Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Sistema di coltura replica corso dell'Alzheimer e conferma l'ipotesi amiloide

Sistema di coltura innovativo replica corso dell'Alzheimer e conferma l'ipotesi amiloide

Un sistema innovativo di coltura in laboratorio è riuscito, per la prima volta, a riprodurre l'intero corso degli eventi che sta alla base dello sviluppo dell'Alzheimer.


Con il sistema che hanno sviluppato, i ricercatori della Genetics e Aging Research Unit del Massachusetts General Hospital (MGH) hanno ora la prima chiara evidenza a supporto dell'ipotesi che la deposizione di placche di amiloide-beta nel cervello è la prima di una serie di fasi che portano alla malattia neurodegenerativa devastante.


Essi hanno anche identificato il ruolo essenziale in questo processo di un enzima, la cui inibizione potrebbe essere un bersaglio terapeutico.


"L'ipotesi amiloide, avanzata inizialmente alla metà degli anni '80, sostiene che i depositi di amiloide-beta nel cervello inducono tutti gli eventi successivi: i grovigli neurofibrillari che soffocano l'interno dei neuroni, la morte delle cellule neuronali, e l'infiammazione che porta ad un circolo vizioso di massiccia morte cellulare", dice Rudolph Tanzi, PhD, direttore della Genetics and Aging Research Unit del MGH e co-autore senior del rapporto pubblicato online su Nature. "Da allora ci siamo sempre chiesti se è l'amiloide-beta che in realtà innesca la formazione dei grovigli che uccidono i neuroni. In questo nuovo sistema che noi chiamiamo «Alzheimer-in-un-piatto», siamo riusciti di dimostrare per la prima volta che la deposizione di amiloide è sufficiente a portare ai grovigli e di conseguenza alla morte cellulare".


Anche se i modelli di topi di Alzheimer, che esprimono le varianti del gene che causa la forma ad esordio precoce ereditaria della malattia, sviluppano placche amiloidi nel cervello e deficit di memoria, non hanno i grovigli neurofibrillari che causano la maggior parte dei danni. Altri modelli riescono a produrre grovigli ma non placche. I neuroni in coltura di pazienti umani con Alzheimer hanno livelli elevati della forma tossica di amiloide presente nelle placche e la versione anomala della proteina tau che compone i grovigli, ma non vere placche e grovigli.


Il ricercatore Doo Yeon Kim, PhD, della Genetics and Aging Research Unit, co-autore senior dello studio su Nature, si è reso conto che i sistemi bidimensionali liquidi, usati di solito per coltivare cellule in coltura, rappresentano poco l'ambiente tridimensionale gelatinoso all'interno del cervello. Al contrario il team del MGH ha usato un sistema di coltura tridimensionale a base di gel per allevare cellule umane staminali neurali portatrici di varianti in due geni (la proteina precursore dell'amiloide e la presenilina 1) note per essere alla base dell'Alzheimer familiare ad esordio precoce (FAD). Entrambi questi geni sono stati scoperti anche nel laboratorio di Tanzi.


Dopo essere cresciute per sei settimane, le cellule FAD-varianti hanno esibito significativi incrementi sia della forma tipica dell'amiloide-beta che della forma tossica associata all'Alzheimer. Le cellule varianti contenevano anche i grovigli neurofibrillari che soffocano l'interno delle cellule nervose, causandone la morte. Le fasi di blocco, che sappiamo essere essenziali per la formazione di placche amiloidi, impediscono anche la formazione di grovigli, confermando il ruolo dell'amiloide nell'avvio del processo.


La versione della tau presente nei grovigli è caratterizzata dalla presenza di molecole di fosfato in eccesso, e quando il gruppo ha analizzato i possibili modi per bloccare la produzione di tau, ha scoperto che inibendo l'azione di un enzima chiamato GSK3-beta (che fosforila la tau nei neuroni umani) si impedisce la formazione di aggregati tau e dei grovigli, anche in presenza di amiloide-beta abbondante e di placche amiloidi.


"Questo nuovo sistema - che può essere adattato ad altre patologie neurodegenerative - dovrebbe rivoluzionare la scoperta di farmaci, in termini di velocità, costi e rilevanza fisiologica alla malattia", spiega Tanzi. "Provare i farmaci in modelli di topo che in genere hanno depositi cerebrali solo di placche o solo di grovigli, ma non di entrambi, richiede più di un anno ed è molto costoso. Con il nostro modello tridimensionale che riassume sia placche che grovigli, ora possiamo selezionare centinaia di migliaia di farmaci in pochi mesi senza uso di animali, in un sistema che è molto più rilevante per gli eventi che si verificano nel cervello dei malati di Alzheimer".

 

 

 

 

 


Fonte:  Massachusetts General Hospital via EurekAlert! (> English text) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti:  Se Hoon Choi, Young Hye Kim, Matthias Hebisch, Christopher Sliwinski, Seungkyu Lee, Carla D’Avanzo, Hechao Chen, Basavaraj Hooli, Caroline Asselin, Julien Muffat, Justin B. Klee, Can Zhang, Brian J. Wainger, Michael Peitz, Dora M. Kovacs, Clifford J. Woolf, Steven L. Wagner, Rudolph E. Tanzi, Doo Yeon Kim. A three-dimensional human neural cell culture model of Alzheimer’s disease. Nature, 2014; DOI: 10.1038/nature13800

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non dipende da, nè impegna l'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X. I siti terzi raggiungibili da eventuali links contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.

Sostieni l'Associazione; una donazione, anche minima, ci aiuterà ad assistere malati e famiglie e continuare ad informarti. Clicca qui a destra:

 


 

 

Notizie da non perdere

Studio rivela dove vengono memorizzati i frammenti di memoria

22.07.2022 | Ricerche

Un momento indimenticabile in un ristorante può non essere esclusivamente il cibo. Gli o...

Il ruolo sorprendente delle cellule immunitarie del cervello

21.12.2020 | Ricerche

Una parte importante del sistema immunitario del cervello, le cellule chiamate microglia...

Meccanismo neuroprotettivo alterato dai geni di rischio dell'Alzheimer

11.01.2022 | Ricerche

Il cervello ha un meccanismo naturale di protezione contro il morbo di Alzheimer (MA), e...

Identificata nuova forma di Alzheimer ad esordio molto precoce

16.06.2020 | Ricerche

Ricercatori della Mayo Clinic hanno definito una forma di morbo di Alzheimer (MA) che co...

Colpi in testa rompono i 'camion della spazzatura' del cervello acce…

5.12.2014 | Ricerche

Un nuovo studio uscito ieri sul Journal of Neuroscience dimostra che un...

'Scioccante': dopo un danno, i neuroni si auto-riparano ripartendo d…

17.04.2020 | Ricerche

Quando le cellule cerebrali adulte sono ferite, ritornano ad uno stato embrionale, secon...

Microglia: ‘cellule immunitarie’ che proteggono il cervello dalle malattie, ma…

28.05.2020 | Esperienze & Opinioni

Sappiamo che il sistema immunitario del corpo è importante per tenere tutto sotto controllo e per...

Dott. Perlmutter: Sì, l'Alzheimer può essere invertito!

6.12.2018 | Ricerche

Sono spesso citato affermare che non esiste un approccio farmaceutico che abbia un'effic...

Ricercatori del MIT recuperano con la luce i ricordi 'persi'

29.05.2015 | Ricerche

I ricordi che sono stati "persi" a causa di un'amnesia possono essere richiamati attivando le cel...

Paesi asiatici assistono gli anziani in modo diverso: ecco cosa possiamo impar…

28.10.2020 | Esperienze & Opinioni

A differenza dei paesi occidentali, le culture tradizionali asiatiche mettono un forte a...

Livelli di ossigeno nel sangue potrebbero spiegare perché la perdita di memori…

9.06.2021 | Ricerche

Per la prima volta al mondo, scienziati dell'Università del Sussex hanno registrato i li...

Perché dimentichiamo? Nuova teoria propone che 'dimenticare' è in re…

17.01.2022 | Ricerche

Mentre viviamo creiamo innumerevoli ricordi, ma molti di questi li dimentichiamo. Come m...

LipiDiDiet trova effetti ampi e duraturi da intervento nutrizionale all'i…

9.11.2020 | Ricerche

Attualmente non esiste una cura nota per la demenza, e le terapie farmacologiche esisten...

La lunga strada verso la demenza inizia con piccoli 'semi' di aggreg…

20.11.2020 | Ricerche

Il morbo di Alzheimer (MA) si sviluppa nel corso di decenni. Inizia con una reazione a c...

Convalidare il sentimento aiuta meglio di criticare o sminuire

30.03.2020 | Ricerche

Sostenere i tuoi amici e la famiglia può aiutarli a superare questi tempi di incertezza...

Flusso del fluido cerebrale può essere manipolato dalla stimolazione sensorial…

11.04.2023 | Ricerche

Ricercatori della Boston University, negli Stati Uniti, riferiscono che il flusso di liq...

Marito riferisce un miglioramento 'miracoloso' della moglie con Alzh…

28.09.2018 | Annunci & info

Una donna di Waikato (Nuova Zelanda) potrebbe essere la prima persona al mondo a miglior...

Accumulo di proteine sulle gocce di grasso implicato nell'Alzheimer ad es…

21.02.2024 | Ricerche

In uno studio durato 5 anni, Sarah Cohen PhD, biologa cellulare della UNC e Ian Windham della Rockef...

Pensaci: tenere attivo il cervello può ritardare l'Alzheimer di 5 anni

21.07.2021 | Ricerche

Mantenere il cervello attivo in vecchiaia è sempre stata un'idea intelligente, ma un nuo...

Chiarito il meccanismo che porta all'Alzheimer e come fermarlo

30.08.2017 | Ricerche

Nel cervello delle persone con Alzheimer ci sono depositi anomali di proteine ​​amiloide-beta e ​...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)