Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


I grovigli proteici dell'Alzheimer possono essere cruciali per la riproduzione umana

I grovigli proteici dell'Alzheimer possono essere cruciali per la riproduzione umanaIllustrazione di Raycat/iStockphoto

Il liquido seminale ha qualcosa in comune con il cervello dei malati di Alzheimer: entrambi contengono fasci di filamenti proteici chiamati «fibrille amiloidi». Anche se l'accumulo di amiloide sembra danneggiare le cellule del cervello, queste fibrille possono essere cruciali per la riproduzione.


Un nuovo studio suggerisce che le fibrille dello sperma immobilizzano gli spermatozoi inferiori alla media, assicurando che solo i più forti raggiungano l'ovulo. "Sono sicuro che fin da quando gli scienziati hanno descritto le fibrille dello sperma, hanno dovuto ipotizzare la loro funzione naturale", dice Daniel Otzen, esperto di aggregati proteici dell'Università Aarhus in Danimarca, che non ha partecipato alla ricerca. "Questo studio sembra dare la prova schiacciante".


I ricercatori hanno scoperto le fibrille dello sperma nel 2007. In un primo momento, sembrava per lo più una cattiva notizia: gli scienziati avevano dimostrato che le fibrille, presenti nel liquido seminale insieme alle cellule spermatiche e ad altri componenti, possono legarsi all'HIV, aiutandolo ad entrare all'interno delle cellule.


Ma le fibrille si trovano nella maggior parte dei primati, osserva Nadia Roan, biologa delle mucose dell'Università della California di San Francisco. "Se le fibrille non avessero dato un certo beneficio, sarebbero state eliminate durante l'evoluzione". Poiché il modo in cui l'HIV si fonde con le cellule ricorda quello in cui uno spermatozoo si fonde all'ovulo, lei si è chiesta se le fibrille non facilitassero la fecondazione.


Nel nuovo studio, la Roan e i colleghi hanno creato fibre amiloidi sintetiche e hanno controllato se promuovono la fusione tra sperma e ovulo nei piatti di laboratorio. Sono rimasti presto delusi. In presenza di fibrille, gli spermatozoi erano più lenti. "La loro coda non batteva così velocemente", dice la Roan. Uno sguardo sotto il microscopio ha mostrato che le fibrille si legano alle cellule spermatiche, immobilizzandole.


Così i ricercatori sono passati a una nuova idea: forse le fibrille possono aiutare le donne a eliminare lo sperma cattivo. Dopo un rapporto sessuale, le cellule immunitarie di una donna inondano il suo tratto riproduttivo per sbarazzarsi di microrganismi potenzialmente dannosi, dice la Roan. Per vedere se le fibrille di sperma possono facilitare questo processo, i ricercatori hanno incubato spermatozoi sani con o senza fibrille sintetiche, e quindi hanno contato quanti spermatozoi venivano mangiati dalle cellule immunitarie.


In presenza di fibrille, sono state divorate fino a cinque volte più cellule spermatiche. Le fibrille inoltre hanno promosso la rimozione di spermatozoi che erano stati danneggiati da temperature ultra calde. Su eLife il team riferisce che, quando le fibrille erano presenti, le cellule immunitarie hanno mangiato fino a 1,5 volte più cellule spermatiche difettose rispetto a quando non c'erano.


Secondo la Roan, le fibrille dello sperma potrebbero avere almeno due effetti benefici negli animali vivi:

  1. uno potrebbe essere l'eliminazione dello sperma rimasto per troppo tempo nel tratto riproduttivo femminile, in quanto ciò potrebbe innescare una risposta immunitaria indesiderata che potrebbe uccidere tutte le cellule spermatiche;
  2. l'altro potrebbe essere la rimozione delle cellule difettose, dando allo sperma sano una migliore possibilità di raggiungere l'ovulo.


Otzen dice che una strategia che aiuti a garantire che "solo il migliore e il più brillante" raggiunga l'ovulo avrebbe senso. "Non c'è niente di più importante, da una prospettiva evolutiva, che essere in grado di avere una prole fortemente vitale".


Tuttavia, sono necessarie ulteriori ricerche per capire come le fibrille inibiscono lo sperma, dice Otzen. E rimane da vedere se gli effetti osservati in un piatto di laboratorio sono validi sugli animali vivi. Ancora, dice, questa nuova funzione di controllo di qualità delle fibrille dello sperma mostra come "la natura è molto più complessa e eccentrica di quanto pensiamo".

 

 

 


Fonte: Giorgia Guglielmi in Scence (> English text) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti: Nadia R Roan, Nathallie Sandi-Monroy, ,Nargis Kohgadai, Shariq M Usmani, Katherine G Hamil, Jason Neidleman, Mauricio Montano, Ludger Ständker, Annika Röcker, Marielle Cavrois, Jared Rosen, Kara Marson, James F Smith, Christopher D Pilcher, Friedrich Gagsteiger, Olena Sakk, Michael O’Rand, Polina V Lishko, Frank Kirchhoff, Jan Münch, Warner C Greene. Semen amyloids participate in spermatozoa selection and clearance. eLife 2017;6:e24888 doi: 10.7554/eLife.24888

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali links contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

Rivelato nuovo percorso che contribuisce all'Alzheimer ... oppure al canc…

21.09.2014 | Ricerche

Ricercatori del campus di Jacksonville della Mayo Clinic hanno scoperto...

Districare la tau: ricercatori trovano 'obiettivo maneggiabile' per …

30.01.2019 | Ricerche

L'accumulo di placche di amiloide beta (Aβ) e grovigli di una proteina chiamata tau nel ...

Stimolazione dell'onda cerebrale può migliorare i sintomi di Alzheimer

15.03.2019 | Ricerche

Esponendo i topi a una combinazione unica di luce e suono, i neuroscienziati del Massach...

L'Alzheimer è composto da quattro sottotipi distinti

4.05.2021 | Ricerche

Il morbo di Alzheimer (MA) è caratterizzato dall'accumulo anomale e dalla diffusione del...

Immagini mai viste prima delle prime fasi dell'Alzheimer

14.03.2017 | Ricerche

I ricercatori dell'Università di Lund in Svezia, hanno utilizzato il sincrotrone MAX IV ...

Le donne possono vivere meglio con una dieta migliore

22.07.2022 | Ricerche

Mangiare frutta e verdura di colori più brillanti può aiutare i problemi di salute delle donne.

...

Infezione cerebrale da funghi produce cambiamenti simili all'Alzheimer

26.10.2023 | Ricerche

Ricerche precedenti hanno implicato i funghi in condizioni neurodegenerative croniche co...

Scoperta ulteriore 'barriera' anatomica che difende e monitora il ce…

11.01.2023 | Ricerche

Dalla complessità delle reti neurali, alle funzioni e strutture biologiche di base, il c...

I ricordi potrebbero essere conservati nelle membrane dei tuoi neuroni

18.05.2023 | Ricerche

Il cervello è responsabile del controllo della maggior parte delle attività del corpo; l...

Identificazione dei primi segnali dell'Alzheimer

7.03.2022 | Ricerche

Un team multidisciplinare di ricerca, composto da ricercatori del progetto ARAMIS, dell...

Demenze: forti differenze regionali nell’assistenza, al Nord test diagnostici …

30.01.2024 | Annunci & info

In Iss il Convegno finale del Fondo per l’Alzheimer e le Demenze, presentate le prime linee guida...

Nuovo metodo di selezione farmaci spiega perché quelli di Alzheimer falliscono…

31.01.2022 | Ricerche

Analizzando i meccanismi di malattia nei neuroni umani, dei ricercatori dell'Università del...

L'esercizio fisico dà benefici cognitivi ai pazienti di Alzheimer

29.06.2015 | Ricerche

Nel primo studio di questo tipo mai effettuato, dei ricercatori danesi hanno dimostrato che l'ese...

Il ruolo sorprendente delle cellule immunitarie del cervello

21.12.2020 | Ricerche

Una parte importante del sistema immunitario del cervello, le cellule chiamate microglia...

Orienteering: un modo per addestrare il cervello e contrastare il declino cogn…

27.01.2023 | Ricerche

Lo sport dell'orienteering (orientamento), che attinge dall'atletica, dalle capacità di ...

Con l'età cala drasticamente la capacità del cervello di eliminare le pro…

31.07.2015 | Ricerche

Il fattore di rischio più grande per l'Alzheimer è l'avanzare degli anni. Dopo i 65, il rischio r...

Aumentano le evidenze di origini alternative delle placche di Alzheimer

13.06.2022 | Ricerche

I risultati di uno studio potrebbero spiegare perché i farmaci progettati per rimuovere i depositi d...

Alzheimer e le sue proteine: bisogna essere in due per ballare il tango

21.04.2016 | Ricerche

Per anni, i neuroscienziati si sono chiesti come fanno le due proteine ​​anomale amiloid...

Proteine grumose induriscono i capillari del cervello: nuovo fattore di rischi…

11.09.2020 | Ricerche

I depositi di una proteina chiamata 'Medin', che è presente in quasi tutti gli anziani, ...

Interleuchina3: la molecola di segnalazione che può prevenire l'Alzheimer…

20.07.2021 | Ricerche

Una nuova ricerca su esseri umani e topi ha identificato una particolare molecola di seg...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)