Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


*** Siamo in settembre, uno dei 12 mesi dell'anno del tutto uguali per i malati di Alzheimer, i familiari e i caregiver.

Relina: proteina che salva dai deficit cognitivi dell'Alzheimer [studio]

La Relina, una proteina fondamentale per la plasticità del cervello adulto, recupera le funzioni cognitive nei topi con Alzheimer.


Questo è uno dei principali risultati di uno studio pubblicato sulla rivista Nature Communications, condiretto da Eduardo Soriano, professore del Dipartimento di Biologia Cellulare dell'Università di Barcellona (UB) e membro del Centre for Networked Biomedical Research on Neurodegenerative Diseases (CIBERNED), e dal ricercatore Lluís Pujadas (UB e CIBERNED).


Lo studio fa parte della tesi di dottorato di Daniela Rossi, co-autrice di questo articolo con Lluís Pujadas, al quale ha collaborato attivamente anche Natàlia Carulla, dell'Istituto di Ricerca in Biomedicina (IRB). Altri partecipanti sono M. Rosa Andrés, Cátia M. Teixeira, Antoni Parcerisas, Ernest Giralt, Bernat Serra e Rafael Maldonado, e le istituzioni Research Center for Neurological Diseases Foundation (CIEN Foundation), Vall d'Hebron Research Institute (VHIR) e Università Pompeu Fabra (UPF).

 

Recuperare le funzioni cognitive in modelli di Alzheimer

L'Alzheimer è una malattia neurodegenerativa caratterizzata da deficit cognitivi progressivi, perdita sinaptica e morte neuronale. Esso è associato in via principale alla formazione di placche senili (depositi extracellulari di amiloide-β o Aβ) e con la presenza di grovigli neurofibrillari intracellulari (fasci di proteina tau). La malattia, che è la forma più comune di demenza negli anziani, colpisce più di 100.000 persone in Catalogna e 500.000 in Spagna, e provoca la degenerazione progressiva delle funzioni intellettive e cognitive dei pazienti.


Questo nuovo studio preclinico dimostra che un aumento dei livelli cerebrali di relina evita il deterioramento cognitivo in modelli di topo di Alzheimer. Inoltre la Relina [Reelin in inglese] ritarda la formazione di fibrille di amiloide-beta in vitro e riduce i depositi di amiloide nei topi con Alzheimer.

 

Il doppio percorso del peptide Aβ e delle proteine tau

Il professor Eduardo Soriano, capo del «Research Group Developmental Neurobiology and Neuroregeneration» della UB, spiega che "la maggior parte degli studi che cercavano obiettivi terapeutici dell'Alzheimer si è rivolta ad un certo processo coinvolto nella malattia". Al contrario, "il nostro studio analizza la via di segnalazione della Relina (un potenziatore sinaptico e cognitivo) che regola la proteina precursore dell'amiloide (APP) e la proteina tau, entrambe coinvolte nel processo di base dell'Alzheimer".


Lluís Pujadas, primo autore di questo articolo insieme a Daniela Rossi, sottolinea: "Sapevamo che la Relina è coinvolta nella doppia regolazione del percorso dei peptidi Aβ e delle proteine tau, ma era difficile capire la loro interazione. Lo studio mostra un nuovo meccanismo che permette di comprendere meglio il legame tra i due aspetti della malattia". L'indagine descrive come la Relina, intrappolata nelle fibrille amiloidi, perde la sua capacità di promuovere la plasticità; quindi la sovraespressione della Relina può essere utile.

 

I peptidi più tossici nell'Alzheimer

Gli esperti descrivono anche come la Relina interagisca in vitro e riduca la tossicità del peptide Aβ42, responsabile della formazione di fibrille e dell'aggregazione in placche senili. "Finora non era stata descritta l'interazione della Relina con i peptidi Aβ42, considerati oggi i più tossici. E' la prima volta che uno studio dimostra che la presenza della Relina riduce la tossicità dei peptidi Aβ42", afferma Daniela Rossi, del Dipartimento di Biologia Cellulare della UB.


I risultati ottenuti in vitro dimostrano che la Relina interagisce con il peptide Aβ42 e ritarda la formazione di fibrille. I risultati sono stati riprodotti in un modello di topo di Alzheimer e si è osservato che la Relina riduce anche la formazione di placche amiloidi. Lo studio dimostra per la prima volta che la Relina ha un effetto neuroprotettivo nelle malattie neurodegenerative, provato in vivo in modelli animali, e fornisce una ipotesi per spiegare il suo potenziale neuroprotettivo.

 

Relina: strumento neuroprotettivo e potenziatore cognitivo

"Il risultato più sorprendente", evidenzia Eduardo Soriano, "è che un promotore della plasticità del cervello può recuperare un fenotipo clinico di Alzheimer in un modello animale". Il recupero dei deficit cognitivi avviene dopo l'attivazione di una via di segnalazione -segnalazione della Relina- che regola omeostaticamente la funzione neuronale globale: la cognizione, la plasticità neuronale, la formazione di amiloide, ecc.


Soriano sottolinea che, in termini di ricerca, "questo approccio metodologico sulle vie di segnalazione che controllano diverse funzioni relative alla plasticità cerebrale e all'Alzheimer è più efficace".


Le cause dell'Alzheimer rimangono sconosciute, solo l'1,5% dei casi è congenito. In studi precedenti, il gruppo di ricerca guidato dal dottor Eduardo Soriano aveva osservato che la Relina è alterata nell'Alzheimer e che il suo ruolo nelle vie di segnalazione intracellulare è associato alla sopravvivenza neuronale.


Era anche stato studiato il ruolo della Relina in diversi aspetti legati al comportamento fisiologico del cervello adulto e al potenziale omeostatico della proteina. L'articolo pubblicato in Nature Communications estende la ricerca di obiettivi terapeutici contro l'Alzheimer, e il percorso della Relina merita considerazione come obiettivo terapeutico per il trattamento della patogenesi di Alzheimer. Infatti, i ricercatori hanno previsto di dotarsi entro alcuni mesi di un sistema per identificare i composti chimici che promuovono la segnalazione della Relina.

 

 

 

 

 


FonteUniversidad de Barcelona  (> English text) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti:  Lluís Pujadas, Daniela Rossi, Rosa Andrés, Cátia M. Teixeira, Bernat Serra-Vidal, Antoni Parcerisas, Rafael Maldonado, Ernest Giralt, Natàlia Carulla, Eduardo Soriano. Reelin delays amyloid-beta fibril formation and rescues cognitive deficits in a model of Alzheimer’s disease. Nature Communications, 2014; 5 DOI: 10.1038/ncomms4443

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non dipende da, nè impegna l'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X. I siti terzi raggiungibili da eventuali links contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.

Sostieni l'Associazione; una donazione, anche minima, ci aiuterà ad assistere malati e famiglie e continuare ad informarti. Clicca qui a destra:

 


 

 

Notizie da non perdere

Il Protocollo Bredesen: si può invertire la perdita di memoria dell'Alzhe…

16.06.2016 | Annunci & info

I risultati della risonanza magnetica quantitativa e i test neuropsicologici hanno dimostrato dei...

Studio cinese: 'Metti spezie nel tuo cibo per tenere a bada l'Alzhei…

13.01.2022 | Ricerche

Proprio come 'una mela al giorno toglie il medico di torno', sono ben noti i benefici di...

A 18 come a 80 anni, lo stile di vita è più importante dell'età per il ri…

22.07.2022 | Ricerche

Gli individui senza fattori di rischio per la demenza, come fumo, diabete o perdita dell...

Meccanismo neuroprotettivo alterato dai geni di rischio dell'Alzheimer

11.01.2022 | Ricerche

Il cervello ha un meccanismo naturale di protezione contro il morbo di Alzheimer (MA), e...

Flusso del fluido cerebrale può essere manipolato dalla stimolazione sensorial…

11.04.2023 | Ricerche

Ricercatori della Boston University, negli Stati Uniti, riferiscono che il flusso di liq...

Paesi asiatici assistono gli anziani in modo diverso: ecco cosa possiamo impar…

28.10.2020 | Esperienze & Opinioni

A differenza dei paesi occidentali, le culture tradizionali asiatiche mettono un forte a...

Scoperto il punto esatto del cervello dove nasce l'Alzheimer: non è l…

17.02.2016 | Ricerche

Una regione cruciale ma vulnerabile del cervello sembra essere il primo posto colpito da...

Zen e mitocondri: il macchinario della morte rende più sana la vita

20.11.2023 | Ricerche

Sebbene tutti noi aspiriamo a una vita lunga, ciò che è più ambito è un lungo periodo di...

Dosi basse di radiazioni possono migliorare la qualità di vita nell'Alzhe…

6.05.2021 | Ricerche

Individui con morbo di Alzheimer (MA) grave hanno mostrato notevoli miglioramenti nel co...

'Scioccante': dopo un danno, i neuroni si auto-riparano ripartendo d…

17.04.2020 | Ricerche

Quando le cellule cerebrali adulte sono ferite, ritornano ad uno stato embrionale, secon...

Il gas da uova marce potrebbe proteggere dall'Alzheimer

15.01.2021 | Ricerche

La reputazione dell'[[acido solfidrico]] (o idrogeno solforato), di solito considerato v...

Perché la tua visione può prevedere la demenza 12 anni prima della diagnosi

24.04.2024 | Ricerche

 

Gli occhi possono rivelare molto sulla salute del nostro cervello: in effetti, i p...

Il ruolo sorprendente delle cellule immunitarie del cervello

21.12.2020 | Ricerche

Una parte importante del sistema immunitario del cervello, le cellule chiamate microglia...

Perché le cadute sono così comuni nell'Alzheimer e nelle altre demenze?

4.09.2020 | Esperienze & Opinioni

Le cadute hanno cause mediche o ambientali

Una volta che si considerano tutte le divers...

Microglia: ‘cellule immunitarie’ che proteggono il cervello dalle malattie, ma…

28.05.2020 | Esperienze & Opinioni

Sappiamo che il sistema immunitario del corpo è importante per tenere tutto sotto controllo e per...

Preoccupazione, gelosia e malumore alzano rischio di Alzheimer per le donne

6.10.2014 | Ricerche

Le donne che sono ansiose, gelose o di cattivo umore e angustiate in me...

'Ingorgo' di proteine nei neuroni legato alla neurodegenerazione

12.09.2022 | Ricerche

Un nuovo studio condotto da ricercatori dell'EPFL rivela che un complesso proteico malfunzionante pu...

Il sonno resetta i neuroni per i nuovi ricordi del giorno dopo

11.09.2024 | Ricerche

Tutti sanno che una buona notte di sonno ripristina l'energia di una persona; ora un nuo...

I possibili collegamenti tra sonno e demenza evidenziati dagli studi

24.11.2017 | Ricerche

Caro Dottore: leggo che non dormire abbastanza può aumentare il rischio di Alzheimer. Ho avuto pr...

Scoperta inaspettata: proteine infiammatorie possono rallentare il declino cog…

5.07.2021 | Ricerche

Finora la ricerca aveva collegato l'infiammazione al morbo di Alzheimer (MA), però scien...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)

We use cookies

We use cookies on our website. Some of them are essential for the operation of the site, while others help us to improve this site and the user experience (tracking cookies). You can decide for yourself whether you want to allow cookies or not. Please note that if you reject them, you may not be able to use all the functionalities of the site.