Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


*** Siamo in settembre, uno dei 12 mesi dell'anno del tutto uguali per i malati di Alzheimer, i familiari e i caregiver.

Enzima BACE1 può predire l'insorgenza dell'Alzheimer

L'enzima cruciale beta-secretasi1 (BACE1) è noto per essere presente in quantità elevata nel cervello con Alzheimer ad insorgenza sporadica (AD).


Gli scienziati hanno ora trovato un aumento del livello di BACE1 nel cervello con decadimento cognitivo lieve (MCI), suggerendo che l'attività del BACE1 è importante per la conversione del deterioramento cognitivo lieve in AD e può essere un indicatore precoce di AD. I risultati sono pubblicati nel numero di gennaio di The American Journal of Pathology.


Capire gli eventi precoci dell'AD è la chiave per una diagnosi e un trattamento efficace. Due delle principali caratteristiche patologiche dell'AD sono le placche neuritiche e i grovigli neurofibrillari, che vengono usati per diagnosticare o confermare l'AD nell'autopsia. Le placche neuritiche, che sono note anche come placche senili, dendritiche o amiloidi, sono costituite da depositi di materiale di deterioramento neuronale formati da una proteina appiccicosa chiamata peptide amiloide-beta (Ap). I grovigli neurofibrillari sono costituiti da forme altamente fosforilate della proteina tau associata ai microtubuli.


A seguito di scoperte precedenti, che l'attività e l'espressione proteica del BACE1 sono significativamente più elevate nel cervello di AD, i ricercatori hanno ora trovato livelli di attività enzimatica di BACE1 nel tessuto cerebrale di pazienti con MCI, un precursore dell'AD. Il BACE1, noto anche come enzima di scissione del sito-β della proteina precursore dell'amiloide, è un proteasi aspartico ed è un enzima cruciale che promuove la generazione di Aβ.


In questo studio, i ricercatori hanno esaminato il tessuto cerebrale autoptico di 18 pazienti con AD clinicamente ben caratterizzato, di 18 pazienti con MCI, e di 18 pazienti non affetti da demenza. Hanno trovato che l'attività enzimatica del BACE1 è significativamente maggiore nel cervello sia di MCI che di AD. In 11 pazienti su 18 con MCI, che avevano subito un Mini-Mental State Examination (MMSE) prima della morte, i livelli di BACE1 nella corteccia cerebrale sono aumentati durante la demenza iniziale, seguiti da un calo precipitoso con la progressione del declino della cognizione.


L'attività maggiore del BACE1 si correla al numero di placche e allo stato della cognizione. E' importante notare che è stato anche osservato che non c'è alcuna differenza significativa nell'attività del BACE1 tra MCI e AD.


I ricercatori hanno anche scoperto un aumento del fattore di necrosi tumorale alfa (TNFα) nel cervello con MCI. Il TNFα è una citochina infiammatoria o proteina di segnalazione cellulare richiesta perchè avvenga la morte neuronale indotta dalla proteina amiloide. L'esame biochimico del tessuto autoptico ha dimostrato che è la TNFα, piuttosto che altre citochine, ad aumentare la risposta all'espressione proteica del BACE1. L'aumento dei livelli di TNFα non era significativamente differente tra i pazienti di MCI e quelli di AD.


"Ci sono sempre più prove che il BACE1 è strettamente coinvolto nello sviluppo di AD", dice il ricercatore principale dello studio Yong Shen, PhD, del Center for Advanced Therapeutic Strategies for Brain Disorders del Roskamp Institute di Sarasota in Florida. "I nostri studi precedenti avevano mostrato una attività enzimatica elevata del BACE1 nel cervello di AD e nel liquido cerebrospinale dei pazienti con AD e MCI. Questi risultati suggeriscono che il BACE1 aumenta presto nel decorso del MCI ed è forse indotto da molecole infiammatorie come la TNFα, e che l'attività enzimatica del BACE1 può essere importante per la conversione da MCI ad AD".


"E' importante notare che abbiamo scoperto che l'attività del BACE1 nel tessuto di persone con MCI è maggiore di un significativo 27%, rispetto a quella di persone senza demenza. Crediamo che l'attività del BACE1 preceda la diagnosi clinica di AD e potrebbe essere un indicatore precoce di disfunzione o di patologia neuronale
nell'AD. Inoltre, può essere un buon obiettivo terapeutico per l'AD, come dimostrato da recenti studi clinici promettenti sugli inibitori del BACE1" ha concluso.

 

 

 

 

 


FonteElsevier Health Sciences, via EurekAlert!

Riferimenti: Xin Cheng, Ping He, Taehee Lee, Hailan Yao, Rena Li, Yong Shen. High Activities of BACE1 in Brains with Mild Cognitive Impairment. The American Journal of Pathology, 2014; 184 (1): 141 DOI: 10.1016/j.ajpath.2013.10.002

Pubblicato in eurekalert.org (> English version) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non dipende da, nè impegna l'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X. I siti terzi raggiungibili da eventuali links contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.

Sostieni l'Associazione; una donazione, anche minima, ci aiuterà ad assistere malati e famiglie e continuare ad informarti. Clicca qui a destra:

 


 

 

Notizie da non perdere

Dott. Perlmutter: Sì, l'Alzheimer può essere invertito!

6.12.2018 | Ricerche

Sono spesso citato affermare che non esiste un approccio farmaceutico che abbia un'effic...

Ricercatori delineano un nuovo approccio per trattare le malattie degenerative

8.05.2024 | Ricerche

Le proteine sono i cavalli da soma della vita. Gli organismi li usano come elementi costitutivi, ...

L'impatto del sonno su cognizione, memoria e demenza

2.03.2023 | Ricerche

Riduci i disturbi del sonno per aiutare a prevenire il deterioramento del pensiero.

"Ci...

Paesi asiatici assistono gli anziani in modo diverso: ecco cosa possiamo impar…

28.10.2020 | Esperienze & Opinioni

A differenza dei paesi occidentali, le culture tradizionali asiatiche mettono un forte a...

Marito riferisce un miglioramento 'miracoloso' della moglie con Alzh…

28.09.2018 | Annunci & info

Una donna di Waikato (Nuova Zelanda) potrebbe essere la prima persona al mondo a miglior...

LipiDiDiet trova effetti ampi e duraturi da intervento nutrizionale all'i…

9.11.2020 | Ricerche

Attualmente non esiste una cura nota per la demenza, e le terapie farmacologiche esisten...

Ecco perché alcune persone con marcatori cerebrali di Alzheimer non hanno deme…

17.08.2018 | Ricerche

Un nuovo studio condotto all'Università del Texas di Galveston ha scoperto perché alcune...

L'Alzheimer è composto da quattro sottotipi distinti

4.05.2021 | Ricerche

Il morbo di Alzheimer (MA) è caratterizzato dall'accumulo anomale e dalla diffusione del...

Scoperta inaspettata: proteine infiammatorie possono rallentare il declino cog…

5.07.2021 | Ricerche

Finora la ricerca aveva collegato l'infiammazione al morbo di Alzheimer (MA), però scien...

Stimolazione dell'onda cerebrale può migliorare i sintomi di Alzheimer

15.03.2019 | Ricerche

Esponendo i topi a una combinazione unica di luce e suono, i neuroscienziati del Massach...

I dieci fattori legati a un aumento del rischio di Alzheimer

27.07.2020 | Esperienze & Opinioni

Anche se non c'è ancora alcuna cura, i ricercatori stanno continuando a migliorare la co...

L'Alzheimer inizia all'interno delle cellule nervose?

25.08.2021 | Ricerche

Uno studio sperimentale eseguito alla Lund University in Svezia ha rivelato che la prote...

'Tau, disfunzione sinaptica e lesioni neuroassonali si associano di più c…

26.05.2020 | Ricerche

Il morbo di Alzheimer (MA) comporta il deperimento caratteristico di alcune regioni del ...

Scienziati dicono che si possono recuperare i 'ricordi persi' per l…

4.08.2017 | Ricerche

Dei ricordi dimenticati sono stati risvegliati nei topi con Alzheimer, suggerendo che la...

LATE: demenza con sintomi simili all'Alzheimer ma con cause diverse

3.05.2019 | Ricerche

È stato definito un disturbo cerebrale che imita i sintomi del morbo di Alzheimer (MA), ...

Scoperto un fattore importante che contribuisce all'Alzheimer

22.08.2022 | Ricerche

Una ricerca guidata dai dott. Yuhai Zhao e Walter Lukiw della Luisiana State University ...

La scoperta del punto di svolta nell'Alzheimer può migliorare i test di n…

20.05.2022 | Ricerche

 Intervista al neurologo William Seeley della Università della California di San Francisco

...

Perché dimentichiamo? Nuova teoria propone che 'dimenticare' è in re…

17.01.2022 | Ricerche

Mentre viviamo creiamo innumerevoli ricordi, ma molti di questi li dimentichiamo. Come m...

Studio rivela dove vengono memorizzati i frammenti di memoria

22.07.2022 | Ricerche

Un momento indimenticabile in un ristorante può non essere esclusivamente il cibo. Gli o...

Il 'Big Bang' dell'Alzheimer: focus sulla tau mortale che cambi…

11.07.2018 | Ricerche

Degli scienziati hanno scoperto un "Big Bang" del morbo di Alzheimer (MA) - il punto pre...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)

We use cookies

We use cookies on our website. Some of them are essential for the operation of the site, while others help us to improve this site and the user experience (tracking cookies). You can decide for yourself whether you want to allow cookies or not. Please note that if you reject them, you may not be able to use all the functionalities of the site.