Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Come distinguiamo la rilevanza delle informazioni da memorizzare nel corso della vita

L'età altera la memoria. Ma in che modo e perché? Queste domande costituiscono un grande puzzle per neurologi e psicologi. Un nuovo studio ha isolato un pezzo del puzzle: come riescono a codificare e richiamare le informazioni fuorvianti o irrilevanti le persone giovani e gli anziani.

I risultati, pubblicati su Psychological Science, una rivista dell'Association of Psychological Science, può aiutare gli scienziati a capire meglio la memoria e l'invecchiamento.

"Il nostro mondo contiene così tante informazioni, noi non sempre sappiamo cosa è importante e cosa è irrilevante", ha dichiarato Nigel Gopie, co-autore dello studio con Fergus IM Craik e Lynn Hasher, tutti del Rotman Research Institute dell'Università di Toronto. La maggior parte degli scienziati di psicologia si sono concentrati sulla parte rilevante: capire che cosa vogliamo ricordare. Ma anche il rumore di fondo entra nelle nostre teste e influenza il nostro comportamento, in modo diverso nelle diverse età.

Lo studio ha reclutato circa 125 soggetti, in due gruppi, con 19 e 69 anni di età media. Ha testato due tipi di memoria:

  • "implicita", che influenza il comportamento incoscente, come l'acquisto degli spuntini che abbiamo visto nella pubblicità in un film, e
  • "esplicita", quella che usiamo per ricostruire al supermercato la lista della spesa lasciata a casa.

Alla partenza, i partecipanti hanno premuto i pulsanti, in risposta ai colori di parole e stringhe di lettere casuali su uno schermo. Ciò che importava era il colore, le parole in se stesse erano irrilevanti. Poi è stato loro chiesto di completare frammenti di parole. In un test, il primo compito non è stato menzionato; questo chiamava la memoria implicita. Negli altri, ai soggetti è stato detto di usare parole dal primo test dei colore per completare i frammenti, impiegando così la memoria esplicita.

Le persone anziane hanno mostrato una migliore memoria implicita che esplicita e migliore memoria implicita rispetto ai più giovani. Nei partecipanti più giovani il modello è stato invertito: meglio memoria esplicita di implicita e migliore memoria esplicita degli anziani.

"Crediamo che i giovani ricordano in modo profondo e accurato: concettualmente", creando spontaneamente associazioni semantiche o immaginarie tra parole e idee, ha detto Gopie. Per trovare le parole dello studio, "dovevano cercarle". Hanno usato la memoria esplicita.

"Gli anziani codificano le cose 'percettivamente,' in un modo più sensoriale", ha continuato. Inoltre non filtrano gli stimoli irrilevanti. Tutte le informazioni finiscono "nel mucchio" e sono più accessibili in modalità implicita. Quando gli anziani cercano di ricordare in modo esplicito - per esempio, il nome di una persona - sono spesso perplessi.

Tale processo più profondo può essere legato a un calo di "risorse" mentali con l'invecchiamento. Per verificarlo, i ricercatori hanno "reso i giovane più simili agli anziani", togliendo loro alcune risorse. Svolgendo il test dei colori, i partecipanti dovevano ascoltare dei numeri e dire a voce alta il secondo di due numeri dispari consecutivi. Con l'attenzione divisa, i più giovani hanno ottenuto i risultati delle persone più anziane: meglio nella memoria implicita di quella esplicita.

Lo studio suggerisce i possibili utilizzi commerciali specifici per età per assistere studenti più anziani. Ma offre anche lezioni immediate. "Noi impariamo sempre, che lo sappiamo o no", dice Gopie. Ma abbiamo solo un cervello per elaborare le informazioni. Se distratti, i giovani si comportano esattamente come gli anziani.

 


L'articolo è intitolato "Double Dissociation of Implicit and Explicit Memory in Young and Older Adults."

Fonte: Materiale fornito dalla Association for Psychological Science.

Pubblicato su ScienceDaily il 26 Febbraio 2011

Traduzione di Traduzione di Franco Pellizzari. 
Copyright:
Tutti i diritti di eventuali testi o marchi, eventualmente citati nell'articolo, sono riservati ai rispettivi proprietari.
Liberatoria:
Questo articolo non si propone come terapia o dieta; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo.
Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.



Notizie da non perdere

Sciogliere il Nodo Gordiano: nuove speranze nella lotta alle neurodegenerazion…

28.03.2019 | Ricerche

Con un grande passo avanti verso la ricerca di un trattamento efficace per le malattie n...

I ricordi perduti potrebbero essere ripristinati: speranza per l'Alzheime…

21.12.2014 | Ricerche

Una nuova ricerca effettuata alla University of California di ...

Qualità della vita peggiora quando l'Alzheimer è complicato dal cancro

28.04.2023 | Esperienze & Opinioni

Che considerazioni si possono fare per una persona con Alzheimer che riceve anche la diagnosi di can...

Scoperta ulteriore 'barriera' anatomica che difende e monitora il ce…

11.01.2023 | Ricerche

Dalla complessità delle reti neurali, alle funzioni e strutture biologiche di base, il c...

Ecco perché alcune persone con marcatori cerebrali di Alzheimer non hanno deme…

17.08.2018 | Ricerche

Un nuovo studio condotto all'Università del Texas di Galveston ha scoperto perché alcune...

Rete nascosta di enzimi responsabile della perdita di sinapsi nell'Alzhei…

8.12.2020 | Ricerche

Un nuovo studio sul morbo di Alzheimer (MA) eseguito da scienziati dello Scripps Researc...

Pensaci: tenere attivo il cervello può ritardare l'Alzheimer di 5 anni

21.07.2021 | Ricerche

Mantenere il cervello attivo in vecchiaia è sempre stata un'idea intelligente, ma un nuo...

Molecola 'anticongelante' può impedire all'amiloide di formare …

27.06.2018 | Ricerche

La chiave per migliorare i trattamenti per le lesioni e le malattie cerebrali può essere nelle mo...

Scoperto nuovo colpevole del declino cognitivo nell'Alzheimer

7.02.2019 | Ricerche

È noto da tempo che i pazienti con morbo di Alzheimer (MA) hanno anomalie nella vasta re...

Colpi in testa rompono i 'camion della spazzatura' del cervello acce…

5.12.2014 | Ricerche

Un nuovo studio uscito ieri sul Journal of Neuroscience dimostra che un...

Nessuna cura per l'Alzheimer nel corso della mia vita

26.04.2019 | Esperienze & Opinioni

La Biogen ha annunciato di recente che sta abbandonando l'aducanumab, il suo farmaco in ...

Alzheimer, Parkinson e Huntington condividono una caratteristica cruciale

26.05.2017 | Ricerche

Uno studio eseguito alla Loyola University di Chicago ha scoperto che delle proteine ​​a...

Smontata teoria prevalente sull'Alzheimer: dipende dalla Tau, non dall�…

2.11.2014 | Ricerche

Una nuova ricerca che altera drasticamente la teoria prevalente sull'or...

Nuovo farmaco previene le placche amiloidi, un segno specifico di Alzheimer

8.03.2021 | Ricerche

Le placche di amiloide sono caratteristiche patologiche del morbo di Alzheimer (MA): son...

Scienziati dicono che si possono recuperare i 'ricordi persi' per l…

4.08.2017 | Ricerche

Dei ricordi dimenticati sono stati risvegliati nei topi con Alzheimer, suggerendo che la...

L'impatto del sonno su cognizione, memoria e demenza

2.03.2023 | Ricerche

Riduci i disturbi del sonno per aiutare a prevenire il deterioramento del pensiero.

"Ci...

Effetti della carenza di colina sulla salute neurologica e dell'intero si…

23.01.2023 | Ricerche

Assorbire colina a sufficienza dall'alimentazione è cruciale per proteggere il corpo e il cervello d...

Scoperta inaspettata: proteine infiammatorie possono rallentare il declino cog…

5.07.2021 | Ricerche

Finora la ricerca aveva collegato l'infiammazione al morbo di Alzheimer (MA), però scien...

Lavati i denti, posticipa l'Alzheimer: legame diretto tra gengivite e mal…

4.06.2019 | Ricerche

Dei ricercatori hanno stabilito che la malattia gengivale (gengivite) ha un ruolo decisi...

Fruttosio prodotto nel cervello può essere un meccanismo che guida l'Alzh…

29.09.2020 | Ricerche

Una nuova ricerca rilasciata dalla University of Colorado propone che il morbo di Alzhei...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)

We use cookies

We use cookies on our website. Some of them are essential for the operation of the site, while others help us to improve this site and the user experience (tracking cookies). You can decide for yourself whether you want to allow cookies or not. Please note that if you reject them, you may not be able to use all the functionalities of the site.