Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


La vaccinazione antinfluenzale per chi soffre di cuore è associata a un rischio minore di demenza

Firenze - La vaccinazione antinfluenzale è associata ad un minor rischio di demenza per i pazienti con insufficienza cardiaca, secondo uno studio eseguito su più di 20.000 pazienti dal Dr Ju-Chi Liu, direttore della Divisione di Medicina cardiovascolare della Taipei Medical University di Taiwan.


"Studi precedenti hanno dimostrato che c'è legame tra compromissione delle funzioni cognitive e insufficienza cardiaca", ha detto il dottor Liu. "Alcuni rapporti hanno anche suggerito che l'infiammazione che insorge dopo aver ottenuto l'influenza potrebbe contribuire alla demenza. Tuttavia, non ci sono dati sicuri che dimostrano che la vaccinazione influenzale potrebbe ridurre il rischio relativo di demenza nei pazienti con insufficienza cardiaca".


Lo studio attuale, presentato ieri 23 Maggio all'Heart Failure 2016 and 3rd World Congress on Acute Heart Failure a Firenze, ha indagato se i pazienti con insufficienza cardiaca, che avevano ricevuto il vaccino contro l'influenza, hanno avuto un rischio minore di demenza. Lo studio includeva tutti i pazienti con più di 60 anni di età con una diagnosi di insufficienza cardiaca che hanno visitato le strutture sanitarie di Taiwan dal 2000 al 2012.


Coloro che hanno avuto la demenza prima di essere diagnosticati con insufficienza cardiaca sono stati esclusi dallo studio. I pazienti sono stati reclutati dal National Health Insurance Research Dataset, che contiene le informazioni sul 98% dei residenti di Taiwan. Lo studio includeva 20.509 pazienti con insufficienza cardiaca. Di questi, 10.797 hanno ricevuto almeno una volta la vaccinazione contro l'influenza e gli altri 9.712 non sono stati vaccinati per tutta la durata dello studio di 12 anni.


Dopo l'aggiustamento per i fattori che potrebbero influenzare l'associazione, i ricercatori hanno trovato che i pazienti con insufficienza cardiaca che avevano ricevuto il vaccino contro l'influenza hanno avuto una probabilità più bassa del ​​35% di sviluppare una demenza rispetto a coloro che non erano stati vaccinati. Quelli che erano stati vaccinati più di tre volte avevano un rischio di demenza inferiore del 55%.


Il dottor Liu ha detto:

"Pensiamo che il virus dell'influenza possa attivare la risposta immunitaria e causare l'infiammazione che può danneggiare le cellule cerebrali.

"L'infezione delle vie respiratorie durante l'influenza può indurre cambiamenti della pressione sanguigna e della frequenza cardiaca, chiamato «stato emodinamico instabile», che può danneggiare anche il tessuto cerebrale.

"Questi effetti dell'influenza potrebbero avere un ruolo nello sviluppo della demenza, in particolare nei pazienti con insufficienza cardiaca, che già soffrono di disturbi circolatori nel cervello.

"La vaccinazione riduce la probabilità di ottenere l'influenza, il che significa che non avviene l'attivazione immunitaria associata, l'infiammazione e lo stato emodinamico instabile. Questo potrebbe spiegare la riduzione del rischio di sviluppare la demenza. Più vaccinazioni ricevono i pazienti, meno possibilità hanno di ottenere l'influenza, il probabile motivo per cui avevano un rischio ancora più basso di demenza".


Quando hanno esaminato l'associazione con l'età, i ricercatori hanno scoperto che i pazienti vaccinati con insufficienza cardiaca avevano un rischio del 44% più basso di demenza se avevano più di 70 anni e un rischio inferiore del 26% se erano tra i 60 e i 69 anni. I pazienti maschi vaccinati con insufficienza cardiaca avevano un rischio inferiore del 40% di demenza, mentre le pazienti femmine vaccinate con insufficienza cardiaca avevano un rischio inferiore di demenza del 31%.


Secondo il dottor Liu:

"Il rischio di demenza aumenta con l'età. Pertanto, la differenza di rischio tra i gruppi vaccinati e non vaccinati è più evidente nei pazienti più anziani.

"I nostri risultati indicano che la vaccinazione contro l'influenza ha un ruolo importante nei pazienti con insufficienza cardiaca. Il vaccino antinfluenzale non solo riduce il rischio di infezioni respiratorie e morte per polmonite, ma può anche ridurre il rischio di demenza in futuro.

"Se la vaccinazione antinfluenzale può prevenire l'infiammazione indotta da influenza, allora può diminuire il rischio di demenza nei pazienti con insufficienza cardiaca. Questa è una prospettiva importante per la prevenzione della demenza.

"Sono necessari ulteriori sforzi per assicurare che i pazienti con insufficienza cardiaca siano vaccinati contro l'influenza ogni anno. I nostri dati suggeriscono che questi pazienti beneficiano ancora di più dalla vaccinazione di quanto si pensasse".

 

 

 


Fonte: European Society of Cardiology via EurekAlert! (> English text) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non dipende da, nè impegna l'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X. I siti terzi raggiungibili da eventuali links contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

Chiarito il meccanismo che porta all'Alzheimer e come fermarlo

30.08.2017 | Ricerche

Nel cervello delle persone con Alzheimer ci sono depositi anomali di proteine ​​amiloide-beta e ​...

Rivelato nuovo percorso che contribuisce all'Alzheimer ... oppure al canc…

21.09.2014 | Ricerche

Ricercatori del campus di Jacksonville della Mayo Clinic hanno scoperto...

Perché il diabete tipo 2 è un rischio importante per lo sviluppo dell'Alz…

24.03.2022 | Ricerche

Uno studio dell'Università di Osaka suggerisce un possibile meccanismo che collega il diabete all'Al...

Nuova terapia che distrugge i grovigli di tau si dimostra promettente

30.09.2024 | Ricerche

Degli scienziati hanno sviluppato potenziali terapie che rimuovono selettivamente le proteine ​​t...

Fruttosio prodotto nel cervello può essere un meccanismo che guida l'Alzh…

29.09.2020 | Ricerche

Una nuova ricerca rilasciata dalla University of Colorado propone che il morbo di Alzhei...

Immagini mai viste prima delle prime fasi dell'Alzheimer

14.03.2017 | Ricerche

I ricercatori dell'Università di Lund in Svezia, hanno utilizzato il sincrotrone MAX IV ...

L'Alzheimer è composto da quattro sottotipi distinti

4.05.2021 | Ricerche

Il morbo di Alzheimer (MA) è caratterizzato dall'accumulo anomale e dalla diffusione del...

Scoperta ulteriore 'barriera' anatomica che difende e monitora il ce…

11.01.2023 | Ricerche

Dalla complessità delle reti neurali, alle funzioni e strutture biologiche di base, il c...

Menopausa precoce e terapia ormonale ritardata alzano il rischio di Alzheimer

17.04.2023 | Ricerche

Le donne hanno più probabilità degli uomini di sviluppare il morbo di Alzheimer (MA), e ...

Pensaci: tenere attivo il cervello può ritardare l'Alzheimer di 5 anni

21.07.2021 | Ricerche

Mantenere il cervello attivo in vecchiaia è sempre stata un'idea intelligente, ma un nuo...

Il ruolo sorprendente delle cellule immunitarie del cervello

21.12.2020 | Ricerche

Una parte importante del sistema immunitario del cervello, le cellule chiamate microglia...

Ricercatori del MIT recuperano con la luce i ricordi 'persi'

29.05.2015 | Ricerche

I ricordi che sono stati "persi" a causa di un'amnesia possono essere richiamati attivando le cel...

Ricercatori delineano un nuovo approccio per trattare le malattie degenerative

8.05.2024 | Ricerche

Le proteine sono i cavalli da soma della vita. Gli organismi li usano come elementi costitutivi, ...

Nuova teoria sulla formazione dei ricordi nel cervello

9.03.2021 | Ricerche

Una ricerca eseguita all'Università del Kent ha portato allo sviluppo della teoria MeshC...

'Tau, disfunzione sinaptica e lesioni neuroassonali si associano di più c…

26.05.2020 | Ricerche

Il morbo di Alzheimer (MA) comporta il deperimento caratteristico di alcune regioni del ...

Scoperto nuovo colpevole del declino cognitivo nell'Alzheimer

7.02.2019 | Ricerche

È noto da tempo che i pazienti con morbo di Alzheimer (MA) hanno anomalie nella vasta re...

Aumentano le evidenze di origini alternative delle placche di Alzheimer

13.06.2022 | Ricerche

I risultati di uno studio potrebbero spiegare perché i farmaci progettati per rimuovere i depositi d...

La lunga strada verso la demenza inizia con piccoli 'semi' di aggreg…

20.11.2020 | Ricerche

Il morbo di Alzheimer (MA) si sviluppa nel corso di decenni. Inizia con una reazione a c...

Nuovo metodo di selezione farmaci spiega perché quelli di Alzheimer falliscono…

31.01.2022 | Ricerche

Analizzando i meccanismi di malattia nei neuroni umani, dei ricercatori dell'Università del...

Gli interventi non farmacologici per l'Alzheimer sono sia efficaci che co…

19.04.2023 | Ricerche

Un team guidato da ricercatori della Brown University ha usato una simulazione al computer per di...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)