Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


*** Siamo in settembre, uno dei 12 mesi dell'anno del tutto uguali per i malati di Alzheimer, i familiari e i caregiver.

La carenza di ferro aumenta il rischio di ictus rendendo appiccicoso il sangue

Scienziati dell'Imperial College di Londra hanno scoperto che la carenza di ferro può aumentare il rischio di ictus, rendendo il sangue più appiccicoso.


I risultati, pubblicati sulla rivistaPLoS One, potrebbe in ultima analisi aiutare nella prevenzione dell'ictus che colpisce ogni anno circa 15 milioni di persone nel mondo. Quasi sei milioni muoiono e altri cinque milioni rimangono disabili in modo permanente.


Il tipo più comune, l'ictus ischemico, avviene perché l'apporto di sangue al cervello è interrotto da piccoli grumi. [Ndt: Questa carenza di sangue riduce anche l'apporto di ossigeno ai neuroni, e porta alla succesiva morte, prefigurando un importante fattore di rischio per l'Alzheimer].


Negli ultimi anni, diversi studi hanno dimostrato che la carenza di ferro, che colpisce circa due miliardi di persone in tutto il mondo, può essere un fattore di rischio per l'ictus ischemico negli adulti e nei bambini. Ma i ricercatori non sapevano perchè la carenza di ferro aumenta il rischio di ictus. Il team dell'Imperial ha scoperto che la carenza di ferro aumenta la viscosità delle piccole cellule del sangue chiamate piastrine, che quando si attaccano insieme avviano la coagulazione del sangue. Anche se il legame tra carenza di ferro e piastrine appiccicose è stato scoperto quasi 40 anni fa, fino ad ora il suo ruolo era stato trascurato.


I ricercatori hanno studiato un gruppo di pazienti con una malattia rara chiamata «telangiectasia emorragica ereditaria» (HHT), che porta spesso a vasi sanguigni dilatati nei polmoni, come delle vene varicose. Normalmente, i vasi sanguigni dei polmoni agiscono come un filtro per rimuovere piccoli coaguli, prima che il sangue entri nelle arterie. Nei pazienti con vasi polmonari anomali, il sangue è in grado di bypassare il filtro, e così i piccoli coaguli di sangue possono arrivare al cervello.


I pazienti nello studio che erano a corto di ferro avevano più probabilità di avere un ictus. Inoltre, i ricercatori hanno esaminato le piastrine in laboratorio e hanno scoperto che, quando le trattano con una sostanza che innesca la coagulazione, le piastrine delle persone con bassi livelli di ferro si raggruppano insieme in modo più rapido.


La Dott.ssa Claire Shovlin, del «National Heart and Lung Institute» all'Imperial College di Londra, ha dichiarato: "Dal momento che le piastrine nel sangue si incollano insieme di più se siamo a corto di ferro, pensiamo che questo spieghi perché essere a corto di ferro può portare all'ictus, anche se è necessaria molta più ricerca per dimostrare questo legame. Il prossimo passo è verificare se riusciamo a ridurre le probabilità di avere un ictus trattando la carenza di ferro nei pazienti ad alto rischio. Potremo vedere se le loro piastrine diventano meno appiccicose. Ci sono molti passi ulteriori dal coagulo (che blocca un vaso sanguigno) allo sviluppo finale dell'ictus, quindi non è ancora chiaro quanto siano importanti le piastrine appiccicose nel processo globale. Auspichiamo ulteriori studi per indagare questo legame".


I ricercatori hanno studiato i dati di 497 pazienti con vasi sanguigni anomali nei polmoni, note come malformazioni arterovenose polmonari, curati in una clinica specializzata in HHT dell'Hammersmith Hospital. Lo studio ha trovato che anche livelli di ferro moderatamente bassi, circa 6 micromoli per litro, raddoppiano all'incirca il rischio di ictus, rispetto ai livelli nel centro del range normale di 7-27 micromoli per litro.


Oltre a questo gruppo di pazienti, molte altre persone hanno condizioni che possono permettere ai coaguli di sangue di bypassare il filtro nei polmoni. Una persona su quattro ha un buco nel cuore chiamato «forame ovale pervio». Anche i fori nel cuore permettono al sangue di aggirare il filtro polmonare di volta in volta, anche se non così spesso come per le malattie polmonari.


La ricerca è stata finanziata da donazioni di familiari e amici dei pazienti di HHT.

 

 

 

 

 


Fonte: Sam Wong in Imperial College London  (> English text) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti: Claire L. Shovlin, Basel Chamali, Vatshalan Santhirapala, John A. Livesey, Gillian Angus, Richard Manning, Michael A. Laffan, John Meek, Hannah C. Tighe, James E. Jackson. Ischaemic Strokes in Patients with Pulmonary Arteriovenous Malformations and Hereditary Hemorrhagic Telangiectasia: Associations with Iron Deficiency and Platelets. PLoS ONE, 2014; 9 (2): e88812 DOI: 10.1371/journal.pone.0088812

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non dipende da, nè impegna l'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X. I siti terzi raggiungibili da eventuali links contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.

Sostieni l'Associazione; una donazione, anche minima, ci aiuterà ad assistere malati e famiglie e continuare ad informarti. Clicca qui a destra:

 


 

 

Notizie da non perdere

Immagini mai viste prima delle prime fasi dell'Alzheimer

14.03.2017 | Ricerche

I ricercatori dell'Università di Lund in Svezia, hanno utilizzato il sincrotrone MAX IV ...

Orienteering: un modo per addestrare il cervello e contrastare il declino cogn…

27.01.2023 | Ricerche

Lo sport dell'orienteering (orientamento), che attinge dall'atletica, dalle capacità di ...

Nuova teoria sulla formazione dei ricordi nel cervello

9.03.2021 | Ricerche

Una ricerca eseguita all'Università del Kent ha portato allo sviluppo della teoria MeshC...

Relazioni personali ricche migliorano il funzionamento del cervello

22.06.2020 | Ricerche

Come interagiscono gli individui, come si percepiscono uno con l'altro, e i pensieri e i...

Scienziati dicono che si possono recuperare i 'ricordi persi' per l…

4.08.2017 | Ricerche

Dei ricordi dimenticati sono stati risvegliati nei topi con Alzheimer, suggerendo che la...

Goccioline liquide dense come computer cellulari: nuova teoria sulla causa del…

22.09.2022 | Ricerche

Un campo emergente è capire come gruppi di molecole si condensano insieme all'interno de...

Molecola 'anticongelante' può impedire all'amiloide di formare …

27.06.2018 | Ricerche

La chiave per migliorare i trattamenti per le lesioni e le malattie cerebrali può essere nelle mo...

Scoperto perché l'APOE4 favorisce l'Alzheimer e come neutralizzarlo

10.04.2018 | Ricerche

Usando cellule di cervello umano, scienziati dei Gladstone Institutes hanno scoperto la ...

Il girovita può predire il rischio di demenza?

6.11.2019 | Ricerche

Il primo studio di coorte su larga scala di questo tipo ha esaminato il legame tra il girovita in...

Dott. Perlmutter: Sì, l'Alzheimer può essere invertito!

6.12.2018 | Ricerche

Sono spesso citato affermare che non esiste un approccio farmaceutico che abbia un'effic...

L'invecchiamento è guidato da geni sbilanciati

21.12.2022 | Ricerche

Il meccanismo appena scoperto è presente in vari tipi di animali, compresi gli esseri umani.

Cerca il tuo sonno ideale: troppo e troppo poco legati al declino cognitivo

28.10.2021 | Ricerche

Come tante altre cose buone della vita, il sonno fa meglio se è moderato. Uno studio plu...

Interleuchina3: la molecola di segnalazione che può prevenire l'Alzheimer…

20.07.2021 | Ricerche

Una nuova ricerca su esseri umani e topi ha identificato una particolare molecola di seg...

Le cellule immunitarie sono un alleato, non un nemico, nella lotta all'Al…

30.01.2015 | Ricerche

L'amiloide-beta è una proteina appiccicosa che si aggrega e forma picco...

L'esercizio fisico dà benefici cognitivi ai pazienti di Alzheimer

29.06.2015 | Ricerche

Nel primo studio di questo tipo mai effettuato, dei ricercatori danesi hanno dimostrato che l'ese...

Pressione bassa potrebbe essere uno dei colpevoli della demenza

2.10.2019 | Esperienze & Opinioni

Invecchiando, le persone spesso hanno un declino della funzione cerebrale e spesso si pr...

Districare la tau: ricercatori trovano 'obiettivo maneggiabile' per …

30.01.2019 | Ricerche

L'accumulo di placche di amiloide beta (Aβ) e grovigli di una proteina chiamata tau nel ...

Nessuna cura per l'Alzheimer nel corso della mia vita

26.04.2019 | Esperienze & Opinioni

La Biogen ha annunciato di recente che sta abbandonando l'aducanumab, il suo farmaco in ...

Rivelato nuovo percorso che contribuisce all'Alzheimer ... oppure al canc…

21.09.2014 | Ricerche

Ricercatori del campus di Jacksonville della Mayo Clinic hanno scoperto...

L'impatto del sonno su cognizione, memoria e demenza

2.03.2023 | Ricerche

Riduci i disturbi del sonno per aiutare a prevenire il deterioramento del pensiero.

"Ci...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)

We use cookies

We use cookies on our website. Some of them are essential for the operation of the site, while others help us to improve this site and the user experience (tracking cookies). You can decide for yourself whether you want to allow cookies or not. Please note that if you reject them, you may not be able to use all the functionalities of the site.