Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Il sonno rende i nostri ricordi più accessibili, non solo più duraturi

Dormire non solo evita che i ricordi siano dimenticati, ma li rende anche accessibili con più facilità, secondo una nuova ricerca eseguita all'Università di Exeter e al Basque Centre for Cognition, Brain and Language. I risultati suggeriscono che, dopo una dormita, ci sono più probabilità di ricordare fatti che non potevamo ricordare mentre eravamo ancora svegli.


In due situazioni in cui i soggetti hanno dimenticato informazioni nelle 12 ore di veglia, una notte di sonno ha dimostrato di promuovere l'accesso alle tracce di memoria che inizialmente erano troppo deboli per essere recuperate.


La ricerca, pubblicata dal 27 Luglio 2015 sulla rivista Cortex, ha rintracciato i ricordi di parole nuove (inventate) apprese prima di una notte di sonno, o di un equivalente periodo di veglia. Ai soggetti è stato chiesto di ricordare le parole subito dopo averle sentite, e poi di nuovo dopo il periodo di sonno o di veglia. La distinzione fondamentale era tra i ricordi di parole che i partecipanti potevano ricordare sia immediatamente dopo il test, sia al re-test di 12 ore dopo, e quelli non ricordati nel primo test, ma ricordati infine nel re-test.


Il ricercatore ha scoperto che, rispetto alla veglia diurna, il sonno ha aiutato a recuperare i ricordi svaniti più di quanto ha impedito la perdita di memoria.


Nicolas Dumay, dell'Università di Exeter, spiega: "Il sonno raddoppia quasi le nostre possibilità di ricordare il materiale precedentemente non ricordato. La spinta post-sonno all'accessibilità della memoria potrebbe indicare che alcuni ricordi sono migliorati durante la notte. E dà supporto all'idea che, durante il sonno, ripetiamo attivamente informazioni contrassegnate come importanti. E' necessaria altra ricerca sul significato funzionale di questa ripetizione e se, per esempio, essa consente ai ricordi di essere accessibili in una gamma più ampia di contesti, rendendoli quindi più utili".


L'impatto benefico del sonno sulla memoria è ben definito, e sappiamo che l'atto di dormire ci aiuta a ricordare le cose che abbiamo fatto, o sentito, il giorno precedente. Deve però ancora essere pienamente esplorata l'idea che i ricordi potrebbero anche essere acuiti e resi più vivaci e accessibili durante la notte.


Il dottor Dumay ritiene che la spinta alla memoria venga dall'ippocampo, una struttura interna del lobo temporale, che decomprime episodi codificati di recente e li fa rivivere in aree del cervello coinvolte in origine nella loro cattura; questo porterebbe il soggetto a rivivere efficacemente gli eventi più importanti della giornata.


Nicolas Dumay è psicologo sperimentale all'Università di Exeter e scienziato onorario di staff al Centro Basco per la Cognizione, il cervello e il Linguaggio in Spagna.

 

 

 


Fonte: University of Exeter (> English text) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti: Nicolas Dumay. Sleep not just protects memories against forgetting, it also makes them more accessible.Cortex, Available online 27 July 2015. doi:10.1016/j.cortex.2015.06.007

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non dipende da, nè impegna l'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X. I siti terzi raggiungibili da eventuali links contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

Con l'età cala drasticamente la capacità del cervello di eliminare le pro…

31.07.2015 | Ricerche

Il fattore di rischio più grande per l'Alzheimer è l'avanzare degli anni. Dopo i 65, il rischio r...

'Ingorgo' di proteine nei neuroni legato alla neurodegenerazione

12.09.2022 | Ricerche

Un nuovo studio condotto da ricercatori dell'EPFL rivela che un complesso proteico malfunzionante pu...

Capire l'origine dell'Alzheimer, cercare una cura

30.05.2018 | Ricerche

Dopo un decennio di lavoro, un team guidato dal dott. Gilbert Bernier, ricercatore di Hô...

'Scioccante': dopo un danno, i neuroni si auto-riparano ripartendo d…

17.04.2020 | Ricerche

Quando le cellule cerebrali adulte sono ferite, ritornano ad uno stato embrionale, secon...

Svolta per l'Alzheimer? Confermato collegamento genetico con i disturbi i…

26.07.2022 | Ricerche

Uno studio eseguito in Australia alla Edith Cowan University (ECU) ha confermato il legame tra Alzhe...

Identificazione dei primi segnali dell'Alzheimer

7.03.2022 | Ricerche

Un team multidisciplinare di ricerca, composto da ricercatori del progetto ARAMIS, dell...

Rete nascosta di enzimi responsabile della perdita di sinapsi nell'Alzhei…

8.12.2020 | Ricerche

Un nuovo studio sul morbo di Alzheimer (MA) eseguito da scienziati dello Scripps Researc...

Orienteering: un modo per addestrare il cervello e contrastare il declino cogn…

27.01.2023 | Ricerche

Lo sport dell'orienteering (orientamento), che attinge dall'atletica, dalle capacità di ...

Infezione cerebrale da funghi produce cambiamenti simili all'Alzheimer

26.10.2023 | Ricerche

Ricerche precedenti hanno implicato i funghi in condizioni neurodegenerative croniche co...

Sintomi visivi bizzarri potrebbero essere segni rivelatori dell'Alzheimer…

1.02.2024 | Ricerche

Un team di ricercatori internazionali, guidato dall'Università della California di San F...

L'impatto del sonno su cognizione, memoria e demenza

2.03.2023 | Ricerche

Riduci i disturbi del sonno per aiutare a prevenire il deterioramento del pensiero.

"Ci...

Sciogliere il Nodo Gordiano: nuove speranze nella lotta alle neurodegenerazion…

28.03.2019 | Ricerche

Con un grande passo avanti verso la ricerca di un trattamento efficace per le malattie n...

Alzheimer, Parkinson e Huntington condividono una caratteristica cruciale

26.05.2017 | Ricerche

Uno studio eseguito alla Loyola University di Chicago ha scoperto che delle proteine ​​a...

L'invecchiamento è guidato da geni sbilanciati

21.12.2022 | Ricerche

Il meccanismo appena scoperto è presente in vari tipi di animali, compresi gli esseri umani.

Nuovo metodo di selezione farmaci spiega perché quelli di Alzheimer falliscono…

31.01.2022 | Ricerche

Analizzando i meccanismi di malattia nei neuroni umani, dei ricercatori dell'Università del...

Pensaci: tenere attivo il cervello può ritardare l'Alzheimer di 5 anni

21.07.2021 | Ricerche

Mantenere il cervello attivo in vecchiaia è sempre stata un'idea intelligente, ma un nuo...

Molecola 'anticongelante' può impedire all'amiloide di formare …

27.06.2018 | Ricerche

La chiave per migliorare i trattamenti per le lesioni e le malattie cerebrali può essere nelle mo...

Ricercatori delineano un nuovo approccio per trattare le malattie degenerative

8.05.2024 | Ricerche

Le proteine sono i cavalli da soma della vita. Gli organismi li usano come elementi costitutivi, ...

Scienziati dicono che si possono recuperare i 'ricordi persi' per l…

4.08.2017 | Ricerche

Dei ricordi dimenticati sono stati risvegliati nei topi con Alzheimer, suggerendo che la...

Il gas da uova marce potrebbe proteggere dall'Alzheimer

15.01.2021 | Ricerche

La reputazione dell'[[acido solfidrico]] (o idrogeno solforato), di solito considerato v...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)