Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Scoperte più mutazioni mitocondriali nei bambini nati da madri anziane

Scoperte più mutazioni mitocondriali nei bambini nati da madri anzianeLa membrana interna di ogni mitocondrio contiene pieghe particolari chiamate creste. In un mitocondrio normale (a sinistra) queste pieghe riempiono l'interno, ma in quello danneggiato o disfunzionale si perdono (a destra). Credit: Gary CarlsonLa scoperta di un «effetto età materna» da parte di un team di scienziati della Penn State, che potrebbe essere usato per prevedere l'accumulo di mutazioni del DNA mitocondriale nelle cellule dell'ovulo materno - e la trasmissione di queste mutazioni ai figli - potrebbe fornire informazioni preziose per la consulenza genetica.


Queste mutazioni causano più di 200 malattie e contribuiscono ad altre, come il diabete, il cancro, il Parkinson e l'Alzheimer.


Lo studio ha scoperto tassi più alti di varianti del DNA mitocondriale nei bambini nati da madri più anziane, come pure nelle madri stesse. La ricerca è stata pubblicata nella edizione online del 13 ottobre 2014 di Proceedings of the National Academy of Sciences.


I mitocondri sono strutture all'interno delle cellule che producono energia e che contengono il loro proprio DNA. "Molte malattie mitocondriali colpiscono più di un sistema nel corpo umano", ha detto Kateryna Makova, professore di biologia e uno dei ricercatori principali dello studio. "Colpiscono organi che richiedono molta energia, compreso il cuore, il muscolo scheletrico e il cervello. Sono malattie devastanti e senza cura, così i nostri risultati circa la loro trasmissione sono molto importanti".


Il team di ricerca multidisciplinare ha organizzato lo studio per capire se l'età materna è importante per l'accumulo di DNA mitocondriale (mtDNA), sia nella madre che nel bambino, come risultato della trasmissione. Collaborando con Ian Paul, pediatra della Penn State, ha prelevato campioni di sangue e di cellule all'interno della guancia di 39 coppie sane madre-bambino. Poiché il mtDNA viene ereditato solo dalla madre, il mtDNA paterno non era un fattore dello studio. Esaminare individui sani ha dato ai ricercatori una base per futuri studi sulle mutazioni che causano malattie.


Sequenziando il DNA, i ricercatori hanno trovato varie mutazioni nel sangue e nelle cellule della guancia delle madri più anziane nello studio. L'età materna delle partecipanti allo studio variava da 25 a 59 anni. "Questo risultato non è sorprendente", ha detto la Makova, "perché con l'avanzare dell'età le cellule continuano a dividersi, e quindi avremo più geni mutanti". Ma la sorpresa è stata trovare maggiori tassi di mutazioni nei bambini nati da madri più anziane. I ricercatori ritengono che avvenga un processo di mutazione simile sia nelle cellule dei corpi delle madri che nelle loro linee germinali.


Lo studio ha portato ad un'altra importante scoperta sullo sviluppo dell'ovulo. Anche se si sapeva che l'ovulo in fase di sviluppo passa attraverso un periodo di «collo di bottiglia», che diminuisce il numero di molecole di mtDNA, gli scienziati non sapevano le dimensioni di questo collo di bottiglia. "Se il collo di bottiglia è grande, il corredo genetico dei mitocondri della madre verrà passato ai suoi figli", ha spiegato la Makova. "Tuttavia, se è molto piccolo - se vi è una grave diminuzione delle molecole mitocondriali durante lo sviluppo dell'ovulo - la composizione genetica del bambino potrebbe differire notevolmente da quello della madre. Quello che abbiamo scoperto è che questo collo di bottiglia è davvero molto piccolo".


Questo risultato è particolarmente importante per le madri che hanno una malattia mitocondriale. Per molte malattie mitocondriali, perchè la malattia si manifesti, dal 70 all'80 per cento delle molecole devono avere la variante patogenetica. Ma per altre, basta solo il 10 per cento delle molecole di mtDNA con la variante  per scatenare la malattia. "Se il collo di bottiglia è molto piccolo, come abbiamo riscontrato nel nostro studio, tali percentuali possono cambiare radicalmente", ha detto la Makova. "Conoscere la dimensione del collo di bottiglia ci permette di prevedere, all'interno di un intervallo, la percentuale di molecole portatrici di malattie che saranno passate al bambino".


Conoscere sia l'effetto dell'età materna che la dimensione del collo di bottiglia è utile per la pianificazione familiare. "Abbiamo ora un qualche potere predittivo e possiamo assistere i consulenti genetici nel consigliare le coppie sulle probabilità che malattie mitocondriali siano passate alla successiva generazione", ha detto la Makova. "Tutti sono preoccupati per la sindrome di Down, perché questo è un problema genetico comune. Abbiamo ora aggiunto anche un altro gruppo di malattie genetiche che potrebbero essere interessate dall'età della madre. E' bene che le coppie abbiano questa conoscenza quando prendono decisioni di  pianificazione famigliare".

 

*****
Oltre alla Makova, facevano parte del gruppo di ricerca  gli studenti Boris Rebolledo-Jaramillo e Nicholas Stoler; il ricercatore post-dottorato Marcia Shu-Wei Su; lo scienziato forense Jennifer A. Mc Elhoe; l'associato di ricerca Daniel Blankenberg; il professore di Statistica Francesca Chiaromonte; il professore associato di Scienze Forensi Mitchell M. Holland; e il professore di Biochimica e Biologia Molecolare Anton Nekrutenko. Il team comprende anche Ben Dickins alla Nottingham Trent University nel Regno Unito e Thorfinn Korneiussen e Rasmus Nielsen della University of California-Berkeley.

La ricerca è stata finanziata dalla Penn State, dal Pennsylvania Department of Health e dal Battelle Memorial Institute.

 

 

 

 

 


Fonte: Krista Weidner in Penn State  (> English text) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti:  Boris Rebolledo-Jaramillo, Marcia Shu-Wei Su, Nicholas Stoler, Jennifer A. Mcelhoe, Benjamin Dickins, Daniel Blankenberg, Thorfinn S. Korneliussen, Francesca Chiaromonte, Rasmus Nielsen, Mitchell M. Holland, Ian M. Paul, Anton Nekrutenko, and Kateryna D. Makova. Maternal age effect and severe germ-line bottleneck in the inheritance of human mitochondrial DNA. PNAS, October 2014 DOI: 10.1073/pnas.1409328111

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non dipende da, nè impegna l'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X. I siti terzi raggiungibili da eventuali links contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.

Sostieni l'Associazione; una donazione, anche minima, ci aiuterà ad assistere malati e famiglie e continuare ad informarti. Clicca qui a destra:

 


 

 

Notizie da non perdere

Proteine grumose induriscono i capillari del cervello: nuovo fattore di rischi…

11.09.2020 | Ricerche

I depositi di una proteina chiamata 'Medin', che è presente in quasi tutti gli anziani, ...

Studio dimostra il ruolo dei batteri intestinali nelle neurodegenerazioni

7.10.2016 | Ricerche

L'Alzheimer (AD), il Parkinson (PD) e la sclerosi laterale amiotrofica (SLA) sono tutte ...

Chiarito il meccanismo che porta all'Alzheimer e come fermarlo

30.08.2017 | Ricerche

Nel cervello delle persone con Alzheimer ci sono depositi anomali di proteine ​​amiloide-beta e ​...

Cerca il tuo sonno ideale: troppo e troppo poco legati al declino cognitivo

28.10.2021 | Ricerche

Come tante altre cose buone della vita, il sonno fa meglio se è moderato. Uno studio plu...

'Scioccante': dopo un danno, i neuroni si auto-riparano ripartendo d…

17.04.2020 | Ricerche

Quando le cellule cerebrali adulte sono ferite, ritornano ad uno stato embrionale, secon...

Accumulo di proteine sulle gocce di grasso implicato nell'Alzheimer ad es…

21.02.2024 | Ricerche

In uno studio durato 5 anni, Sarah Cohen PhD, biologa cellulare della UNC e Ian Windham della Rockef...

I ricordi potrebbero essere conservati nelle membrane dei tuoi neuroni

18.05.2023 | Ricerche

Il cervello è responsabile del controllo della maggior parte delle attività del corpo; l...

Orienteering: un modo per addestrare il cervello e contrastare il declino cogn…

27.01.2023 | Ricerche

Lo sport dell'orienteering (orientamento), che attinge dall'atletica, dalle capacità di ...

Pensaci: tenere attivo il cervello può ritardare l'Alzheimer di 5 anni

21.07.2021 | Ricerche

Mantenere il cervello attivo in vecchiaia è sempre stata un'idea intelligente, ma un nuo...

Colpi in testa rompono i 'camion della spazzatura' del cervello acce…

5.12.2014 | Ricerche

Un nuovo studio uscito ieri sul Journal of Neuroscience dimostra che un...

Scienziati dicono che si possono recuperare i 'ricordi persi' per l…

4.08.2017 | Ricerche

Dei ricordi dimenticati sono stati risvegliati nei topi con Alzheimer, suggerendo che la...

Il 'Big Bang' dell'Alzheimer: focus sulla tau mortale che cambi…

11.07.2018 | Ricerche

Degli scienziati hanno scoperto un "Big Bang" del morbo di Alzheimer (MA) - il punto pre...

Goccioline liquide dense come computer cellulari: nuova teoria sulla causa del…

22.09.2022 | Ricerche

Un campo emergente è capire come gruppi di molecole si condensano insieme all'interno de...

Svolta per l'Alzheimer? Confermato collegamento genetico con i disturbi i…

26.07.2022 | Ricerche

Uno studio eseguito in Australia alla Edith Cowan University (ECU) ha confermato il legame tra Alzhe...

Scoperta importante sull'Alzheimer: neuroni che inducono rumore 'cop…

11.06.2020 | Ricerche

I neuroni che sono responsabili di nuove esperienze interferiscono con i segnali dei neu...

Il Protocollo Bredesen: si può invertire la perdita di memoria dell'Alzhe…

16.06.2016 | Annunci & info

I risultati della risonanza magnetica quantitativa e i test neuropsicologici hanno dimostrato dei...

Sintomi visivi bizzarri potrebbero essere segni rivelatori dell'Alzheimer…

1.02.2024 | Ricerche

Un team di ricercatori internazionali, guidato dall'Università della California di San F...

Ecco perché alcune persone con marcatori cerebrali di Alzheimer non hanno deme…

17.08.2018 | Ricerche

Un nuovo studio condotto all'Università del Texas di Galveston ha scoperto perché alcune...

La lunga strada verso la demenza inizia con piccoli 'semi' di aggreg…

20.11.2020 | Ricerche

Il morbo di Alzheimer (MA) si sviluppa nel corso di decenni. Inizia con una reazione a c...

Il girovita può predire il rischio di demenza?

6.11.2019 | Ricerche

Il primo studio di coorte su larga scala di questo tipo ha esaminato il legame tra il girovita in...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)

We use cookies

We use cookies on our website. Some of them are essential for the operation of the site, while others help us to improve this site and the user experience (tracking cookies). You can decide for yourself whether you want to allow cookies or not. Please note that if you reject them, you may not be able to use all the functionalities of the site.