Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Suggerimenti e strategie per comunicare con chi ha l'Alzheimer

Coloro che soffrono di Alzheimer cambiano il modo di comunicare con gli altri. La malattia diminuisce la capacità dell'individuo di comunicare e di capire gli altri. L'individuo affetto ha anche difficoltà a esprimere pensieri e emozioni.


Ci sono molti ostacoli nella comunicazione per coloro che hanno la malattia. Si sentono frustrati quando sfuggono le parole giuste, e iniziano a inventare nuove parole degli oggetti o nomi delle persone. Spesso l'individuo usa ripetutamente le stesse parole o frasi, come ad esempio "voglio tornare a casa". Anche se il caregiver potrebbe pensare che il proprio caro voglia effettivamente andare a casa, potrebbe essere invece che l'individuo cerca solo quello che rappresenta la casa, come la sicurezza, la familiarità, la famiglia, l'amore e il calore.


Perdere il filo del discorso è molto comune e l'individuo affetto presto parlerà meno a causa delle sfide e degli ostacoli della comunicazione. L'uso dei gesti diventa più prominente poiché l'individuo cerca disperatamente di trasmettere agli altri le proprie esigenze. Alcuni individui possono tornare alla loro lingua madre perché è più comoda e familiare.


Con tanti ostacoli a comunicare e con i deficit linguistici, l'uso delle indicazioni visive è molto importante. I caregiver dovrebbero osservare le espressioni facciali e il linguaggio del corpo in quanto possono essere le chiavi per capire se il loro caro è arrabbiato, angosciato, eccitato, indisposto, ecc. Allo stesso modo, anche le espressioni del caregiver trasmettono molto; l'individuo può sentire irritazione, impazienza o paura provenire dal caregiver.


La comunicazione comincia con la fiducia e con la costruzione di un rapporto con l'individuo affetto, offrendo rispetto reciproco e osservando e stimando la persona dietro la malattia, anziché concentrarsi sempre su ciò che la malattia sta facendo all'individuo.


Chi ha l'Alzheimer quasi sempre risponde a un sorriso e a un semplice gesto, come una stretta di mano dolce o un tocco rassicurante sulla spalla. I caregiver dovrebbero cercare di entrare nelle frasi non coerenti per identificare le esigenze dei propri cari. Anche se questo richiede molta pazienza e perseveranza, può aiutare il caregiver ad arrivare a capire meglio ciò che l'individuo interessato sta cercando effettivamente di comunicare, e a un mezzo per re-indirizzare l'ansia.


Parla sempre direttamente con l'individuo affetto, tenendo il contatto con gli occhi e prenditi del tempo per ascoltare ciò che l'individuo sta cercando di dire. Cerca di non interrompere e concedi sempre del tempo all'individuo per rispondere. È molto utile parlare con l'individuo affetto su qualcosa che conosce o su cosa gli dà più conforto.


Presta attenzione alla scelta dell'argomento e mantieniti su quella conversazione, sia fattuale che no. E, i caregiver non dovrebbero mai ignorare, ridicolizzare o criticare la scelta di parole o le espressioni di bisogno dell'individuo interessato poiché questi tipi di risposte mancano di rispetto e umiliano l'individuo.


Detto questo, cerca di mantenere le risate nella conversazione. Spesso l'umorismo migliora la fiducia nell'individuo interessato e può alleggerire l'umore e rendere realmente un po' più facile la comunicazione.

 

 

 


Fonte: Dana Territo in The Advocate (> English text) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali links contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

Alzheimer e le sue proteine: bisogna essere in due per ballare il tango

21.04.2016 | Ricerche

Per anni, i neuroscienziati si sono chiesti come fanno le due proteine ​​anomale amiloid...

Studio rivela dove vengono memorizzati i frammenti di memoria

22.07.2022 | Ricerche

Un momento indimenticabile in un ristorante può non essere esclusivamente il cibo. Gli o...

Interleuchina3: la molecola di segnalazione che può prevenire l'Alzheimer…

20.07.2021 | Ricerche

Una nuova ricerca su esseri umani e topi ha identificato una particolare molecola di seg...

Relazioni personali ricche migliorano il funzionamento del cervello

22.06.2020 | Ricerche

Come interagiscono gli individui, come si percepiscono uno con l'altro, e i pensieri e i...

Subiamo un 'lavaggio del cervello' durante il sonno?

4.11.2019 | Ricerche

Una nuova ricerca eseguita alla Boston University suggerisce che questa sera durante il ...

Paesi asiatici assistono gli anziani in modo diverso: ecco cosa possiamo impar…

28.10.2020 | Esperienze & Opinioni

A differenza dei paesi occidentali, le culture tradizionali asiatiche mettono un forte a...

La lunga strada verso la demenza inizia con piccoli 'semi' di aggreg…

20.11.2020 | Ricerche

Il morbo di Alzheimer (MA) si sviluppa nel corso di decenni. Inizia con una reazione a c...

LATE: demenza con sintomi simili all'Alzheimer ma con cause diverse

3.05.2019 | Ricerche

È stato definito un disturbo cerebrale che imita i sintomi del morbo di Alzheimer (MA), ...

Ritmi cerebrali non sincronizzati nel sonno fanno dimenticare gli anziani

18.12.2017 | Ricerche

Come l'oscillazione della racchetta da tennis durante il lancio della palla per servire un ace, l...

Scoperta inaspettata: proteine infiammatorie possono rallentare il declino cog…

5.07.2021 | Ricerche

Finora la ricerca aveva collegato l'infiammazione al morbo di Alzheimer (MA), però scien...

L'Alzheimer è composto da quattro sottotipi distinti

4.05.2021 | Ricerche

Il morbo di Alzheimer (MA) è caratterizzato dall'accumulo anomale e dalla diffusione del...

Il Protocollo Bredesen: si può invertire la perdita di memoria dell'Alzhe…

16.06.2016 | Annunci & info

I risultati della risonanza magnetica quantitativa e i test neuropsicologici hanno dimostrato dei...

L'esercizio fisico dà benefici cognitivi ai pazienti di Alzheimer

29.06.2015 | Ricerche

Nel primo studio di questo tipo mai effettuato, dei ricercatori danesi hanno dimostrato che l'ese...

Un singolo trattamento genera nuovi neuroni, elimina neurodegenerazione nei to…

1.07.2020 | Ricerche

Xiang-Dong Fu PhD, non è mai stato così entusiasta di qualcosa in tutta la sua carriera...

Livelli di ossigeno nel sangue potrebbero spiegare perché la perdita di memori…

9.06.2021 | Ricerche

Per la prima volta al mondo, scienziati dell'Università del Sussex hanno registrato i li...

Il gas da uova marce potrebbe proteggere dall'Alzheimer

15.01.2021 | Ricerche

La reputazione dell'[[acido solfidrico]] (o idrogeno solforato), di solito considerato v...

Convalidare il sentimento aiuta meglio di criticare o sminuire

30.03.2020 | Ricerche

Sostenere i tuoi amici e la famiglia può aiutarli a superare questi tempi di incertezza...

Flusso del fluido cerebrale può essere manipolato dalla stimolazione sensorial…

11.04.2023 | Ricerche

Ricercatori della Boston University, negli Stati Uniti, riferiscono che il flusso di liq...

Marito riferisce un miglioramento 'miracoloso' della moglie con Alzh…

28.09.2018 | Annunci & info

Una donna di Waikato (Nuova Zelanda) potrebbe essere la prima persona al mondo a miglior...

Invertita per la prima volta la perdita di memoria associata all'Alzheime…

1.10.2014 | Ricerche

La paziente uno aveva avuto due anni di perdita progressiva di memoria...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)

We use cookies

We use cookies on our website. Some of them are essential for the operation of the site, while others help us to improve this site and the user experience (tracking cookies). You can decide for yourself whether you want to allow cookies or not. Please note that if you reject them, you may not be able to use all the functionalities of the site.