In un recente articolo sul Journal of Photomedicine and Laser Surgery, la Dssa Margaret Naeser, ricercatrice principale alla Boston University School of Medicine ha studiato gli effetti dei LED [light emitting diode=diodo ad emissione luminosa] applicati alle zone del cuoio capelluto e sulla fronte di due pazienti con trauma cranico [TBI, Traumatic Brain Injury].
I benefici dei trattamenti precedenti con LED erano stati segnalati nelle persone con ictus acuto.
Il primo paziente della Dssa Naeser (foto a destra) è stata una donna con TBI a causa di un incidente automobilistico successo sette anni prima. Prima del trattamento con LED, lei poteva mantenere l'attenzione solo per 20 minuti di lavoro al computer. Dopo 8 trattamenti, la sua attenzione è aumentata a 3 ore. Fino ad oggi, si è sottoposta trattamenti LED di notte per 5 anni. Se sospende il trattamento per più di 2 settimane, la sua capacità di attenzione diminuisce.
Un altro paziente della Dssa Naeser ha avuto TBI da sport e lavoro militare, e da caduta. Come risultato, aveva atrofia cerebrale frontotemporale. She had been on medical disability for 5 months. Era stata dichiarata inabile per 5 mesi. Dopo 4 mesi di trattamenti LED notturni, è stata in grado di tornare al lavoro come dirigente a tempo pieno. I test neuropsicologici dopo 9 mesi di trattamenti di LED hanno mostrato un miglioramento significativo in diversi settori, compresa la memoria.
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La Dssa Naeser spiega che la fototerapia usa energia della luce rossa e quasi infrarossa per migliorare il metabolismo cellulare che porta benefici fisiologici. La sua conclusione è che "I LED transcranici possono migliorare la cognizione, ridurre i costi di trattamento del TBI, ed essere somministrati a casa. Gli studi controllati sono garantiti".
Sembra che diversi tipi di esposizione all'energia luminosa possano essere molto utili, e questa nuova teoria dei benefici della terapia a LED dovrebbe essere studiata come un aiuto per l'Alzheimer e pure alle altre forme di demenza.
Scritto da Max Wallack su Alzheimer's Reading Room il 19 marzo 2011 Traduzione di Franco Pellizzari.
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