Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Studio: è sicuro curare i pazienti con demenza con trombolitici

Studio: è sicuro curare i pazienti con demenza con anticoagulanti (Foto: Shutterstock 295255976)I pazienti con demenza trattati con trombolisi endovenosa, attraverso potenti farmaci trombolitici, non hanno alcun rischio grave di emorragia cerebrale o di morte rispetto ad altri pazienti che ricevono lo stesso trattamento, riferisce uno studio condotto al Karolinska Institutet e pubblicato nella rivista Neurology.


L'ictus ischemico è la forma più comune di ictus e avviene quando un coagulo di sangue blocca il flusso sanguigno nel cervello. Un «trattamento con trombolisi endovenosa» (IVT) che usa potenti farmaci trombolitici entro 4,5 ore dall'inizio, può migliorare notevolmente la prognosi e ridurre la probabilità che i pazienti perdano la capacità di parlare o camminare.


"Gli ospedali tendono a evitare i potenti farmaci trombolitici per i pazienti con demenza, credendo che tali pazienti, in particolare quelli con Alzheimer, siano più inclini alle emorragie cerebrali", afferma Sara Garcia-Ptacek, postdottorato di Neurobiologia al Karolinska Institutet. "Volevamo scoprire quanto grande fosse davvero questo rischio".

 

Risultati sia attesi che inattesi

Studiando i dati del Registro svedese della Demenza (SveDem) degli anni compresi tra il 2010 e il 2014 e confrontandoli con il Registro svedese degli Ictus, i ricercatori hanno trovato 1.300 pazienti con ictus che avevano una diagnosi precedente di una qualche forma di demenza. Hanno quindi studiato la percentuale dei pazienti che avevano ricevuto il trattamento di trombolisi per il loro ictus e come erano andati successivamente rispetto ad un gruppo di controllo con ictus ma senza demenza.


In questo modo, hanno scoperto che le persone al di sotto dei 80 anni con demenza e ictus hanno avuto una somministrazione di trombolisi endovenosa con meno frequenza dei pazienti con ictus ma senza demenza. "Eppure abbiamo anche visto che i pazienti di demenza con più di 80 anni, colpiti da un ictus, hanno ricevuto il trattamento con trombolisi con la stessa frequenza dei pazienti senza demenza con ictus, un risultato inaspettato", dice il dottor Garcia-Ptacek.


I ricercatori hanno poi esaminato i risultati terapeutici per entrambi i gruppi che avevano ricevuto il trattamento trombolisico, per accertare se il rischio di complicanze variava o meno.

 

Il sanguinamento improvviso non è più comune nei pazienti di demenza

"È importante sottolineare che il sanguinamento improvviso nel cervello, quello che noi chiamiamo emorragia intracerebrale, una complicazione ben conosciuta che può sorgere in combinazione con il trattamento trombolitico, non era più probabile nelle persone con demenza e ictus rispetto a quelle senza demenza con ictus, quando entrambi i gruppi hanno ricevuto l'IVT ", afferma Maria Eriksdotter, professoressa di medicina geriatrica nello stesso dipartimento.


I ricercatori hanno anche studiato il rischio di morte dopo il trattamento e hanno scoperto che non esisteva alcuna differenza tra i pazienti con demenza e quelli senza che non avevano ricevuto l'IVT. Tuttavia, hanno trovato peggiori esiti funzionali nei pazienti con demenza e ictus tre mesi dopo. Questi pazienti hanno avuto anche più probabilità di essere inviati alla casa di riposo rispetto ai pazienti affetti da ictus senza demenza.


"Il nostro studio indica che il trattamento con trombolisi per i pazienti di demenza è altrettanto sicuro che per gli altri pazienti con lo stesso stato fisico e che il rischio di complicanze del trattamento non è più elevato", afferma la prof.ssa Eriksdotter. "Quindi, il trattamento IVT può essere considerato per i pazienti affetti da ictus con demenza".

 

 

 


Fonte: Karolinska Institutet (> English text) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti: Eva Zupanic, Mia von Euler, Ingemar Kåreholt, Beatriz Contreras Escamez, Johan Fastbom, Bo Norrving, Dorota Religa, Milica G. Kramberger, Bengt Winblad, Kristina Johnell, Maria Eriksdotter, Sara Garcia-Ptacek. Thrombolysis in acute ischemic stroke in patients with dementia. Neurology, 2017; 10.1212/WNL.0000000000004598 DOI: 10.1212/WNL.0000000000004598

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali colelgamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

Un singolo trattamento genera nuovi neuroni, elimina neurodegenerazione nei to…

1.07.2020 | Ricerche

Xiang-Dong Fu PhD, non è mai stato così entusiasta di qualcosa in tutta la sua carriera...

Districare la tau: ricercatori trovano 'obiettivo maneggiabile' per …

30.01.2019 | Ricerche

L'accumulo di placche di amiloide beta (Aβ) e grovigli di una proteina chiamata tau nel ...

Microglia: ‘cellule immunitarie’ che proteggono il cervello dalle malattie, ma…

28.05.2020 | Esperienze & Opinioni

Sappiamo che il sistema immunitario del corpo è importante per tenere tutto sotto controllo e per...

Scienziati dicono che si possono recuperare i 'ricordi persi' per l…

4.08.2017 | Ricerche

Dei ricordi dimenticati sono stati risvegliati nei topi con Alzheimer, suggerendo che la...

Il girovita può predire il rischio di demenza?

6.11.2019 | Ricerche

Il primo studio di coorte su larga scala di questo tipo ha esaminato il legame tra il girovita in...

Qualità della vita peggiora quando l'Alzheimer è complicato dal cancro

28.04.2023 | Esperienze & Opinioni

Che considerazioni si possono fare per una persona con Alzheimer che riceve anche la diagnosi di can...

Interleuchina3: la molecola di segnalazione che può prevenire l'Alzheimer…

20.07.2021 | Ricerche

Una nuova ricerca su esseri umani e topi ha identificato una particolare molecola di seg...

La scoperta del punto di svolta nell'Alzheimer può migliorare i test di n…

20.05.2022 | Ricerche

 Intervista al neurologo William Seeley della Università della California di San Francisco

...

Sciogliere il Nodo Gordiano: nuove speranze nella lotta alle neurodegenerazion…

28.03.2019 | Ricerche

Con un grande passo avanti verso la ricerca di un trattamento efficace per le malattie n...

Gli interventi non farmacologici per l'Alzheimer sono sia efficaci che co…

19.04.2023 | Ricerche

Un team guidato da ricercatori della Brown University ha usato una simulazione al computer per di...

Lavati i denti, posticipa l'Alzheimer: legame diretto tra gengivite e mal…

4.06.2019 | Ricerche

Dei ricercatori hanno stabilito che la malattia gengivale (gengivite) ha un ruolo decisi...

I ricordi potrebbero essere conservati nelle membrane dei tuoi neuroni

18.05.2023 | Ricerche

Il cervello è responsabile del controllo della maggior parte delle attività del corpo; l...

I dieci fattori legati a un aumento del rischio di Alzheimer

27.07.2020 | Esperienze & Opinioni

Anche se non c'è ancora alcuna cura, i ricercatori stanno continuando a migliorare la co...

Relazioni personali ricche migliorano il funzionamento del cervello

22.06.2020 | Ricerche

Come interagiscono gli individui, come si percepiscono uno con l'altro, e i pensieri e i...

Nuovo sensore nel cervello offre risposte all'Alzheimer

12.03.2021 | Ricerche

Scienziati della Università della Virginia (UVA) hanno sviluppato uno strumento per moni...

Riprogrammare «cellule di supporto» in neuroni per riparare il cervello adulto…

21.11.2014 | Ricerche

La porzione del cervello adulto responsabile del pensiero complesso, la corteccia cerebrale, non ...

Livelli di ossigeno nel sangue potrebbero spiegare perché la perdita di memori…

9.06.2021 | Ricerche

Per la prima volta al mondo, scienziati dell'Università del Sussex hanno registrato i li...

Svolta per l'Alzheimer? Confermato collegamento genetico con i disturbi i…

26.07.2022 | Ricerche

Uno studio eseguito in Australia alla Edith Cowan University (ECU) ha confermato il legame tra Alzhe...

Paesi asiatici assistono gli anziani in modo diverso: ecco cosa possiamo impar…

28.10.2020 | Esperienze & Opinioni

A differenza dei paesi occidentali, le culture tradizionali asiatiche mettono un forte a...

IFITM3: la proteina all'origine della formazione di placche nell'Alz…

4.09.2020 | Ricerche

Il morbo di Alzheimer (MA) è una malattia neurodegenerativa caratterizzata dall'accumulo...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)