Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Ricercatori dicono che la terapia genica elimina le placche nell'Alzheimer

Scienziati dicono che un singolo trattamento di terapia genetica potrebbe aiutare a eliminare le proteine tossiche che causano l'Alzheimer, se applicato nelle prime fasi.

Il trattamento stimola una proteina che rimuove la placca amiloide beta dal cervello dei topi allevati a sviluppare la malattia.

I risultati, pubblicati in Human Molecular Genetics, suggeriscono che, iniettando una quantità extra di geni Parkin, si potrebbe svuotare il cervello dalle particelle di amiloide che distruggono i neuroni cerebrali nell'Alzheimer. I ricercatori dicono che è una questione di rimuovere i rifiuti della proteina. Il gene parkin fa parte di un gruppo di proteine che se mutato può portare al Parkinson precoce e svolge un ruolo nella degradazione di altre proteine. In questo studio, i ricercatori hanno mostrato che il gene parkin degrada la proteina beta amiloide.

Secondo Charbel EH Moussa, MB, Ph.D., autore principale dello studio del Georgetown University Medical Center, .. "siamo i primi a dimostrare che questo gene attacca il beta amiloide all'interno delle cellule cerebrali per degradarlo". Egli spiega che la terapia genica è progettata per attaccare l'Alzheimer nella fase iniziale e potrebbe funzionare anche per altre patologie neurodegenerative del cervello.

Per lo studio, il team di Moussa ha utilizzato un modello di topo che simula le fasi iniziali dell'Alzheimer, immettendo un lentivirus HIV inattivo nella corteccia motoria del cervello del mouse. In questo modo si sono formate placche amiloidi dentro i neuroni, ma non al di fuori delle cellule. L'ipotesi è che una volta che l'amiloide si forma all'interno delle cellule, i neuroni esplodono, portando la proteina amiloide ad aggregarsi formando delle placche tra le cellule cerebrali. Il dottor Moussa ha trovato in precedenza un legame tra Alzheimer, Parkinson, demenza con corpi di Lewy (DLB) e sindrome di Down, che condividono lo stesso accumulo di placche amiloidi nel tessuto cerebrale.

I topi, allevati per sviluppare placche amiloidi all'interno dei neuroni all'età di sei mesi, e fuori delle cellule da tre a sei mesi più tardi, hanno avuto una iniezione di proteina parkin su un lato del cervello, lasciando gli altri lati intatti per controllo. Gli scienziati hanno scoperto che il trattamento ha funzinato, ripulendo le proteine anomale, che sono state poi riciclate - un processo noto come ubiquitinazione.

Un altro processo nello studio che ha annullato il processo di produczione della placca nei topi di Alzheimer, è stato attraverso l'autofagia, che è una forma di autodistruzione dei mitocondri (i blocchi di costruzione delle cellule) danneggiati. Moussa ha sottolineato l'importanza dell'autofagia, perché i mitocondri danneggiati possono ostruire la parte interna dei neuroni. Il team ha scoperto che il potenziamento del gene parkin ha eliminato dal cervello la placca che genera l'Alzheimer. "Con una normale quantità di parkin, le cellule vengono travolte e non possono rimuovere i detriti molecolari. L'extra Parkin ripulisce tutto", ha detto Moussa.

In un esperimento separato, i ricercatori hanno confrontato i topi non trattati con il gene, con quelli ai quali era stato dato i geni parkin attraverso il lentivirus. Rispetto al gruppo non trattato, i topi con terapia genica avevano il 75 per cento in meno di placca beta amiloide nel cervello e una quantità pari di mantenimento delle cellule neuronali.

La speranza è che la terapia genica proteica sia in grado di trattare la forma precoce dell'Alzheimer negli esseri umani, o fermare la malattia dal progredire al momento della diagnosi ritardata. Gli scienziati dicono di aver provato che il trattamento è sicuro, e il passo successivo è testarlo sugli esseri umani. Dicono anche che, nello studio, il gene parkin ha spazzato via abbastanza placca beta amiloide nel cervello da rendere possibile riacquistare la memoria anche dopo che il danno si è verificato.


Riferimento: Hum. Mol. Genet: (2011) doi: 10.1093/hmg/ddr091

Pubblicato su EmaxHealth.com il 5 marzo 2011  Traduzione di Traduzione di Franco Pellizzari.

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi, eventualmente citati nell'articolo, sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non si propone come terapia o dieta; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non dipende nè impegna l'Associazione Alzheimer Riese. I siti terzi raggiungibili dagli annunci pubblicitari proposti da Google sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente; in particolare si segnala la presenza frequente di una istituzione medica con base in Germania (xcell-Center) che propone la cura dell'Alzheimer con cellule staminali; la Società Tedesca di Neuscienze ha più volte messo in guardia da questa proposta il cui effetto non è dimostrato. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.

Sostieni l'Associazione, una donazione, anche minima, ci aiuterà ad assistere malati e famiglie e a informarti:


Notizie da non perdere

Un singolo trattamento genera nuovi neuroni, elimina neurodegenerazione nei to…

1.07.2020 | Ricerche

Xiang-Dong Fu PhD, non è mai stato così entusiasta di qualcosa in tutta la sua carriera...

Districare la tau: ricercatori trovano 'obiettivo maneggiabile' per …

30.01.2019 | Ricerche

L'accumulo di placche di amiloide beta (Aβ) e grovigli di una proteina chiamata tau nel ...

Microglia: ‘cellule immunitarie’ che proteggono il cervello dalle malattie, ma…

28.05.2020 | Esperienze & Opinioni

Sappiamo che il sistema immunitario del corpo è importante per tenere tutto sotto controllo e per...

Scienziati dicono che si possono recuperare i 'ricordi persi' per l…

4.08.2017 | Ricerche

Dei ricordi dimenticati sono stati risvegliati nei topi con Alzheimer, suggerendo che la...

Il girovita può predire il rischio di demenza?

6.11.2019 | Ricerche

Il primo studio di coorte su larga scala di questo tipo ha esaminato il legame tra il girovita in...

Qualità della vita peggiora quando l'Alzheimer è complicato dal cancro

28.04.2023 | Esperienze & Opinioni

Che considerazioni si possono fare per una persona con Alzheimer che riceve anche la diagnosi di can...

Interleuchina3: la molecola di segnalazione che può prevenire l'Alzheimer…

20.07.2021 | Ricerche

Una nuova ricerca su esseri umani e topi ha identificato una particolare molecola di seg...

La scoperta del punto di svolta nell'Alzheimer può migliorare i test di n…

20.05.2022 | Ricerche

 Intervista al neurologo William Seeley della Università della California di San Francisco

...

Sciogliere il Nodo Gordiano: nuove speranze nella lotta alle neurodegenerazion…

28.03.2019 | Ricerche

Con un grande passo avanti verso la ricerca di un trattamento efficace per le malattie n...

Gli interventi non farmacologici per l'Alzheimer sono sia efficaci che co…

19.04.2023 | Ricerche

Un team guidato da ricercatori della Brown University ha usato una simulazione al computer per di...

Lavati i denti, posticipa l'Alzheimer: legame diretto tra gengivite e mal…

4.06.2019 | Ricerche

Dei ricercatori hanno stabilito che la malattia gengivale (gengivite) ha un ruolo decisi...

I ricordi potrebbero essere conservati nelle membrane dei tuoi neuroni

18.05.2023 | Ricerche

Il cervello è responsabile del controllo della maggior parte delle attività del corpo; l...

I dieci fattori legati a un aumento del rischio di Alzheimer

27.07.2020 | Esperienze & Opinioni

Anche se non c'è ancora alcuna cura, i ricercatori stanno continuando a migliorare la co...

Relazioni personali ricche migliorano il funzionamento del cervello

22.06.2020 | Ricerche

Come interagiscono gli individui, come si percepiscono uno con l'altro, e i pensieri e i...

Nuovo sensore nel cervello offre risposte all'Alzheimer

12.03.2021 | Ricerche

Scienziati della Università della Virginia (UVA) hanno sviluppato uno strumento per moni...

Riprogrammare «cellule di supporto» in neuroni per riparare il cervello adulto…

21.11.2014 | Ricerche

La porzione del cervello adulto responsabile del pensiero complesso, la corteccia cerebrale, non ...

Livelli di ossigeno nel sangue potrebbero spiegare perché la perdita di memori…

9.06.2021 | Ricerche

Per la prima volta al mondo, scienziati dell'Università del Sussex hanno registrato i li...

Svolta per l'Alzheimer? Confermato collegamento genetico con i disturbi i…

26.07.2022 | Ricerche

Uno studio eseguito in Australia alla Edith Cowan University (ECU) ha confermato il legame tra Alzhe...

Paesi asiatici assistono gli anziani in modo diverso: ecco cosa possiamo impar…

28.10.2020 | Esperienze & Opinioni

A differenza dei paesi occidentali, le culture tradizionali asiatiche mettono un forte a...

IFITM3: la proteina all'origine della formazione di placche nell'Alz…

4.09.2020 | Ricerche

Il morbo di Alzheimer (MA) è una malattia neurodegenerativa caratterizzata dall'accumulo...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)