si possono recuperare i 'ricordi persi' per l…

4.08.2017 | Ricerche

Dei ricordi dimenticati sono stati risvegliati nei topi con Alzheimer, suggerendo che la...

Paesi asiatici assistono gli anziani in modo diverso: ecco cosa possiamo impar…

28.10.2020 | Esperienze & Opinioni

A differenza dei paesi occidentali, le culture tradizionali asiatiche mettono un forte a...

Lavati i denti, posticipa l'Alzheimer: legame diretto tra gengivite e mal…

4.06.2019 | Ricerche

Dei ricercatori hanno stabilito che la malattia gengivale (gengivite) ha un ruolo decisi...

10 Consigli dei neurologi per ridurre il tuo rischio di demenza

28.02.2023 | Esperienze & Opinioni

La demenza colpisce milioni di persone in tutto il mondo, quasi un over-65 su 10. Nonost...

Il girovita può predire il rischio di demenza?

6.11.2019 | Ricerche

Il primo studio di coorte su larga scala di questo tipo ha esaminato il legame tra il girovita in...

L'invecchiamento è guidato da geni sbilanciati

21.12.2022 | Ricerche

Il meccanismo appena scoperto è presente in vari tipi di animali, compresi gli esseri umani.

Invertita per la prima volta la perdita di memoria associata all'Alzheime…

1.10.2014 | Ricerche

La paziente uno aveva avuto due anni di perdita progressiva di memoria...

L'impatto del sonno su cognizione, memoria e demenza

2.03.2023 | Ricerche

Riduci i disturbi del sonno per aiutare a prevenire il deterioramento del pensiero.

"Ci...

Proteine grumose induriscono i capillari del cervello: nuovo fattore di rischi…

11.09.2020 | Ricerche

I depositi di una proteina chiamata 'Medin', che è presente in quasi tutti gli anziani, ...

Colpi in testa rompono i 'camion della spazzatura' del cervello acce…

5.12.2014 | Ricerche

Un nuovo studio uscito ieri sul Journal of Neuroscience dimostra che un...

Dana Territo: 'La speranza può manifestarsi da molte fonti nella cerchia …

14.01.2025 | Esperienze & Opinioni

Come trovi speranza nel nuovo anno con una diagnosi di Alzheimer?

Avere speranza...

Vecchio farmaco per l'artrite reumatoide suscita speranze come cura per l…

22.09.2015 | Ricerche

Scienziati dei Gladstone Institutes hanno scoperto che il salsalato, un farmaco usato per trattar...

Variante della proteina che causa l'Alzheimer protegge dalla malattia

15.02.2021 | Ricerche

Le scoperte di un nuovo studio sul morbo di Alzheimer (MA), guidato da ricercatori dell...

Demenze: forti differenze regionali nell’assistenza, al Nord test diagnostici …

30.01.2024 | Annunci & info

In Iss il Convegno finale del Fondo per l’Alzheimer e le Demenze, presentate le prime linee guida...

Menopausa precoce e terapia ormonale ritardata alzano il rischio di Alzheimer

17.04.2023 | Ricerche

Le donne hanno più probabilità degli uomini di sviluppare il morbo di Alzheimer (MA), e ...

Gli interventi non farmacologici per l'Alzheimer sono sia efficaci che co…

19.04.2023 | Ricerche

Un team guidato da ricercatori della Brown University ha usato una simulazione al computer per di...

Perché le cadute sono così comuni nell'Alzheimer e nelle altre demenze?

4.09.2020 | Esperienze & Opinioni

Le cadute hanno cause mediche o ambientali

Una volta che si considerano tutte le divers...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)

Seguici su

 
enfrdeites

We use cookies

We use cookies on our website. Some of them are essential for the operation of the site, while others help us to improve this site and the user experience (tracking cookies). You can decide for yourself whether you want to allow cookies or not. Please note that if you reject them, you may not be able to use all the functionalities of the site.