Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Scoperta cruciale sul ruolo del sistema immunitario nell'Alzheimer: è più decisivo di quanto si crede

Il sistema immunitario ha un ruolo più importante di quanto si credeva nell'AlzheimerLe microglia (verde) circondano una placca amiloide (blu) nel cervello di topo modello di Alzheimer. I ricercatori della UCI hanno dimostrato che gli anticorpi endogeni di topo (rosso) si associano con le microglia nel cervello di questi topi e potenziano la capacità delle microglia di degradare le placche. (Fonte: Samuel Marsh/UCI)
Le cellule immunitarie, che di norma ci aiutano a sconfiggere le infezioni batteriche e virali, possono avere un ruolo molto più importante nell'Alzheimer di quanto si è creduto finora, secondo i neurobiologi dell'Università della California di Irvine e del Institute for Memory Impairments and Neurological Disorders.


I ricercatori l'hanno scoperto quando dei topi con Alzheimer, modificati geneticamente per mancare di queste cellule immunitarie nel sangue, hanno sviluppato molto più rapidamente le placche cerebrali caratteristiche della malattia neurodegenerativa.


Secondo Mathew Blurton-Jones, assistente professore di neurobiologia e comportamento, e Samuel Marsh, studente di dottorato, questa scoperta potrebbe portare alla creazione di nuove tecniche per aiutare a identificare, o forse anche a curare, individui a rischio di sviluppare la malattia.


L'Alzheimer è la principale causa di demenza legata all'età e si pensa che sia provocato dall'accumulo di una proteina chiamata amiloide-beta che si aggrega formando placche amiloidi nel cervello. Le microglia, cellule immunitarie che si trovano nel cervello, tentano di rimuovere questo accumulo, ma nell'Alzheimer, sembra che stiano combattendo una battaglia persa.


Anche se molti studi hanno esplorato il ruolo delle microglia nell'Alzheimer, pochi ricercatori si sono chiesti se un impatto sull'Alzheimer potrebbe averlo anche l'insieme diverso di cellule immunitarie chiamate linfociti T e linfociti B, che si trovano al di fuori del cervello e hanno un ruolo importante nelle malattie autoimmuni.


Per testare questa idea, Blurton-Jones e Marsh hanno allevato dei topi con Alzheimer modificati geneticamente per mancare dei tre principali tipi di cellule del sistema immunitario: linfociti T, linfociti B e linfociti NK. Sei mesi più tardi, quando il cervello di questi topi è stato confrontato con quello dei topi di Alzheimer con un sistema immunitario intatto, gli scienziati hanno trovato un accumulo più che doppio di amiloide-beta.


"Siamo stati molto sorpresi dall'entità di questo effetto", ha detto Blurton-Jones. "Ci aspettavamo che l'influenza di un sistema immunitario carente sulla patologia di Alzheimer fosse molto minore".


Per capire come la perdita di queste cellule immunitarie aumenta l'amiloide-beta, lui e Marsh hanno esaminato le interazioni tra queste cellule periferiche e le microglia all'interno del cervello. "Nei topi di Alzheimer con sistema immunitario intatto abbiamo scoperto che gli anticorpi - che sono composti da linfociti B - si accumulano nel cervello e si associano alle microglia. Questa coalizione, a sua volta, contribuisce ad aumentare l'eliminazione di amiloide-beta", ha detto Marsh.


Per confermare ulteriormente l'importanza di questa interazione tra le cellule immunitarie nel sangue e quelle del cervello, i ricercatori hanno trapiantato cellule staminali del midollo osseo di topi sani in quello di topi di Alzheimer immuno-deficienti. Poichè i linfociti T, B e NK si sviluppano dalle cellule staminali del midollo osseo, il trapianto ha portato ad una ricostituzione delle cellule immunitarie mancanti. Questo ha permesso ai linfociti B di produrre anticorpi che hanno di nuovo raggiunto il cervello e hanno aiutato le microglia a estirpare l'amiloide-beta.


"Sappiamo che il sistema immunitario cambia con l'età e diventa meno capace di produrre linfociti T e B", ha detto Blurton-Jones. "Quindi la prossima grande questione che vogliamo chiarire è se l'invecchiamento del sistema immunitario negli esseri umani può contribuire allo sviluppo dell'Alzheimer".

 

******
I risultati dello studio sono apparsi nell'edizione online di Proceedings of the National Academy of Sciences. Gli altri ricercatori che hanno contribuito a questo lavoro sono Edsel Abud, Anita Lakatos, Alborz Karimzadeh, Stephen Yeung, Hayk Davtyan, Gianna Fote, Lydia Lau, Jason Weinger, Thomas Lane, Matthew Inlay e Wayne Poon. La ricerca è stata finanziata dai National Institutes of Health e dall'Alzheimer's Association.

 

 

 


Fonte: University of California, Irvine via Newswise (> English text) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti: Samuel E. Marsh, Edsel M. Abud, Anita Lakatos, Alborz Karimzadeh, Stephen T. Yeung, Hayk Davtyan, Gianna M. Fote, Lydia Lau, Jason G. Weinger, Thomas E. Lane, Matthew A. Inlay, Wayne W. Poon, Mathew Blurton-Jones. The adaptive immune system restrains Alzheimer’s disease pathogenesis by modulating microglial function. Proceedings of the National Academy of Sciences, 2016; 201525466 DOI: 10.1073/pnas.1525466113

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non dipende da, nè impegna l'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X. I siti terzi raggiungibili da eventuali links contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

Scoperto perché l'APOE4 favorisce l'Alzheimer e come neutralizzarlo

10.04.2018 | Ricerche

Usando cellule di cervello umano, scienziati dei Gladstone Institutes hanno scoperto la ...

Relazioni personali ricche migliorano il funzionamento del cervello

22.06.2020 | Ricerche

Come interagiscono gli individui, come si percepiscono uno con l'altro, e i pensieri e i...

L'invecchiamento è guidato da geni sbilanciati

21.12.2022 | Ricerche

Il meccanismo appena scoperto è presente in vari tipi di animali, compresi gli esseri umani.

Nuova teoria sulla formazione dei ricordi nel cervello

9.03.2021 | Ricerche

Una ricerca eseguita all'Università del Kent ha portato allo sviluppo della teoria MeshC...

I ricordi potrebbero essere conservati nelle membrane dei tuoi neuroni

18.05.2023 | Ricerche

Il cervello è responsabile del controllo della maggior parte delle attività del corpo; l...

La consapevolezza di perdere la memoria può svanire 2-3 anni prima della compa…

27.08.2015 | Ricerche

Le persone che svilupperanno una demenza possono cominciare a perdere la consapevolezza dei propr...

Nuovo sensore nel cervello offre risposte all'Alzheimer

12.03.2021 | Ricerche

Scienziati della Università della Virginia (UVA) hanno sviluppato uno strumento per moni...

Nessuna cura per l'Alzheimer nel corso della mia vita

26.04.2019 | Esperienze & Opinioni

La Biogen ha annunciato di recente che sta abbandonando l'aducanumab, il suo farmaco in ...

La scoperta del punto di svolta nell'Alzheimer può migliorare i test di n…

20.05.2022 | Ricerche

 Intervista al neurologo William Seeley della Università della California di San Francisco

...

Scienziati dicono che si possono recuperare i 'ricordi persi' per l…

4.08.2017 | Ricerche

Dei ricordi dimenticati sono stati risvegliati nei topi con Alzheimer, suggerendo che la...

Livelli di ossigeno nel sangue potrebbero spiegare perché la perdita di memori…

9.06.2021 | Ricerche

Per la prima volta al mondo, scienziati dell'Università del Sussex hanno registrato i li...

I dieci fattori legati a un aumento del rischio di Alzheimer

27.07.2020 | Esperienze & Opinioni

Anche se non c'è ancora alcuna cura, i ricercatori stanno continuando a migliorare la co...

Gli interventi non farmacologici per l'Alzheimer sono sia efficaci che co…

19.04.2023 | Ricerche

Un team guidato da ricercatori della Brown University ha usato una simulazione al computer per di...

Aumentano le evidenze di origini alternative delle placche di Alzheimer

13.06.2022 | Ricerche

I risultati di uno studio potrebbero spiegare perché i farmaci progettati per rimuovere i depositi d...

Flusso del fluido cerebrale può essere manipolato dalla stimolazione sensorial…

11.04.2023 | Ricerche

Ricercatori della Boston University, negli Stati Uniti, riferiscono che il flusso di liq...

Pensaci: tenere attivo il cervello può ritardare l'Alzheimer di 5 anni

21.07.2021 | Ricerche

Mantenere il cervello attivo in vecchiaia è sempre stata un'idea intelligente, ma un nuo...

L'Alzheimer è composto da quattro sottotipi distinti

4.05.2021 | Ricerche

Il morbo di Alzheimer (MA) è caratterizzato dall'accumulo anomale e dalla diffusione del...

Orienteering: un modo per addestrare il cervello e contrastare il declino cogn…

27.01.2023 | Ricerche

Lo sport dell'orienteering (orientamento), che attinge dall'atletica, dalle capacità di ...

Identificata nuova forma di Alzheimer ad esordio molto precoce

16.06.2020 | Ricerche

Ricercatori della Mayo Clinic hanno definito una forma di morbo di Alzheimer (MA) che co...

Effetti della carenza di colina sulla salute neurologica e dell'intero si…

23.01.2023 | Ricerche

Assorbire colina a sufficienza dall'alimentazione è cruciale per proteggere il corpo e il cervello d...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)