Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Gli astrociti del cervello collegati all'Alzheimer

Gli astrociti del cervello collegati ancora all'AlzheimerUna vista a falsi colori del tessuto cerebrale umano mostra un astrocita (verde) che raggiunge un vaso sanguigno (giallo e rosso). I neuroni (blu) non sono in contatto diretto con il vaso senguigno e si basano sugli astrociti per il trasporto delle sostanze nutritive e dei rifiuti. (Foto: M. Nedergaard / Università di Rochester)Gli astrociti, le cellule di supporto del cervello, potrebbero avere un ruolo significativo nella patogenesi del Morbo di Alzheimer (MA), secondo un nuovo studio eseguito all'Università della Finlandia Orientale.


Questa è la prima volta che i ricercatori scoprono un'associazione diretta tra astrociti e MA. Pubblicato in Stem Cell Reports, lo studio ha esaminato la funzione delle cellule cerebrali dei pazienti affetti da MA con la tecnologia delle cellule staminali.


L'MA è il tipo di demenza più comune, attualmente non c'è un trattamento che ne rallenti la progressione. I meccanismi dell'MA sono poco conosciuti e la terapia farmacologica si è concentrata sul ripristino della normale funzione dei neuroni e della microglia, cioè le cellule che mediano l'infiammazione cerebrale.


Il nuovo studio dimostra che gli astrociti, conosciuti anche come le domestiche del cervello,  promuovono il declino della funzione neuronale nell'MA. I risultati suggeriscono che almeno alcune forme familiari di MA sono fortemente associate a una funzione irregolare degli astrociti, che promuove l'infiammazione del cervello e indebolisce la produzione e la segnalazione di energia dei neuroni.


Gli astrociti sono cellule cerebrali importanti, in quanto supportano i neuroni in molti modi diversi. Gli astrociti sono responsabili, ad esempio, della produzione di energia del cervello, dell'equilibrio di ioni e pH, e regolano la formazione delle sinapsi, le connessioni tra i neuroni.


Prove recenti suggeriscono che gli astrociti umani sono molto diversi dalle loro controparti nei roditori e, quindi, è essenziale utilizzare cellule umane per studiare le malattie umane. Tuttavia, la disponibilità di astrociti umani per la ricerca è molto limitata.


Lo studio condotto all'Università della Finlandia Orientale ha usato la tecnologia delle cellule staminali pluripotenti indotte, che consente la generazione di cellule staminali pluripotenti dai fibroblasti della pelle umana. Queste cellule staminali indotte possono quindi essere ulteriormente differenziate in cellule cerebrali, ad es. neuroni e astrociti, con lo stesso ambiente genetico del donatore.


Lo studio ha confrontato gli astrociti di pazienti affetti da MA, che portavano una mutazione nel gene della presenilina 1, con gli astrociti di donatori sani e sono stati analizzati anche gli effetti di queste cellule sui neuroni sani.


I ricercatori hanno scoperto che:

  • gli astrociti nei pazienti di MA producono significativamente più amiloide-beta rispetto agli astrociti delle persone senza MA (l'amiloide-beta è una proteina tossica che si accumula nel cervello dei pazienti con MA);
  • gli astrociti MA secernono più citochine, che si ritiene medino l'infiammazione;
  • gli astrociti MA hanno anche mostrato alterazioni nel loro metabolismo energetico, che probabilmente porta ad un aumento della produzione di specie reattive dell'ossigeno e alla ridotta produzione di lattato, un importante substrato energetico per i neuroni;
  • infine, quando gli astrociti sono stati allevati insieme a neuroni sani, gli astrociti MA hanno causato cambiamenti significativi sull'attività di segnalazione dei neuroni rispetto agli astrociti sani.

Questo studio è stato il primo a dimostrare che gli astrociti nei pazienti di MA manifestano molti cambiamenti patologici tipici dell'MA. Gli astrociti potrebbero quindi avere un ruolo chiave nelle prime fasi della malattia e i cambiamenti nella funzione di queste cellule potrebbero portare alla neurodegenerazione.


"Le cellule staminali pluripotenti indotte che abbiamo usato in questo studio si sono rivelate estremamente utili nella modellazione della malattia e potrebbero offrire un'eccellente piattaforma per la scoperta di farmaci e per testare nuovi bersagli terapeutici per l'MA in futuro", afferma la ricercatrice Minna Oksanen, prima autrice dello studio.

 

 

 


Fonte: University of Eastern Finland (> English text) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti: Minna Oksanen, Andrew J. Petersen, Nikolay Naumenko, Katja Puttonen, Šárka Lehtonen, Max Gubert Olivé, Anastasia Shakirzyanova, Stina Leskelä, Timo Sarajärvi, Matti Viitanen, Juha O. Rinne, Mikko Hiltunen, Annakaisa Haapasalo, Rashid Giniatullin, Pasi Tavi, Su-Chun Zhang, Katja M. Kanninen, Riikka H. Hämäläinen, Jari Koistinaho. PSEN1 mutant iPSC-derived model reveals severe astrocyte pathology in Alzheimer’s disease. Stem Cell Reports, published online November 16, 2017. DOI: 10.1016/j.stemcr.2017.10.016

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali colelgamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

Il caregiving non fa male alla salute come si pensava, dice uno studio

11.04.2019 | Ricerche

Per decenni, gli studi nelle riviste di ricerca e la stampa popolare hanno riferito che ...

Laser a infrarossi distrugge le placche di amiloide nell'Alzheimer

7.08.2020 | Ricerche

L'aggregazione di proteine ​​in strutture chiamate 'placche amiloidi' è una caratteristi...

Variante della proteina che causa l'Alzheimer protegge dalla malattia

15.02.2021 | Ricerche

Le scoperte di un nuovo studio sul morbo di Alzheimer (MA), guidato da ricercatori dell...

Orienteering: un modo per addestrare il cervello e contrastare il declino cogn…

27.01.2023 | Ricerche

Lo sport dell'orienteering (orientamento), che attinge dall'atletica, dalle capacità di ...

Nuova teoria sulla formazione dei ricordi nel cervello

9.03.2021 | Ricerche

Una ricerca eseguita all'Università del Kent ha portato allo sviluppo della teoria MeshC...

Il ruolo sorprendente delle cellule immunitarie del cervello

21.12.2020 | Ricerche

Una parte importante del sistema immunitario del cervello, le cellule chiamate microglia...

Le donne possono vivere meglio con una dieta migliore

22.07.2022 | Ricerche

Mangiare frutta e verdura di colori più brillanti può aiutare i problemi di salute delle donne.

...

Demenze: forti differenze regionali nell’assistenza, al Nord test diagnostici …

30.01.2024 | Annunci & info

In Iss il Convegno finale del Fondo per l’Alzheimer e le Demenze, presentate le prime linee guida...

I dieci fattori legati a un aumento del rischio di Alzheimer

27.07.2020 | Esperienze & Opinioni

Anche se non c'è ancora alcuna cura, i ricercatori stanno continuando a migliorare la co...

Aumentano le evidenze di origini alternative delle placche di Alzheimer

13.06.2022 | Ricerche

I risultati di uno studio potrebbero spiegare perché i farmaci progettati per rimuovere i depositi d...

Cerca il tuo sonno ideale: troppo e troppo poco legati al declino cognitivo

28.10.2021 | Ricerche

Come tante altre cose buone della vita, il sonno fa meglio se è moderato. Uno studio plu...

'Ingorgo' di proteine nei neuroni legato alla neurodegenerazione

12.09.2022 | Ricerche

Un nuovo studio condotto da ricercatori dell'EPFL rivela che un complesso proteico malfunzionante pu...

Rete nascosta di enzimi responsabile della perdita di sinapsi nell'Alzhei…

8.12.2020 | Ricerche

Un nuovo studio sul morbo di Alzheimer (MA) eseguito da scienziati dello Scripps Researc...

Scoperto perché l'APOE4 favorisce l'Alzheimer e come neutralizzarlo

10.04.2018 | Ricerche

Usando cellule di cervello umano, scienziati dei Gladstone Institutes hanno scoperto la ...

Malato di Alzheimer: la casa di cura la paga lo Stato?

25.05.2023 | Normativa

Chi si fa carico delle spese per un malato di Alzheimer ricoverato in una casa di riposo? Scopriamo ...

Lavati i denti, posticipa l'Alzheimer: legame diretto tra gengivite e mal…

4.06.2019 | Ricerche

Dei ricercatori hanno stabilito che la malattia gengivale (gengivite) ha un ruolo decisi...

Il girovita può predire il rischio di demenza?

6.11.2019 | Ricerche

Il primo studio di coorte su larga scala di questo tipo ha esaminato il legame tra il girovita in...

Relazioni personali ricche migliorano il funzionamento del cervello

22.06.2020 | Ricerche

Come interagiscono gli individui, come si percepiscono uno con l'altro, e i pensieri e i...

Smontata teoria prevalente sull'Alzheimer: dipende dalla Tau, non dall�…

2.11.2014 | Ricerche

Una nuova ricerca che altera drasticamente la teoria prevalente sull'or...

'Tau, disfunzione sinaptica e lesioni neuroassonali si associano di più c…

26.05.2020 | Ricerche

Il morbo di Alzheimer (MA) comporta il deperimento caratteristico di alcune regioni del ...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)

We use cookies

We use cookies on our website. Some of them are essential for the operation of the site, while others help us to improve this site and the user experience (tracking cookies). You can decide for yourself whether you want to allow cookies or not. Please note that if you reject them, you may not be able to use all the functionalities of the site.