Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


I benefici degli integratori a base di olio di pesce non sono provati da studi.

I pazienti con lieve o moderata malattia di Alzheimer (AD) che hanno assunto integratori con acido grasso omega 3 docosaesaenoico (DHA), ritenuti in grado di ridurre eventualmente il rischio di AD, non hanno avuto una riduzione il tasso di declino cognitivo e funzionale, rispetto ai pazienti che hanno ricevuto placebo, secondo uno studio nell'uscita del 3 novembre di JAMA (Journal of American Medical Association),un numero monografico sull'invecchiamento.

Joseph F. Quinn, MD, della Oregon Health and Science University e Portland VA Medical Center, Portland, Oregon, ha presentato i risultati dello studio in un media briefing di JAMA al National Press Club.

"Diversi studi hanno trovato che il consumo di pesce, la fonte dietologica primaria di acidi grassi omega-3, è associato ad un ridotto rischio di declino cognitivo o demenza. Alcuni studi hanno trovato che il consumo di DHA, ma non altri acidi grassi omega-3, è associata ad un ridotto rischio di malattia di Alzheimer ", scrivono gli autori. Tuttavia, questi studi erano fondati sull'osservazione e hanno controllato chi ha assunto il DHA. Gli studi sugli animali che usavano il DHA hanno mostrato riduzioni in patologia cerebrale simile all'Alzheimer.

Il Dr. Quinn e colleghi hanno condotto uno studio randomizzato e controllato per verificare se l'assunzione di DHA potrebbe rallentare il tasso di declino cognitivo e funzionale in soggetti con malattia di Alzheimer. Lo studio, che è stata condotto tra novembre 2007 e maggio 2009 presso 51 siti di ricerca clinica degli Stati Uniti, ha incluso 402 soggetti con malattia di Alzheimer lieve o moderata. Ai partecipanti è stato somministrato in modo casuale DHA nella dose di 2g al giorno o placebo identico (60 per cento DHA e 40 per cento placebo). La durata del trattamento è stato di 18 mesi. Cambiamenti nella capacità cognitive e funzionali sono stati valutati con l'Alzheimer's Disease Assessment Scale (ADAS-Cog) e con la Clinical Dementia Rating (CDR) somma di scatole. Il tasso di atrofia cerebrale è stato anche determinato dalla risonanza magnetica volumetrica (MRI) in un sottocampione di partecipanti. Un totale di 295 partecipanti hanno completato lo studio durante l'assunzione di farmaco in studio (DHA=171, placebo= 124).

I ricercatori hanno trovato che la supplementazione con DHA non ha avuto effetti benefici sul tasso di cambio sul punteggio ADAS-Cog; il tasso di variazione medio nel punteggio in 18 mesi è stato di 8,27 punti per il gruppo placebo e 7,98 punti per il gruppo DHA. Il tasso di cambio nel punteggio sulla somma di riquadri CDR su 18 mesi è stata di 2,93 per il gruppo placebo rispetto a 2,87 per il gruppo di DHA. Tra i soggetti che hanno partecipato al sottostudio MRI (fatta all'inizio dello studio ed a 18 mesi per 102 soggetti, di cui 53 gruppo DHA e 49 gruppo placebo), l'analisi non ha mostrato alcun effetto della cura con DHA in termini di cambiamento del volume totale del cervello durante i 18 mesi.

Scrivono gli autori che "In sintesi, questi risultati indicano che la supplementazione di DHA non è utile per la popolazione delle persone con lieve o moderata della malattia di Alzheimer".

I ricercatori aggiungono che "poiché uno dei motivi per l'esperimento era trovare la prova epidemiologica che l'uso di DHA, prima dell'insorgenza della malattia, modifica il rischio di malattia di Alzheimer, rimane la possibilità che un intervento con DHA potrebbe essere più efficace se iniziata precocemente nel corso della malattia in pazienti che non hanno demenza conclamata." [...]

 

Nota del redattore: Questo articolo non è destinato a fornire consigli medici, diagnosi o terapia.

ScienceDaily, 2 novembre 2010

Notizie da non perdere

Zen e mitocondri: il macchinario della morte rende più sana la vita

20.11.2023 | Ricerche

Sebbene tutti noi aspiriamo a una vita lunga, ciò che è più ambito è un lungo periodo di...

La scoperta del punto di svolta nell'Alzheimer può migliorare i test di n…

20.05.2022 | Ricerche

 Intervista al neurologo William Seeley della Università della California di San Francisco

...

Infezione cerebrale da funghi produce cambiamenti simili all'Alzheimer

26.10.2023 | Ricerche

Ricerche precedenti hanno implicato i funghi in condizioni neurodegenerative croniche co...

Scoperto il punto esatto del cervello dove nasce l'Alzheimer: non è l…

17.02.2016 | Ricerche

Una regione cruciale ma vulnerabile del cervello sembra essere il primo posto colpito da...

Ecco perché alcune persone con marcatori cerebrali di Alzheimer non hanno deme…

17.08.2018 | Ricerche

Un nuovo studio condotto all'Università del Texas di Galveston ha scoperto perché alcune...

Capire l'origine dell'Alzheimer, cercare una cura

30.05.2018 | Ricerche

Dopo un decennio di lavoro, un team guidato dal dott. Gilbert Bernier, ricercatore di Hô...

Microglia: ‘cellule immunitarie’ che proteggono il cervello dalle malattie, ma…

28.05.2020 | Esperienze & Opinioni

Sappiamo che il sistema immunitario del corpo è importante per tenere tutto sotto controllo e per...

Proteine grumose induriscono i capillari del cervello: nuovo fattore di rischi…

11.09.2020 | Ricerche

I depositi di una proteina chiamata 'Medin', che è presente in quasi tutti gli anziani, ...

Cibo per pensare: come la dieta influenza il cervello per tutta la vita

7.10.2024 | Esperienze & Opinioni

Una quantità di ricerche mostra che ciò che mangiamo influenza la capacità del corpo di ...

Riprogrammare «cellule di supporto» in neuroni per riparare il cervello adulto…

21.11.2014 | Ricerche

La porzione del cervello adulto responsabile del pensiero complesso, la corteccia cerebrale, non ...

Alzheimer, Parkinson e Huntington condividono una caratteristica cruciale

26.05.2017 | Ricerche

Uno studio eseguito alla Loyola University di Chicago ha scoperto che delle proteine ​​a...

Il sonno resetta i neuroni per i nuovi ricordi del giorno dopo

11.09.2024 | Ricerche

Tutti sanno che una buona notte di sonno ripristina l'energia di una persona; ora un nuo...

Orienteering: un modo per addestrare il cervello e contrastare il declino cogn…

27.01.2023 | Ricerche

Lo sport dell'orienteering (orientamento), che attinge dall'atletica, dalle capacità di ...

Svolta per l'Alzheimer? Confermato collegamento genetico con i disturbi i…

26.07.2022 | Ricerche

Uno studio eseguito in Australia alla Edith Cowan University (ECU) ha confermato il legame tra Alzhe...

Districare la tau: ricercatori trovano 'obiettivo maneggiabile' per …

30.01.2019 | Ricerche

L'accumulo di placche di amiloide beta (Aβ) e grovigli di una proteina chiamata tau nel ...

Convalidare il sentimento aiuta meglio di criticare o sminuire

30.03.2020 | Ricerche

Sostenere i tuoi amici e la famiglia può aiutarli a superare questi tempi di incertezza...

La consapevolezza di perdere la memoria può svanire 2-3 anni prima della compa…

27.08.2015 | Ricerche

Le persone che svilupperanno una demenza possono cominciare a perdere la consapevolezza dei propr...

Smontata teoria prevalente sull'Alzheimer: dipende dalla Tau, non dall�…

2.11.2014 | Ricerche

Una nuova ricerca che altera drasticamente la teoria prevalente sull'or...

Il Protocollo Bredesen: si può invertire la perdita di memoria dell'Alzhe…

16.06.2016 | Annunci & info

I risultati della risonanza magnetica quantitativa e i test neuropsicologici hanno dimostrato dei...

Identificata nuova forma di Alzheimer ad esordio molto precoce

16.06.2020 | Ricerche

Ricercatori della Mayo Clinic hanno definito una forma di morbo di Alzheimer (MA) che co...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)