Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Nella retina dell'occhio i segni della degenerazione frontotemporale

La degenerazione frontotemporale (FTD) è una condizione neurodegenerativa progressiva che è presente in decine di migliaia di americani, ma è spesso difficile da diagnosticare con precisione.


Ora, in uno studio pubblicato online questa settimana su Neurology, i ricercatori dell'Università della Pennsylvania hanno trovato le prove che un semplice esame oculare e una scansione retinica possono contribuire a migliorare tale precisione.


Con una tecnica poco costosa e non invasiva, gli scienziati della Penn Medicine hanno scoperto che, rispetto ai soggetti di controllo, i pazienti con FTD mostrano un assottigliamento della retina esterna, gli strati con i fotorecettori attraverso i quali vediamo.


La retina è potenzialmente influenzata dai disturbi neurodegenerativi perché è una proiezione del cervello. Studi precedenti avevano suggerito che anche i pazienti con Alzheimer e SLA possono avere un assottigliamento della retina, anche se di una sua parte diversa. Quindi la scansione della retina può aiutare i medici a confermare o escludere la FTD.


"La scoperta di questo studio sull'assottigliamento della retina esterna suggerisce che delle patologie specifiche del cervello possono essere riflesse da anomalie retiniche specifiche", ha affermato il primo autore dello studio Benjamin J. Kim MD, assistente professore di oftalmologia al Scheie Eye Institute della Penn.


Le malattie neurodegenerative in generale sono difficili da diagnosticare e spesso sono confermate solo con un esame diretto del tessuto cerebrale in fase di autopsia. Ora che la scienza sembra essere sul punto di sviluppare trattamenti efficaci per queste malattie, sta diventando acuto il bisogno di metodi diagnostici migliori.


"Entrando in un'epoca di trattamenti che modificano le malattie per i disturbi neurodegenerativi, è essenziale avere strumenti che possano identificare le patologie specifiche accumulate nel cervello, in modo da poter gestire i trattamenti appropriati per i pazienti che possono avere benefici" ha detto l'autore senior dello studio Murray Grossman MD, professore di Neurologia e direttore del FTD Center della Penn.


Lo studio includeva 38 pazienti di FTD iscritti alla visita nel FTD Center e 44 soggetti di controllo che non avevano alcuna malattia neurodegenerativa. I pazienti di FTD sono stati caratterizzati accuratamente con esami clinici, biomarcatori del liquido cerebrospinale (per escludere l'Alzheimer) e test genetici. I ricercatori hanno quindi impiegato una tecnologia di scansione dell'occhio chiamata «tomografia ottica a coerenza di fase a dominio spettrale» (SD-OCT), che utilizza un fascio di luce sicuro per visualizzare il tessuto con una risoluzione a livello di micron. La scansione SD-OCT è poco costosa, non invasiva e veloce.


Le misurazioni degli strati retinici dei soggetti, dopo gli aggiustamenti per età, sesso e ambiente etnico, hanno evidenziato che le retine esterne dei pazienti di FTD erano più sottili di quelle dei soggetti di controllo. Questo riduzione relativa delle retine esterne è dovuta a un assottigliamento di due parti specifiche della retina esterna, lo strato nucleare esterno (ONL) e la zona ellissoidale (EZ). L'ONL dei pazienti di FTD era circa il 10% più sottile dei controlli, e questo assottigliamento dell'ONL era la fonte primaria del diradamento esterno della retina.


Il grado di assottigliamento della retina tra i pazienti di FTD aveva anche la tendenza significativa a essere peggiore quanto più bassi erano i punteggi dei pazienti su un test di cognizione standard. Studi precedenti avevano riscontrato una perdita di fibre nervose ottiche e l'assottigliamento associato della retina interna in alcuni altri disturbi neurodegenerativi tra cui la demenza di Alzheimer, la SLA e i Corpi di Lewy.


I nuovi risultati suggeriscono che la FTD si manifesta in modo diverso nelle strutture della retina e che questa differenza, rilevabile con un test di scansione retinica, potrebbe aiutare i medici a distinguere un disturbo dall'altro. La FTD è tra le cause più comuni della demenza in mezza età e spesso è erroneamente diagnosticata come Alzheimer - o viceversa.


La FTD stessa non è un disturbo singolo, ma piuttosto un insieme di disturbi distinti. I risultati del nuovo studio suggeriscono che potrebbe essere possibile usare la scansione SD-OCT per distinguere tra questi sottotipi di FTD. Alcuni sottotipi di FTD implicano l'accumulo anomalo, nelle aree cerebrali affette, di aggregati filamentosi della proteina tau. Altri sottotipi di FTD presentano aggregati anomali di una proteina denominata TDP-43.


Nello studio, i ricercatori della Penn hanno usato criteri clinici normali per raggruppare i pazienti FTD nelle categorie di probabile-Tau, probabile-TDP-43 e di patologia sconosciuta. Hanno osservato che l'assottigliamento della retina esterna sembra esserci soprattutto nel gruppo di patologia probabile-tau. "Studi precedenti avevano suggerito che la tau è espressa nelle cellule fotorecettrici, e quindi abbiamo ipotizzato che i pazienti con patologia tau cerebrale possono avere anomalie ai fotorecettori", ha dichiarato Kim. "E' stato interessante acquisire dati che sembrano confermare la nostra ipotesi".


I ricercatori della Penn stanno ora progettando studi più grandi e più conclusivi per confrontare le misurazioni della retina nei pazienti che hanno diversi sottotipi di FTD e altre malattie neurodegenerative.

 

 

 


Fonte: University of Pennsylvania via EurekAlert! (> English text) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti: Benjamin J. Kim, David J. Irwin, Delu Song, Ebenezer Daniel, Jennifer D. Leveque, Aaishah R. Raquib, Wei Pan, Gui-Shuang Ying, Tomas S. Aleman, Joshua L. Dunaief and Murray Grossman. Optical coherence tomography identifies outer retina thinning in frontotemporal degeneration. Neurology, published 8/Sept/2017, doi: 10.1212/WNL.0000000000004500

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali colelgamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

Che speranza hai dopo la diagnosi di Alzheimer?

25.01.2021 | Esperienze & Opinioni

Il morbo di Alzheimer (MA) è una malattia che cambia davvero la vita, non solo per la pe...

'Scioccante': dopo un danno, i neuroni si auto-riparano ripartendo d…

17.04.2020 | Ricerche

Quando le cellule cerebrali adulte sono ferite, ritornano ad uno stato embrionale, secon...

Meccanismo neuroprotettivo alterato dai geni di rischio dell'Alzheimer

11.01.2022 | Ricerche

Il cervello ha un meccanismo naturale di protezione contro il morbo di Alzheimer (MA), e...

Dosi basse di radiazioni possono migliorare la qualità di vita nell'Alzhe…

6.05.2021 | Ricerche

Individui con morbo di Alzheimer (MA) grave hanno mostrato notevoli miglioramenti nel co...

Chiarito il meccanismo che porta all'Alzheimer e come fermarlo

30.08.2017 | Ricerche

Nel cervello delle persone con Alzheimer ci sono depositi anomali di proteine ​​amiloide-beta e ​...

IFITM3: la proteina all'origine della formazione di placche nell'Alz…

4.09.2020 | Ricerche

Il morbo di Alzheimer (MA) è una malattia neurodegenerativa caratterizzata dall'accumulo...

Il Protocollo Bredesen: si può invertire la perdita di memoria dell'Alzhe…

16.06.2016 | Annunci & info

I risultati della risonanza magnetica quantitativa e i test neuropsicologici hanno dimostrato dei...

Scoperto perché l'APOE4 favorisce l'Alzheimer e come neutralizzarlo

10.04.2018 | Ricerche

Usando cellule di cervello umano, scienziati dei Gladstone Institutes hanno scoperto la ...

Perché dimentichiamo? Nuova teoria propone che 'dimenticare' è in re…

17.01.2022 | Ricerche

Mentre viviamo creiamo innumerevoli ricordi, ma molti di questi li dimentichiamo. Come m...

Qualità della vita peggiora quando l'Alzheimer è complicato dal cancro

28.04.2023 | Esperienze & Opinioni

Che considerazioni si possono fare per una persona con Alzheimer che riceve anche la diagnosi di can...

Sintomi visivi bizzarri potrebbero essere segni rivelatori dell'Alzheimer…

1.02.2024 | Ricerche

Un team di ricercatori internazionali, guidato dall'Università della California di San F...

Laser a infrarossi distrugge le placche di amiloide nell'Alzheimer

7.08.2020 | Ricerche

L'aggregazione di proteine ​​in strutture chiamate 'placche amiloidi' è una caratteristi...

Trovato legame tra amiloide-beta e tau: è ora possibile una cura per l'Al…

27.04.2015 | Ricerche

Dei ricercatori hanno assodato come sono collegate delle proteine che hanno un ruolo chiave nell...

Il gas da uova marce potrebbe proteggere dall'Alzheimer

15.01.2021 | Ricerche

La reputazione dell'[[acido solfidrico]] (o idrogeno solforato), di solito considerato v...

LipiDiDiet trova effetti ampi e duraturi da intervento nutrizionale all'i…

9.11.2020 | Ricerche

Attualmente non esiste una cura nota per la demenza, e le terapie farmacologiche esisten...

Un singolo trattamento genera nuovi neuroni, elimina neurodegenerazione nei to…

1.07.2020 | Ricerche

Xiang-Dong Fu PhD, non è mai stato così entusiasta di qualcosa in tutta la sua carriera...

Svolta per l'Alzheimer? Confermato collegamento genetico con i disturbi i…

26.07.2022 | Ricerche

Uno studio eseguito in Australia alla Edith Cowan University (ECU) ha confermato il legame tra Alzhe...

Scoperto nuovo colpevole del declino cognitivo nell'Alzheimer

7.02.2019 | Ricerche

È noto da tempo che i pazienti con morbo di Alzheimer (MA) hanno anomalie nella vasta re...

Perché il diabete tipo 2 è un rischio importante per lo sviluppo dell'Alz…

24.03.2022 | Ricerche

Uno studio dell'Università di Osaka suggerisce un possibile meccanismo che collega il diabete all'Al...

Con l'età cala drasticamente la capacità del cervello di eliminare le pro…

31.07.2015 | Ricerche

Il fattore di rischio più grande per l'Alzheimer è l'avanzare degli anni. Dopo i 65, il rischio r...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)

We use cookies

We use cookies on our website. Some of them are essential for the operation of the site, while others help us to improve this site and the user experience (tracking cookies). You can decide for yourself whether you want to allow cookies or not. Please note that if you reject them, you may not be able to use all the functionalities of the site.