Si stima che le migliaia di miliardi di microbi che abitano il corpo umano, chiamati nell'insieme microbioma, pesino da 1 a 3 kg, fino a due volte il peso del cervello umano medio.
La maggior parte di loro vive nello stomaco e nell'intestino, dove ci aiutano a digerire il cibo, sintetizzare le vitamine e scongiurare le infezioni. Ma recenti ricerche sul microbioma hanno dimostrato che la sua influenza si estende ben oltre l'intestino, fino al cervello.
Negli ultimi 10 anni, degli studi hanno collegato il microbioma intestinale ad una serie di comportamenti complessi, come l'umore e le emozioni, l'appetito e la sazietà. Non solo il microbioma intestinale sembra aiutare a mantenere le funzioni del cervello, ma può anche influenzare il rischio di disturbi psichiatrici e neurologici, comprese l'ansia, la depressione e l'autismo.
Tre ricercatori in prima linea in questo settore emergente hanno recentemente discusso il collegamento microbioma-cervello alla Fondazione Kavli.
"La grande questione ora è come può il microbioma esercitare i suoi effetti sul cervello", ha detto Christopher Lowry, Professore Associato di Fisiologia Integrativa all'Università del Colorado di Boulder. Lowry sta studiando se i microbi benefici possano essere usati per trattare o prevenire condizioni psichiatriche legate allo stress, tra cui l'ansia e la depressione.
Uno dei modi sorprendenti in cui il microbioma influenza il cervello è durante lo sviluppo. Tracy Bale, professore di Neuroscienze alla Facoltà di Medicina Veterinaria dell'Università della Pennsylvania, e il suo team, hanno scoperto che il microbioma nei topi è sensibile allo stress e che i cambiamenti da stress al microbioma di una madre sono passati al suo bambino e modificano il modo in cu si sviluppai il cervello del suo bambino.
"Ci sono finestre di sviluppo cruciali dove il cervello è più vulnerabile, perché si sta organizzando per rispondere al mondo circostante", ha detto Bale, autore di ricerche pionieristiche sugli effetti dello stress materno sul cervello. "Quindi, se gli ecosistemi microbici della mamma cambiano (per esempio a causa di infezioni, stress o dieta) cambierà anche il microbioma intestinale del suo neonato, e ciò può avere effetti per la sua intera vita".
Sarkis Mazmanian, Professore Louis & Nelly Soux di Microbiologia al California Institute of Technology, sta esplorando il legame tra batteri intestinali, malattie gastrointestinali e autismo, un disordine neurologico dello sviluppo. Egli ha scoperto che il microbioma intestinale comunica con il cervello attraverso molecole che sono prodotte da batteri intestinali e poi entrano nel flusso sanguigno. Questi metaboliti sono abbastanza potenti da modificare il comportamento dei topi. "Abbiamo dimostrato, per esempio, che un metabolita prodotto da batteri intestinali è sufficiente a causare anomalie comportamentali associate con l'autismo e con l'ansia quando viene iniettato in topi sani", ha detto Mazmanian.
Il lavoro di questi tre ricercatori solleva la possibilità che dei disturbi cerebrali, come ansia, depressione e autismo, possano essere trattati attraverso l'intestino, che è un obiettivo molto più semplice per la somministrazione di farmaci rispetto al cervello. Ma c'è ancora molta più ricerca da fare per capire la connessione stomaco-microbioma-cervello, hanno detto.
Il laboratorio di Mazmanian sta anche cercando di capire se il microbioma ha un ruolo nelle malattie neurodegenerative come l'Alzheimer e il Parkinson. "Ci sono lampade che lampeggiano nel buio, che suggeriscono che malattie neurodegenerative molto complesse possono essere collegate al microbioma. Ma per adesso questa è solo un'ipotesi. Questi risultati seminali, lampade che lampeggiano, hanno appena iniziato ad illuminare la visione della connessione stomaco-microbioma-cervello", ha detto Mazmanian.
Fonte: Kavli Foundation (> English text) - Traduzione di Franco Pellizzari.
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