Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Cellule cerebrali a forma di stella orchestrano le connessioni neurali

Cellule cerebrali a forma di stella orchestrano le connessioni neuraliUn astrocita (blu) cresciuto in un piatto con dei neuroni forma una struttura intricata, a forma di stella. Le proteine sinaptiche dei neuroni sono visibili in verde e viola. Le proteine sovrapposte rappresentano le posizioni delle sinapsi. (Fonte: Jeff Stogsdill, Duke University)

Il cervello è fatto di più di una rete aggrovigliata di neuroni. Le cellule a forma di stella, chiamate astrociti, riempiono diligentemente i vuoti tra le reti neurali, ognuna avvolta intorno a migliaia di connessioni neuronali chiamate sinapsi. Questa disposizione conferisce ad ogni singolo astrocita un'intricata struttura tipo spugna.


Una nuova ricerca svolta alla Duke University ha scoperto che gli astrociti sono molto più che l'entourage dei neuroni. La loro architettura unica è estremamente importante anche per regolare lo sviluppo e la funzione delle sinapsi nel cervello. Quando non funzionano bene, la loro disfunzione potrebbe essere alla base dei problemi neuronali osservati in malattie devastanti come l'autismo, la schizofrenia e l'epilessia.


Il team della Duke ha identificato una famiglia di tre proteine ​​che controllano la struttura a ragnatela di ciascun astrocita mentre cresce, e riveste le strutture neuronali come le sinapsi. Spegnere una di queste proteine ​​non solo limita la complessità degli astrociti, ma altera anche la natura delle sinapsi tra i neuroni che toccano, cambiando il delicato equilibrio tra i collegamenti nervosi eccitatori e inibitori.


"Abbiamo scoperto che la forma degli astrociti e le loro interazioni con le sinapsi sono fondamentalmente importanti per la funzione del cervello e possono essere collegate alle malattie in un modo che i ricercatori hanno finora trascurato"
, ha dichiarato Cagla Eroglu, professoressa associata di biologia cellulare e neurobiologia alla Duke. La ricerca è stata pubblicata oggi 9 novembre su Nature.


Gli astrociti ci sono quasi da quando c'è il cervello. Anche i semplici invertebrati come il piccolo verme C. elegans hanno forme primitive di astrociti che nascondono le loro sinapsi neurali. Mentre il nostro cervello si è evoluto in una complessa macchina computazionale, la struttura degli astrociti è diventata ancora più elaborata.


Ma la complessità degli astrociti dipende dai loro compagni neuronali. Fai crescere astrociti e neuroni insieme in un piatto, e gli astrociti formeranno strutture intricate a stella. Coltivali da soli, o con altri tipi di cellule, e non cresceranno.


Per scoprire come i neuroni influenzano la forma degli astrociti, Jeff Stogsdill, dottorato recente di ricerca del laboratorio della Eroglu, ha allevato le due cellule insieme mentre metteva a punto i meccanismi di segnalazione cellulare dei neuroni. È stato sorpreso di scoprire che, anche se uccideva completamente i neuroni, ma conservava la loro struttura come impalcatura, gli astrociti continuavano a svilupparsi splendidamente su di loro.


"Non importava che i neuroni fossero morti o vivi; in entrambi i casi, il contatto tra astrociti e neuroni permetteva all'astrocita di diventare complesso"
, ha detto Stogsdill. "Questo ci ha detto che ci sono interazioni tra le superfici cellulari che regolano il processo".


Stogsdill ha cercato nelle banche dati genetiche esistenti le proteine ​​cellulari superficiali note per essere espresse dagli astrociti, e ha identificato tre candidati che potrebbero aiutare a dirigere la loro forma. Queste proteine, dette neuroligine, hanno un ruolo nella costruzione delle sinapsi neurali e sono state collegate a malattie come l'autismo e la schizofrenia. In precedenza, le loro funzioni erano state studiate principalmente nei neuroni.


Per scoprire quale ruolo hanno le neuroligine negli astrociti, Stogsdill ha armeggiato con la capacità degli astrociti di produrre queste proteine. Ha scoperto che quando ha disattivato la produzione di neuroligine, gli astrociti sono cresciuti piccoli e senza punte. Ma quando ha aumentato la produzione, gli astrociti sono cresciuti a una dimensione quasi doppia. "La forma degli astrociti era direttamente proporzionale alla loro espressione di neuroligine", ha detto Stogsdill.


Regolare l'espressione delle neuroligine non ha cambiato solo la dimensione e la forma degli astrociti. Ha avuto anche un effetto drastico sulle sinapsi che l'astrocita toccava. Quando Stogsdill ha spento una singola neuroligina (neuroligina 2) il numero di sinapsi eccitatorie o "vai" è sceso del 50 per cento. Il numero di sinapsi inibitorie o "stop" è rimasto lo stesso, ma la loro attività è aumentata.


"Stiamo ora imparando che uno dei segni distintivi dei disturbi neurologici come la schizofrenia, l'autismo e l'epilessia è uno squilibrio tra eccitazione e inibizione", ha detto Stogsdill. "Il che ci fa concludere che queste molecole associate alle malattie sono potenzialmente al lavoro negli astrociti per alterare questo equilibrio".


Ben Barres, professore di neurobiologia alla Stanford University, che non era coinvolto nello studio, ha salutato i risultati come "un progresso rivoluzionario molto importante" per capire come le interazioni tra i neuroni e gli astrociti possono influenzare la formazione di sinapsi. "Questi risultati mostrano ancora una volta vividamente come ogni processo importante nel cervello può essere compreso solo come dialogo tra astrociti e neuroni", ha detto Barres. "Ignorare gli astrociti, che sono notevolmente più numerosi dei neuroni, è sempre un errore".

 

 

 

 


Fonte: Kara Manke in Duke University (> English text) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti: Jeff A. Stogsdill, Juan Ramirez, Di Liu, Yong Ho Kim, Katherine T. Baldwin, Eray Enustun, Tiffany Ejikeme, Ru-Rong Ji & Cagla Eroglu. Astrocytic neuroligins control astrocyte morphogenesis and synaptogenesis. Nature, 551, 192–197 (09 November 2017) doi:10.1038/nature24638

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali colelgamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

Demenze: forti differenze regionali nell’assistenza, al Nord test diagnostici …

30.01.2024 | Annunci & info

In Iss il Convegno finale del Fondo per l’Alzheimer e le Demenze, presentate le prime linee guida...

Alzheimer, Parkinson e Huntington condividono una caratteristica cruciale

26.05.2017 | Ricerche

Uno studio eseguito alla Loyola University di Chicago ha scoperto che delle proteine ​​a...

Sciogliere il Nodo Gordiano: nuove speranze nella lotta alle neurodegenerazion…

28.03.2019 | Ricerche

Con un grande passo avanti verso la ricerca di un trattamento efficace per le malattie n...

Il sonno resetta i neuroni per i nuovi ricordi del giorno dopo

11.09.2024 | Ricerche

Tutti sanno che una buona notte di sonno ripristina l'energia di una persona; ora un nuo...

Districare la tau: ricercatori trovano 'obiettivo maneggiabile' per …

30.01.2019 | Ricerche

L'accumulo di placche di amiloide beta (Aβ) e grovigli di una proteina chiamata tau nel ...

Nuovo metodo di selezione farmaci spiega perché quelli di Alzheimer falliscono…

31.01.2022 | Ricerche

Analizzando i meccanismi di malattia nei neuroni umani, dei ricercatori dell'Università del...

Svolta per l'Alzheimer? Confermato collegamento genetico con i disturbi i…

26.07.2022 | Ricerche

Uno studio eseguito in Australia alla Edith Cowan University (ECU) ha confermato il legame tra Alzhe...

LipiDiDiet trova effetti ampi e duraturi da intervento nutrizionale all'i…

9.11.2020 | Ricerche

Attualmente non esiste una cura nota per la demenza, e le terapie farmacologiche esisten...

La scoperta del punto di svolta nell'Alzheimer può migliorare i test di n…

20.05.2022 | Ricerche

 Intervista al neurologo William Seeley della Università della California di San Francisco

...

Meccanismo neuroprotettivo alterato dai geni di rischio dell'Alzheimer

11.01.2022 | Ricerche

Il cervello ha un meccanismo naturale di protezione contro il morbo di Alzheimer (MA), e...

Alzheimer e le sue proteine: bisogna essere in due per ballare il tango

21.04.2016 | Ricerche

Per anni, i neuroscienziati si sono chiesti come fanno le due proteine ​​anomale amiloid...

Diagnosi di Alzheimer: prenditi del tempo per elaborarla, poi vai avanti con m…

4.12.2023 | Esperienze & Opinioni

Come posso accettare la diagnosi di Alzheimer?

Nathaniel Branden, compianto psicoterape...

Pressione bassa potrebbe essere uno dei colpevoli della demenza

2.10.2019 | Esperienze & Opinioni

Invecchiando, le persone spesso hanno un declino della funzione cerebrale e spesso si pr...

Scoperto il punto esatto del cervello dove nasce l'Alzheimer: non è l…

17.02.2016 | Ricerche

Una regione cruciale ma vulnerabile del cervello sembra essere il primo posto colpito da...

Il ruolo sorprendente delle cellule immunitarie del cervello

21.12.2020 | Ricerche

Una parte importante del sistema immunitario del cervello, le cellule chiamate microglia...

Qualità della vita peggiora quando l'Alzheimer è complicato dal cancro

28.04.2023 | Esperienze & Opinioni

Che considerazioni si possono fare per una persona con Alzheimer che riceve anche la diagnosi di can...

Nuovo farmaco previene le placche amiloidi, un segno specifico di Alzheimer

8.03.2021 | Ricerche

Le placche di amiloide sono caratteristiche patologiche del morbo di Alzheimer (MA): son...

Perché dimentichiamo? Nuova teoria propone che 'dimenticare' è in re…

17.01.2022 | Ricerche

Mentre viviamo creiamo innumerevoli ricordi, ma molti di questi li dimentichiamo. Come m...

Cibo per pensare: come la dieta influenza il cervello per tutta la vita

7.10.2024 | Esperienze & Opinioni

Una quantità di ricerche mostra che ciò che mangiamo influenza la capacità del corpo di ...

Stimolazione dell'onda cerebrale può migliorare i sintomi di Alzheimer

15.03.2019 | Ricerche

Esponendo i topi a una combinazione unica di luce e suono, i neuroscienziati del Massach...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)

We use cookies

We use cookies on our website. Some of them are essential for the operation of the site, while others help us to improve this site and the user experience (tracking cookies). You can decide for yourself whether you want to allow cookies or not. Please note that if you reject them, you may not be able to use all the functionalities of the site.